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Matilde di Canossa: vita e pensiero politico della Grancontessa

Biografia e pensiero politico di Matilde di Canossa, la figura femminile più rilevante del Medioevo, potente feudataria e convinta sostenitrice del papato.
Matilde di Canossa: vita e pensiero politico della Grancontessa
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1La dinastia degli Attoni

Bonifacio III di Canossa
Bonifacio III di Canossa — Fonte: getty-images

Nell’XI secolo il centro Italia è praticamente amministrato da Bonifacio Attoni, conte di Canossa e gran margravio e vicario in Italia dell’imperatore Enrico III e prima ancora, di suo padre Corrado. Bonifacio “il Tiranno”, come lo chiamano i suoi sudditi, si sposa quarantenne con la giovane Beatrice di Lorena, parente dell’imperatore, e rispetto a lui di rango superiore, tale da darle il diritto di intervenire nella politica del marito e di scegliere i nomi dei figli.

In questo periodo, quando le tensioni continue tra papato e impero condizionano la vita politica e non solo di tutti i territori italiani, dall’abbazia di Cluny inizia a diffondersi un nuovo modo di pensare la chiesa che porta molti a invocare una riforma. Questo rinnovamento avrebbe riportato l’organizzazione ecclesiastica vicina alla dottrina originaria, ma è necessario: 

  • riformare il clero, eliminando il concubinato dei preti,
  • eliminare la simonia,
  • stabilire una volta per tutte che i vescovi e il papa possono essere eletti solo dalla Chiesa.

Beatrice è molto religiosa e, in un’epoca tanto travagliata, consapevole delle buone pratiche necessarie a interrompere la dilagante corruzione nella chiesa e favorire un rinnovo del clero: convinta della necessità di una riforma generale, si adopera tutta la vita fondando chiese, facendo pellegrinaggi, finanziando monasteri e abbazie.

2Il potere passa a Beatrice

Matilde di Canossa: sostenitore di papa Gregorio VII durante la lotta per le investiture
Matilde di Canossa: sostenitore di papa Gregorio VII durante la lotta per le investiture — Fonte: getty-images

Matilde nasce probabilmente a Mantova nel 1046, terzogenita di Bonifacio e Beatrice. Il potere accumulato negli anni dal padre è diventato troppo forte e l’imperatore Enrico III non può più tollerarlo: in una delle tante imboscate che gli vengono tese, Bonifacio muore per mano di un vassallo il 6 maggio del 1052

Alla morte del padre, il primogenito Federico è già presso una corte ad imparare il mestiere delle armi, mentre la sorella Beatrice (porta lo stesso nome della madre) nel 1054 risulta già morta. La vedova dona il castello e tutti i beni della corte di Mantova alla chiesa di San Pietro, apparentemente come ricco lascito in memoria di Bonifacio, ma in realtà sta abbandonando la città: Mantova è ormai fortemente ostile alla loro dinastia perché è stata molto impoverita dalla dominazione del conte. La contessa e la figlia si trasferiscono nel castello di Canossa.

3Il matrimonio di convenienza di Beatrice

Rovine del castello di Matilde di Canossa. Ciano d'Enza in Emilia Romagna
Rovine del castello di Matilde di Canossa. Ciano d'Enza in Emilia Romagna — Fonte: getty-images

Beatrice aspetta con ansia il compimento della maggiore età del suo primogenito, per potersi ritirare in convento con Matilde, e di questo progetto scrive a papa Leone IX, nobile alsaziano, fedele alla regola dell’ordine di Cluny e iniziatore della riforma della chiesa.

Il papa invia a Canossa Ildebrando di Soana per farle cambiare idea: la contea di Canossa è il più importante baluardo della Chiesa contro le brame di controllo dell’imperatore Enrico III, deve continuare ad essere amministrata da una famiglia fedele al papa per scongiurare eventuali attacchi e tradimenti dei vassalli. A Beatrice viene proposto un matrimonio politico per difendere la Chiesa dalle prepotenze imperiali, un’unione con Goffredo il Barbuto, lontano parente e duca di Lorena, un territorio fedele alla chiesa riformata. La nobile si piega alla necessità politica e l’unione viene celebrata nel 1054.

