Le masse popolari nella Rivoluzione Francese: riassunto
Le masse popolari nella Rivoluzione Francese: riassunto e cronologia degli eventi
Indice
Le masse popolari nella Rivoluzione Francese
La rivoluzione francese, avvenuta tra il 1789 e il 1799, rappresenta uno dei momenti più importanti della storia moderna dell'Europa. In questo contesto, le masse popolari giocarono un ruolo fondamentale nella creazione di un nuovo ordine sociale e politico che avrebbe cambiato per sempre il corso della storia europea.
Riassunto
Prima del 1789, la Francia era una monarchia assoluta in cui il re, sostenuto dal clero e dalla nobiltà, deteneva i tre poteri. La situazione economica dello stato francese era difficile e dipendeva principalmente dall'agricoltura. La crisi si aggravò quando il governo francese decise di inviare truppe e rifornimenti per sostenere gli americani nella loro lotta contro gli inglesi. Inoltre, furono aumentate le tasse nei confronti dei contadini, già colpiti da una crisi agricola che aveva sconvolto la produzione cerealicola nel 1787 a causa di eventi meteorologici avversi.
Il re tentò invano di ristabilire l'equilibrio economico, ma venne contrastato dal clero e dalla nobiltà, che avrebbero rischiato di perdere una buona parte dei loro patrimoni. Le proposte del ministro delle finanze Necker, volte a limitare i privilegi della classe dirigente, gli costarono la carica.
Nel 1791 il re e Maria Antonietta tentano la fuga provocando così le reazioni delle masse parigine. Nonostante la Costituente decida per il mantenimento del re sul trono, la folla parigina scende in piazza manifestando per la deposizione di Luigi XVI: è praticamente la prima volta in cui si assiste nella Rivoluzione Francese a un intervento e pressante delle masse popolari: non si tratta di una generica protesta, ma di un a vera e propria presa di posizione politica in vista di un obiettivo ben preciso. Il re torna in Francia giurando fedeltà alla costituzione e si scioglie così l'assemblea nazionale costituente (1791). Nel 1792 compare il movimento sanculotto, considerato dagli storici un altro movimento di masse popolari. I sanculotti rivendicavano principalmente il suffragio universale, quindi si scagliavano principalmente contro chi deteneva il potere politico. Le richieste dei sanculotti però non si limitavano al desiderio di suffragio universale, in quanto domandavano: lavoro garantito da parte dello Stato, garanzie sociali per i poveri, ma anche rispetto per la proprietà privata, anche se fosse stata piccola. Si tratta di richieste che hanno basi che risalgono dalle condizioni economiche francesi del 1792: l'inflazione, l'instabilità politica e soprattutto la guerra non solo aumentano il disagio popolare, ma stimolano anche il malcontento delle masse popolari di fronte alle contraddizioni contenute nel testo costituzionale.
Inoltre grazie alle masse popolare si deve l'inizio di progetti e ideologie democratiche. Dopo il primo Terrore si mantiene la costituzione, tanto contestata dai sanculotti, e si discute su che peso dare alle masse popolari, si opterà sicuramente per un suffragio universale ma comunque censitario.
Nell'autunno 1792 si riaprono i lavori della Convezione: si proclama la repubblica. La Convenzione è un organo variegato composto da: Girondini, Pianura, Montagna (composta da girondini e vicina alle masse popolari) e i sanculotti (coloro che facevano le veci delle masse popolari).
La repubblica però finifsce per trasfomarsi in una "dittatura" : dittatura rivoluzionaria da parte del Comitato, che detiene il potere esecutivo e quello legislativo e il predominio dell'incapacità delle masse popolari di gestire situazioni politiche. Nell'ultimo stadio della rivoluzione viene promulgata la Costituzione dell'anno III, ispirata a quella del 1791, sembra di assistere alla restaurazione del regime borghese precedente alla Convenzione, ma l'esperienza del Terrore ha lasciato i suoi segni: gli estensori del testo costituzionale cercano di limitare al massimo il coinvolgimento delle masse in politica. Non solo si limita il suffragio su base censitaria, ma si instaura un regime a due camere e il potere esecutivo è assunto da un collegio di cinque membri, il cosiddetto Direttorio, controllati dagli altri due poteri dello Stato. Ci si avvia verso un regime autoritario che introdurrà il colpo di Stato napoleonico.
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