Marguerite Duras: biografia e libri
Indice
- Biografia di Marguerite Duras, una scrittrice tra oriente e occidente
- Duras e i romanzi degli anni '50: la notorietà
- Una diga sul pacifico: trama e analisi
- La sperimentazione degli anni 60-70 e l'impegno politico di Marguerite Duras
- I romanzi degli anni '80 e '90: la «scrittura corrente» e L'Amant
- Uno stile «femminile»?
- Concetti chiave
1Biografia di Marguerite Duras, una scrittrice tra oriente e occidente
«La letteratura deve rappresentare l’illecito, dire quello che la gente solitamente non dice. La letteratura deve essere scandalosa», per Marguerite Donnadieu era questo il compito della letteratura.
Nata nel 1914 nella località di Gia Dinh, a nord di Saigon nell’Indocina francese, scelse come pseudonimo Duras, cittadina di origine del padre. La sua era una famiglia di piccoli funzionari dell’amministrazione coloniale: l’immaginario orientale nutrì tutta la sua produzione letteraria, fortemente autobiografica.
Il padre morì quando Marguerite aveva quattro anni. La madre, rimasta sola con lei e i due fratelli più grandi, acquistò un appezzamento di terra sulle rive del Mekong: si rivelò una truffa, perché le acque del Pacifico inondavano il terreno una volta l’anno, vanificando ogni tentativo di coltivare.
La giovane Marguerite visse una forte crisi in quel contesto duro e isolato, così la madre la inviò al pensionato femminile della città di Saigon: in quel periodo conobbe l’amante cinese protagonista dei suoi romanzi.
Nel 1932 tornò in Francia, dove studiò giurisprudenza e matematica, poi lavorò al ministero delle colonie, partecipando anche alla pubblicazione di un libro dal forte spirito colonialista.
Nel 1939 sposò Robert Antelme: all’inizio degli anni ’40 perse il primo figlio alla nascita, e poco dopo morì il suo amato fratello più piccolo. Ripresasi dal dolore causato dalle due perdite, conobbe Dionys, un amico del marito.
Si innamorò di lui e finì per andarci a convivere, senza che questo compromettesse l’amicizia tra i tre, che continuarono a frequentarsi, diventando il gruppo della rue Saint-Benoît, l’abitazione storica di Marguerite.
Nel 1943 pubblicò il primo romanzo con lo pseudonimo Duras: La vie tranquille.
Quell’anno i tre si politicizzarono, dopo essere venuti a conoscenza della persecuzione degli ebrei: entrarono nella Resistenza, nel gruppo diretto da François Mitterrand. Nel 1944 Robert venne scoperto e deportato: restò per quasi un anno nei campi di concentramento tedeschi ma riuscì a sopravvivere e tornò a Parigi.
Dopo il 1946 Marguerite divorziò ufficialmente da Robert, e nel 1947 nacque il suo primo figlio con Dionys.
2Duras e i romanzi degli anni '50: la notorietà
All’inizio degli anni ’50 iniziò a dedicarsi assiduamente alla scrittura, con una serie di romanzi caratterizzati da uno stile minimalista, influenzato da autori statunitensi come Ernest Hemingway (Oak Park, Illinois, 1899 – Sun Valley, Idaho, 1961) e John Dos Passos (Chicago, 1986 – Baltimora, 1970).
Nel 1950 uscì Un barrage contre le pacifique (Una diga sul pacifico), che la fece conoscere al grande pubblico e per poco non vinse il premio Goncourt. Nel 1952 seguì Le Marin de Gibraltar, nel 1954 Les Petits Chevaux de Tarquinia, dalla scrittura più sperimentale, nel 1955 la pièce teatrale Le square, che colpì la critica, nel 1958 Moderato cantabile, che riscosse grande successo di pubblico.
3Una diga sul pacifico: trama e analisi
In Indocina una famiglia francese, composta da madre e due figli, Joseph e Suzanne, vive in un bungalow e cerca di tirare avanti, circondata da un terreno paludoso impossibile da coltivare, acquistato all’amministrazione coloniale. La madre ha mobilitato la gente del luogo, per costruire una diga che fermi le inondazioni: ma la prima marea del Pacifico l’ha distrutta in un attimo.
Mentre attorno a loro la popolazione locale versa nella miseria, i due figli lottano per emanciparsi dall’isolamento e da una madre depressiva e folle. Tutte le speranze dei tre si aggrappano a un ricco possidente, Mr. Jo, che si è innamorato di Suzanne e, nella speranza di possederla, la ricopre di regali. Suzanne sa che non deve concedersi a lui finché non le propone di sposarla, ma Mr. Jo non ne ha nessuna intenzione.
Mentre Joseph, il figlio maggiore e il preferito dalla madre, gode di maggiore libertà, Suzanne, a soli diciassette anni, sente pesare su di sé la possibilità di un riscatto per tutta la famiglia: per lei significa però passare da un vincolo all’altro, rinunciando all’emancipazione personale.
Il romanzo si chiude con la morte della madre e la ritrovata libertà di Suzanne, liberatasi di Mr. Jo.
Il libro è scritto in terza persona, ma il punto di vista prevalente è quello di Suzanne, alter ego dell’autrice, che modula la trama sulla sua storia personale.