4Prigionia dorata in Germania

L’imperatore Enrico III decide di chiarire la gestione delle sue terre con la nipote Beatrice; nel 1055 arriva in Italia e si incontra a Firenze con il nuovo papa Vittore II, a lui fedele. Deciso a togliere un po’ di potere ai Canossa, sottrae alla loro giurisdizione alcuni feudi (di fatto vieta loro di applicare tasse e amministrare la giustizia); vengono convocate Beatrice e Matilde ormai uniche rappresentanti del feudo, dato che il primogenito Federico è morto in circostanze misteriose nel luglio del 1055: l’imperatore accusa la cugina di essersi risposata senza il suo consenso, atto dovuto essendo lei vicaria imperiale, e di avere governato le sue terre senza specifico mandato dopo la morte del primo marito.

Madre e figlia sono portate via come ostaggi in Germania. Per quasi due anni vivono alla corte della moglie dell’imperatore, accompagnandola nei pellegrinaggi e godendo dei privilegi propri del loro rango, ma non possono avere contatti con nessuno senza che Enrico dia specifica autorizzazione.

5Il ritorno in Italia di Matilde di Canossa

L’imperatore si ammala all’improvviso e muore il 5 ottobre del 1056 lasciando erede un bambino di appena sei anni, il futuro Enrico IV, e la reggenza nelle mani inadatte della consorte, Agnese di Poitou. In punto di morte il papa ottiene il perdono per Goffredo di Lorena e il suo matrimonio e la liberazione delle due Canossa; Matilde, unica erede in vita di Bonifacio il Tiranno, subentra ufficialmente come vassalla dell’imperatore.

Inizia una successione di papi:

  • Goffredo di Lorena riesce a far nominare cardinale suo fratello e, alla morte di Vittore II, lo fa eleggere papa Stefano IX senza chiedere il beneplacito dell’imperatore bambino, ma il pontificato dura poco;
  • il papa successivo è Gerardo l’arcivescovo di Firenze, eletto come Niccolò II, che al primo sinodo dichiara che da quel momento l’elezione della carica spetta ai cardinali e decreta l’allontanamento dei preti sposati;
  • dopo appena due anni, è seguito da papa Alessandro II, vescovo di Lucca.

Nel 1065 il giovanissimo imperatore convoca il papa (eletto senza il suo consenso) e i principi elettori tedeschi e romani; Alessandro II si sottopone all’umiliazione del giuramento di innocenza ma viene riconfermato nella sua carica sconfiggendo il candidato proposto dall’imperatore.

6Un difficile equilibrio tra potere temporale e potere spirituale

Papa Alessandro II deve contenere i normanni a sud di Roma e non ha la forza militare per scontrarsi apertamente con Enrico IV; questo a sua volta fonda il suo potere sul sempre più vacillante consenso dei principi elettori tedeschi: per lui diventa indispensabile farsi incoronare a Roma per consolidare la propria autorità. Ma nonostante questo continua a creare occasioni di contrasto con il papa:

  • nel 1066 a Milano scoppia una rivolta contro i preti sposati ed Enrico si prende la libertà di nominare l’arcivescovo della città;
  • chiede al papa il permesso di divorziare (ovviamente respinto) dalla giovane moglie Berta e poi raduna un sinodo di vescovi tedeschi per cercare di ottenere comunque lo scioglimento del matrimonio.
Enrico IV nel castello di Canossa, 1077
Enrico IV nel castello di Canossa, 1077 — Fonte: getty-images

Il suocero di Matilde muore nel dicembre del 1069 a Verdun e lei deve assolvere il contratto matrimoniale sottoscritto dalla madre, sposando il figlio (e fratellastro) Goffredo il Gobbo. Dà alla luce una bambina che vive solo pochi giorni, cui da il nome della madre: Beatrice.

Mentre si trova a Verdun, incontra spesso suo cugino l’imperatore: i rapporti sono distesi e le vedute politiche simili, mentre evita quando possibile i contatti con il marito. Un’improvvisa malattia della madre, che l’ha lasciata alla vita coniugale tornando a Canossa, diventa il pretesto perfetto: deve tornare a guidare il feudo in Italia e lascia Verdun

Il marito Goffredo arriva a scrivere al papa affinché imponga a Matilde di tornare sotto il tetto coniugale, ma lei risponde che la sua presenza è indispensabile e che per necessità politiche è opportuno che sia lui a spostarsi in Italia. Il consorte la segue e rimane per qualche mese ma i rapporti sono ormai inesistenti e ben presto torna al ducato di Lorena.

