Mar Caspio: storia e caratteristiche del lago salato
Da molti chiamato anche lago salato, il Mar Caspio è la più grande massa d'acqua chiusa della Terra: storia e caratteristiche
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Il Mar Caspio è un lago o un mare? Storia e caratteristiche
Si chiama mare, eppure del Caspio in molti ne parlano come un lago. Come è possibile? È una storia molto interessante e particolare la sua e che ora vi racconteremo nelle prossime righe. Chiamato in passato Mare Ircano, quel che è certo è che è la più grande massa d'acqua chiusa della Terra: è lungo 1.200 km, possiede una larghezza media di 310 km, una superficie di 371.000 km², un volume di 78.200 km³ e una profondità massima di 1.025 metri. Cerchiamo di capire insieme se effettivamente il Mar Caspio sia un mare o un lago, le sue caratteristiche e la lunga storia di questo particolare bacino d’acqua.
Dove si trova il Mar Caspio
Il Mar Caspio sorge tra due continenti: l’Europa e l’Asia. Data la sua vastità, occupa a est le montagne del Caucaso e ad ovest la sconfinata steppa dell’Asia centrale. In sostanza, confina con un molti Paesi:
- a nord-ovest con la Russia;
- a nord-est con il Kazakistan;
- a sud-ovest con l’Azerbaigian;
- a sud-est con il Turkmenistan;
- a sud con l’Iran.
È alimentato da circa 130 immissari, ma una delle sue caratteristiche più particolari è che possiede diverse “entrate” ma nessuna “uscita”.
Come si è formato
La storia della formazione del Mar Caspio è antichissima: risale a ben 5,5 milioni di anni fa, quando l’antico oceano Tetide - grande bacino marino che durante il Mesozoico separava i due paleocontinenti dell'Eurasia e dell'Africa - si sarebbe parzialmente prosciugato lasciandoci in eredità tre grossi bacini, vale a dire il Mar Nero, il Mar Caspio e il Lago d’Aral.
All'inizio della sua formazione, il Mar Caspio era sostanzialmente un unico bacino insieme al Mar Nero. Tuttavia, durante il periodo del Paleocene, le montagne del Caucaso si elevarono sempre di più favorendo la separazione del bacino in due corpi diversi.
Quali sono le sue caratteristiche
Con la sua superficie totale di circa 436.000 km², Il Mar Caspio è al primo posto tra i laghi più estesi al mondo. Il vello dell’acqua è a -28 m da quello del mare, ma di particolare importanza è la velocità con cui il livello della stessa cala, un effetto che desta diverse preoccupazioni.
Come detto in precedenza, il Mar Caspio presenta acqua salata che però varia notevolmente da zona a zona: a nord nell'area del delta del Volga è a livelli quasi nulli, mentre sono più elevati a causa dell'intensa evaporazione a sud, dove raggiunge l'1,2% (12 g/litro).
A prescindere da questo, però, la salinità del Mar Caspio rimane bassa rispetto a quella del Mediterraneo, per esempio, la cui salinità varia dal 3,6 al 3,9%. Il motivo per cui è salato, potrebbe essere ricondotto al fatto che essendo un corpo d'acqua chiuso, potrebbe aver accumulato ed evaporato l'acqua proveniente dal Mediterraneo, depositando gran parte dei sali in essa contenuti.
Quel che è certo, è che le acque Caspio hanno una composizione chimica diversa dall'acqua di mare.
Sviluppo, flora e fauna
Potremmo dire che il Mar Caspio possiede diversi volti: l'area meridionale, per esempio, a causa del suo clima e delle sue terre coltivabili è sempre stata una terra di conquiste da parte di diversi popoli.
Ciò non toglie che il Mar Caspio sia culla di biodiversità. Vi basti pensare che qui dimorano più di 850 specie di animali e più di 500 specie di piante.
Ne sono degli esempi le foche, il persico, il luccio, l'aringa, il coregone, lo spratto, l'orata, lo storione e molto altro ancora.
Qui vi abitano anche vari tipi di molluschi e crostacei, così come diversi rettili. Ci sono anche degli uccelli che nidificano e svernano in superficie e intorno ad esso, come per esempio il gabbiano del Caspio, la folaga, il cigno comune, l'oca comune e molto altro ancora.
Il Mar Caspio è anche la casa di alghe rosse e brune, così come di alcune piante xerofite.
Ma quindi è un mare o un lago?
È molto più complesso di quanto si creda rispondere a questa domanda, in quanto è un discorso controverso e su cui il dibattito è sempre acceso.
Quando si parla di Mar Caspio, infatti, occorre sempre considerare anche l’aspetto legale. Tuttavia, quel che possiamo affermare è che entrambe le definizioni sono accettate e per dei motivi ben precisi.
Dal punto di vista geografico, il Caspio rientra nella definizione di lago, mentre in termini geologici, morfologici e politici fa parte della definizione di mare chiuso.
Poi c’è l’aspetto giuridico, ovvero il fatto che la Russia e l'Iran non sono interessati a riconoscerlo come mare, mentre gli Stati che si sono creati dopo il collasso dell'Unione Sovietica prevedono per lui lo status di mare.
Come è possibile intuire, sono coinvolti interessi che riguardano lo sfruttamento dei giacimenti di metano e petrolio presenti nel bacino.
Tuttavia nel 2018, durante il Caspian Summit, si è raggiunta una sorta di "soluzione": in questo documento è riportato che il Mar Caspio è un bacino non definibile né come mare, né come lago.
I motivi di questa scelta sono sempre gli stessi: dare una definizione specifica a questa massa d’acqua influirebbe in maniera profonda sulla legislazione che lo regola e sullo sfruttamento delle sue risorse.
I problemi ambientali
Il Mar Caspio non è in buona salute. Diversi studi hanno infatti dimostrato che il livello delle sue acque potrebbe calare rapidamente a causa del riscaldamento globale: si parla di una discesa che va dai 9 ai 18 metri entro la fine del 21 ° secolo.
Tutto ciò si tradurrebbe nella perdita di circa un quarto della sua area con la conseguente scoperta di approssimativamente 93.000 chilometri quadrati di terraferma, l'equivalente dell'estensione del Portogallo.
A provocare allarmi è anche la condizione dei fiumi che lo alimentano e che, purtroppo, contengono inquinanti, plastiche e nutrienti che potrebbero impattare direttamente il bacino, influenzando in negativo il funzionamento del suo ecosistema.
I problemi più gravi i gravi associati al degrado biologico si possono riassumere in:
- perdita di habitat costieri;
- perdita effettiva o imminente di specie minacciate e dei relativi genomi;
- degrado del paesaggio.
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