4La sperimentazione degli anni 60-70 e l'impegno politico di Marguerite Duras
Nel 1959 Alain Resnais chiese a Duras di scrivere la sceneggiatura del film Hiroshima mon amour, capolavoro della Nouvelle Vague.
Nel 1960 il gruppo della Rue Saint Benoît promosse la pubblicazione del Manifesto dei 121.
A partire da Le Ravissement de Lol V.Stein, del 1964, Duras spinse ai limiti la ricerca formale nella scrittura: il ‘68 ebbe su di lei un forte impatto, portandola a sperimentare fino agli estremi di Détruire, dit-elle, del 1969, quasi incomprensibile. Ragionando con un approccio politico, Duras combatteva la scrittura semplice e immediata, perché troppo facile da mercificare.
Nel 1968 partecipò alla contestazione extra-parlamentare nel Comité d’action étudiants-écrivains: aveva ormai lasciato il puritano PCF, dov’era entrata nel dopoguerra. Nel 1951 il PCF aveva scritto di lei: «ha la reputazione di essere ninfomane, cosa non provata. Sicuramente è di costumi leggeri».
Negli anni successivi sperimentò anche nel cinema, con India song, del 1975, in cui immagine e suono sono del tutto sconnessi, poi con Le Camion, in cui lei e Gérard Depardieu leggevano il testo seduti a un tavolo e infine con L’homme atlantique, del 1981, in cui lo schermo è nero e tutto lo spazio torna alla parola.
5I romanzi degli anni '80 e '90: la «scrittura corrente» e L'Amant
Dall’inizio degli anni ’80 ricominciò a scrivere in diverse forme, e accolse a vivere con lei, nell’hotel Roches Noires, Yann Andrea, un giovane omosessuale. Dalla relazione d’amore con lui nacque il libro La maladie de la mort, del 1982. Nel 1984 uscì L’amant, dove l’autrice narrò in prima persona la relazione avuta a sedici anni con il suo ricco amante cinese a Saigon, provocando scandalo.
L’impatto del libro fu dirompente: la prima tiratura di cinquemila copie si esaurì in pochi giorni, in tutto ne vendette un milione e mezzo, e vinse il premio Goncourt. A spiegazione di quel successo Duras dichiarò: «il libro, credo, trasmette quel grande piacere che, per dieci ore al giorno, ho provato scrivendolo. Di solito invece la letteratura francese confonde la serietà di un libro con il suo essere noioso. E infatti se la gente non finisce di leggere i libri è perché sono tutti colmi di pretese, la pretesa stupida di voler rimandare ad altro…».
Con uno stile limpido e scintillante, l’autrice interseca diversi piani temporali in una serie di segmenti separati tra loro, per evocare con fierezza il piacere e la gioia di una sessualità e di un amore che sfidavano tutte le convenzioni sociali della colonia.
Il romanzo segnò una cesura nella produzione della scrittrice, che in esso mise a punto la «scrittura corrente», da lei descritta così: «È quel modo di mostrare le cose sulla pagina passando da una all’altra senza insistere o spiegare: dalla descrizione di mio fratello a quella della foresta tropicale, dalla profondità del desiderio a quella del blu del cielo».
Pubblicò in seguito La douleur, del 1985, una serie di testi struggenti sulla Seconda guerra mondiale, poi La Pluie d’été, del 1990, che sembrava scritto per essere recitato e venne trasformato in film da Éric Vigné, poi L’amant de la Chine du nord, del 1991. Protagonista dei suoi ultimi scritti fu ancora Yann Andrea, nel romanzo omonimo Yann Andrea Steiner, del 1992 e nella raccolta C’est tout, uscita nel 1995, un anno prima della morte di Duras, e curata dal lui stesso in forma di intervistatore.
6Uno stile «femminile»?
Benché pubblicasse con le Éditions de Minuit, Duras diceva di condividere con gli autori del nouveau roman solo la volontà di ricerca. Il suo è uno stile peculiare, che seguì molteplici evoluzioni nel corso degli anni. Sostenitrice dell’idea che esistesse una «scrittura femminile», diametralmente opposta a quella maschile, dichiarò:
«La donna è desiderio. Non scriviamo affatto nello stesso luogo degli uomini. E quando le donne non scrivono nel luogo del desiderio, non scrivono, plagiano» e «C’è un rapporto intimo e naturale che da sempre lega la donna al silenzio, quindi, alla conoscenza e all’ascolto di sé. Questo porta la sua scrittura a quella autenticità che invece manca allo scrivere maschile, la cui struttura rimanda troppo a saperi ideologici, teorici. Insomma, l’uomo sarebbe più legato al sapere inteso come bagaglio culturale».
Per Duras, scrivere era riportare alla luce quella che lei chiamava «l’ombra interna».
-
Domande & Risposte
-
Chi è stata Marguerite Duras?
E’ stata una scrittrice e regista francese del Novecento.
-
Cosa ha scritto Marguerite Duras?
Nel 1943 pubblica il suo primo romanzo con lo pseudonimo Duras: La vie tranquille. I romanzi degli anni ’50: Una diga sul pacifico, Le Marin de Gibraltar, Les Petits Chevaux de Tarquinia, la pièce teatrale Le square e Moderato cantabile. Ha scritto anche la sceneggiatura del film Hiroshima mon amour. Il suo romanzo più famoso è L’amant.
-
Qual è il vero nome di Marguerite Duras?
Marguerite Germaine Marie Donnadieu.