Enrico IV nomina da solo il vescovo di Costanza rinnovando l’ira del papa, che gli comanda di recarsi a Roma per discolparsi ma muore improvvisamente: il nuovo papa, con il nome di Gregorio VII, è il consigliere spirituale di Matilde, Ildebrando di Soana. 

7Gregorio VII

Anche se costretto a cercare l’alleanza imperiale per non distogliere le forza militari dalla difesa contro normanni e turchi, tuttavia il nuovo papa rimane fedele ai principi della chiesa riformata e pretende che Enrico rinunci ad eleggere i rappresentanti della chiesa.

A questo scopo invia Agnese, la madre dell'imperatore che vive a Roma ormai da dieci anni a parlare con il figlio. Nel 1074 a Roma Gregorio VII tiene il suo primo sinodo al quale presenziano le due Canossa in qualità di rappresentanti imperiali, ma fedelissime ai principi del nuovo papa; il sinodo vede la partecipazione anche del marito di Matilde, Goffredo il Gobbo, che spera di riconquistare sua moglie e convincerla a tornare a Verdun.

Papa Gregorio VII
Papa Gregorio VII — Fonte: getty-images

L’imperatore continua a distribuire cariche ecclesiastiche e il papa fa piovere scomuniche: la ribellione però del potente vescovo di Magonza, fedele a Gregorio, causa una violenta reazione da parte di Enrico, che stermina le truppe sassoni a difesa della città, grazie anche dell’aiuto militare di Goffredo il Gobbo.

Quest’ultimo, che aveva giurato di rimanere fedele al papa come suo padre prima di lui, viene accusato di tradimento dalla moglie Matilde nelle sue lettere. Alla morte del marito, è costretta a sistemare l’eredità sulla quale aveva già allungato le mani l’imperatore: cerca e ottiene il pentimento e l’alleanza del vescovo Teodorico di Verdun (investito dall’imperatore) cui promette metà dei beni del ducato di Lorena.

8Inizia la lotta per le investiture

Gregorio VII emana in successione documenti di importanza cruciale:

  • abolisce ufficialmente la simonia,
  • l’8 dicembre del 1075 emana il Dictatus papae dove in 27 punti ribadisce la supremazia del papato sull’impero per mezzo della fede, inviandolo a tutti i sovrani europei.

All’imperatore fa avere un messaggio segreto nel quale chiede pubblico pentimento per non avere pesanti conseguenze, ma come risposta Enrico riunisce un’assemblea pubblica a Worms con i vescovi e i principi a lui fedeli, per sottoscrivere una maledizione e la deposizione del papa; a febbraio 1076 il messaggio è consegnato a Roma e la reazione papale sarà durissima.

Enrico IV alle porte di Canossa
Enrico IV alle porte di Canossa — Fonte: getty-images

Enrico IV viene scomunicato, giudicato indegno di governare e pertanto nessun cristiano è tenuti a prestargli obbedienza; la situazione politica si fa precaria oltre ogni modo.

Matilde potrebbe intervenire facendo cadere il cugino dal trono e insediarsi al suo posto garantendo finalmente alla Chiesa la tranquillità tanto desiderata. Ma sceglie diversamente. Inizia una fitta corrispondenza con il papa e l’imperatore per raggiungere un compromesso che permetta di non far implodere l’impero e allontani il caos dai ducati italiani.

Come vicaria imperiale, si reca all'assemblea organizzata nell’ottobre 1076 a Tribur, appoggia l’imperatore nonostante i pochi alleati rimasti tra i principi tedeschi e li convince ad aspettare un’ulteriore assemblea ad Augusta il 2 febbraio 1077, per confermarlo o meno come imperatore. Nel frattempo Enrico deve raggiungere un accordo e incontrare il papa, che sta risalendo l’Italia per recarsi all’appuntamento, ospite nei castelli di Matilde lungo il viaggio

9L’umiliazione di Canossa

Enrico IV e l'umiliazione di Canossa
Enrico IV e l'umiliazione di Canossa — Fonte: getty-images

Al castello di Matilde arrivano Ugone, abate di Cluny, papa Gregorio VII, abati e vassalli fedeli alla grancontessa. Enrico ancora una volta ha un atteggiamento ambiguo, lungo il viaggio per recarsi a Canossa incontra vescovi scomunicati (nominati da lui) e nobili che gli sono fedeli; sembra che stia preparando un esercito ma contemporaneamente invia messaggeri a portare suppliche e messaggi di pentimento

Ospite della cugina nella fortezza di Bianello attende invano un incontro risolutore e solo grazie alla costante mediazione di Matilde, che fa di tutto per convincere il papa a sceglie una soluzione politica che ricomponga l’equilibrio e scongiuri la guerra, gli è permesso andare a Canossa, ma non può ancora entrare. 

Il papa vuole una penitenza pubblica: Enrico aspetta tre giorni prima di accedere al castello, chiedere perdono al papa e riconoscerlo come pontefice legittimo il 28 gennaio 1077, appena qualche giorno prima dell’assemblea dei principi elettori di Germania dove devono decidere se confermarlo o meno. 

10Ambiguità e opportunismo

Rodolfo di Svevia e la battaglia di Hohenmoelsen
Rodolfo di Svevia e la battaglia di Hohenmoelsen — Fonte: getty-images

L’imperatore è di nuovo alla pari con il pontefice e vuole definire la questione dei vescovi scomunicati e non rientrati nei ranghi della chiesa; propone quindi un sinodo a Mantova, tra i possedimenti di Matilde, la città che le è più ostile.

Una mossa sospetta, infatti organizza un agguato per assalire il papa e la grancontessa, infrangendo il giuramento fatto poco prima; il papa lo destituisce ufficialmente e lo scomunica per la seconda volta, ma Enrico raduna i vescovi fedeli a Magonza e lo dichiara decaduto eleggendo un antipapa.

Ad Augusta i principi elettori hanno deciso di eleggere un nuovo imperatore: viene eletto Rodolfo di Svevia, cognato di Enrico, che però comincia a costruire alleanze con la stessa tecnica del predecessore, nominando vescovi in Germania e in Italia. Enrico IV raduna il suo esercito affronta quello di Rodolfo di Svevia che muore in battaglia e si lancia in Italia verso Roma.

Miniatura che raffigura Matilde di Canossa che incontra il Vescovo di Modena
Miniatura che raffigura Matilde di Canossa che incontra il Vescovo di Modena — Fonte: getty-images

Matilde questa volta è costretta a scegliere: si schiera con il papa, infrange il giuramento di fedeltà e nega armi e uomini al cugino, inviandoli invece a difendere le porte di Roma e iniziando battaglie per tutta il centro Italia nel tentativo di rallentare la discesa di Enrico. Nel giugno 1081 Enrico raggiunge Lucca e dichiara pubblicamente Matilde deposta da ogni titolo e privilegio; la grancontessa rifugiata nel castello di Carpineti raccoglie tutto l’oro e le pietre preziose dei suoi possedimenti, raggiunge Roma e dona ufficialmente tutti i suoi preziosi alla chiesa per permettere a Gregorio di continuare la guerra.

Ma l'imperatore stringe d’assedio la capitale e Roma viene saccheggiata nel 1084; Gregorio VII viene paradossalmente salvato dal re normanno nemico, Roberto il Guiscardo, e muore in esilio a Salerno.

11Matrimonio e rivalità al servizio della politica

Papa Urbano II
Papa Urbano II — Fonte: getty-images

Matilde non è più vicaria imperiale, vive nei castelli che appartengono alla Chiesa e li amministra per conto del papa, dona però rifugio a tutti gli oppositori del potere imperiale. Il nuovo papa Urbano II le chiede di continuare appoggiando la causa, sposando il figlio di Guelfo IV di Baviera, nemico dell’imperatore, unendo i due eserciti: lei ha 42 anni mentre Guelfo il Pingue ne ha appena 16.

Nel 1090 Enrico IV scende un’altra volta in Italia per farsi incoronare dal suo antipapa a Roma e mette sotto assedio Mantova; qui Matilde e Guelfo si erano stabiliti dopo aver alleggerito le tasse e elargito benefici per garantire la lealtà degli abitanti. Ma Enrico concede benefici maggiori: la città si rivolta e nel 1092 si consegna all'imperatore, che continua ad assediare la cugina in una dopo l'altra delle sue fortezze in una sfiancante guerra tattica, fino a subire un’incredibile sconfitta proprio a Canossa.

Evangeliario della Contessa Matilde di Canossa
Evangeliario della Contessa Matilde di Canossa — Fonte: getty-images

Corrado, il primogenito di Enrico, è ormai maggiorenne e Matilde capisce che sarà l’arma per far cadere il padre: lo invita in Italia promettendogli la corona, il padre lo fa catturare e lei lo fa liberare portandolo a Milano dove lo fa proclamare re d’Italia.

Enrico, ormai invecchiato e stremato, torna in Germania, così come ci torna Guelfo il Pingue dove fa annullare le sue nozze perché il matrimonio non è mai stato consumato (e il suo esercito non è più necessario per difendere il papa).

Corrado muore poco dopo le nozze ed Enrico è finalmente costretto ad abdicare dal secondogenito Enrico V, che scende in Italia e rapisce il papa per costringerlo a incoronarlo.

Matilde è stanca e questa volta cerca un accordo: ospita il nuovo imperatore sulla via del ritorno in Germania, lo nomina erede di tutti i suoi beni e in cambio lei ottiene di nuovo la nomina di vicaria imperiale e la tranquillità per i suoi sudditi. Dona tutti i suoi beni alle chiese e fino alla fine governa sulle terre che le sono affidate. Muore a Bondeno di Roncore il 24 luglio 1115.

12La politica di Matilde

Matilde di Canossa
Matilde di Canossa — Fonte: getty-images

Attenta mediatrice fra i due massimi poteri dell’epoca, rinuncia alla propria vita sia per fedeltà ai principi morali religiosi secondo i quali è stata educata, sia per opportunismo dato che le terre ereditate dal padre sono talmente vaste e il clima politico talmente instabile da costringere a pesare ogni mossa. Città e contadi dei Canossa sono stati spremuti dalla tasse imposte dal padre Bonifacio e Matilde, pur essendo estremamente pacata nelle sue azioni, viene giudicata più per le prepotenze paterne che per il suo effettivo governo.

Pur essendo donna e non avendo ricevuto un’educazione mirata, sin da piccola osserva i meccanismi e la gestione del potere:

  • gestisce in maniera sapiente gli equilibri politici internazionali;
  • ricorda sempre che quella militare l’ultima azione da intraprendere: ci vogliono anni per sanare le terre coltivate e il cuore degli uomini dopo la fine di una guerra;
  • rimane coerente e fedele agli impegni presi al limite della rigidità: la sua esemplare diplomazia durante la lotta delle investiture, non viene applicata con i suoi territori, dove porta avanti la politica del padre mantenendo tasse eccessive e gestendo i benefici in maniera tirannica.

13La leggenda delle 100 chiese

La figura di Matilde di Canossa, celebre donna del Medioevo che ha svolto un ruolo importante nella lotta tra papato e impero, è al centro anche di molti miti e leggende. Uno degli aneddoti più famosi è legato alla devozione religiosa e al sostengo alla Chiesa della Grancontessa. La leggenda delle cento chiese narra che Matilde di Canossa mirasse al sacerdozio delle donne e volesse quindi celebrare la messa. Il Papa, le concesse il privilegio, ma solo dopo aver costruito cento chiese, ma la Grancontessa morì a un passo dal traguardo, dopo aver costruito la novantanovesima. 

Questa affascinante leggenda contribuisce alla percezione di Matilde di Canossa come una figura dedicata alla causa religiosa e all'edificazione della Chiesa nel contesto medievale.

    Domande & Risposte
  • Chi è stata Matilde di Canossa?

    Vicaria imperiale sostenitrice del papato durante la lotta per le investiture, nonché mediatrice scrupolosa fra l’impero e il papa.

  • Cosa vuol dire "Andare a Canossa"?

    Questa frase significa ormai umiliarsi davanti ad un nemico, ammettere di aver sbagliato e si rifà al ruolo di mediatrice che ebbe Matilde di Canossa tra il papa Gregorio VII e l'imperatore Enrico IV.

  • Quando è morta Matilde di Canossa?

    Il 24 luglio 1115.