Mappa concettuale sull'uomo medievale e la nascita dei comuni
Mappa concettuale sull'uomo medievale: la ripartizione della società nel medioevo, la concezione del tempo e la nascita e lo sviluppo dei comuni
L'UOMO MEDIEVALE
Per parlare dell'uomo medievale (scarica qui la Mappa concettuale) è molto importante capire in cosa consistesse la sua mentalità.
Gli studiosi che analizzano la mentalità d’età medievale, utilizzano documenti che sono espressione dei ceti dominanti, delle élite, o per essere più precisi, di una classe privilegiata che aveva accesso alla scrittura, a differenza della grandissima maggioranza della popolazione analfabeta.
Tuttavia alcuni documenti consentono di illuminare la via. Si tratta di materiale destinato all’educazione religiosa della masse, come per esempio le 'vite dei santi'.
- Il bene e il male
La visione dualistica del mondo è certamente l’idea che dominava le vite dell’uomo medievale: la scelta era tra Dio e Satana, e non erano permessi compromessi.
Alla sfera del meraviglioso appartenevano i fenomeni a cui l’uomo dell’epoca non riusciva a dare una spiegazione razionale: l’apparizione di stelle comete e le eclissi lunari venivano ricondotte anche in questo caso a una tensione o una rottura dell’equilibrio tra Dio e gli uomini. - La concezione del tempo
Il tempo era aspetto determinante perché aveva una fine, rappresentata dal Giudizio universale. Non a caso era misurato anche dalle preghiere (“il tempo di un’ave Maria”). Il tempo che oggi misuriamo con gli orologi era allora lontanissimo, a dominare era la dimensione del tempo agricolo, che la Chiesa seppe scandire a dovere, trasformando e sfruttando alcune feste pagane e popolari: attorno al solstizio d’inverno si organizzò la festa dell’Avvento, così come le feste primaverili furono sostituite dal rito della più importante festa cristiana, la Pasqua. - La tripartizione della società
Sul modello della Trinità divina l'architettura della società era divisa in tre ordini: chi prega - gli 'oratores'che mettevano in collegamento l’umanità con Dio -, coloro che combattono - i 'bellatores', cui spettava il compito di difendere con la spada-, quelli che lavorano - i 'laboratores', definiti anche “servi” che si trovavano in una condizione di totale subordinazione sociale, di fatto invariabile. - L’etica del “disprezzo” del denaro
Lo strumento di dominio della classi elevate non era rappresentato dal denaro, che anzi era escluso dalla morale positiva della società. I rapporti erano infatti regolati dall'insieme dei doveri, servizi, prestazioni e pagamenti.
Su coloro che maneggiavano il denaro pesava un grave discredito, per questa ragione gli usurai erano una categoria relegata nell’infamia, e anche il mestiere del mercante era particolarmente disprezzato.
LA NASCITA DEI COMUNI
A partire dal XI secolo in tutta Europa si verificò una fase di forte espansione demografica ed economica. Gli scambi commerciali si intensificarono e le città, sempre più popolose, tornarono ad avere un ruolo centrale.
Nell’Italia centro-settentrionale, contestualmente a questi mutamenti socio-economici, l’autorità centrale rappresentata dall’Impero viveva una crisi profonda per due motivi:
- I contrasti con il papato per la lotta alle investiture, oltre a minare la legittimità su cui si basava la sua autorità, avevano permesso alle città più importanti di ricevere concessioni e privilegi dall’imperatore o dal papa a seconda di quale parte decidevano di sostenere.
- Il riconoscimento del diritto di lasciare in eredità il proprio feudo ai figli, avvenuto con l’emanazione della 'Constitutio de feudis' nel 1037, aveva avviato un processo di rafforzamento dei poteri locali a discapito di quello centrale.
In questo contesto, sempre più città si dotarono di forme di autogoverno che presero il nome di comune.
I comuni che via via si costituivano, non si limitavano al governo della città, ma sin dal XII secolo ampliarono l’area di gestione del potere ai territori rurali limitrofi (il contado), soppiantando il sistema feudale.
Nato nell’Italia settentrionale, il sistema comunale si diffuse con esiti eterogenei in altre zone d’Europa, come Germania e Nord della Francia.
Inizialmente la prima forma di governo assunta dai comuni fu quella consolare, questa prevedeva che un’assemblea di cittadini illustri nominasse due o più consoli che governassero la città per un periodo limitato di tempo.
Successivamente si affermò il modello del comune podestarile, dove il governo veniva affidato a un podestà, spesso straniero, che amministrava la città per sei mesi o un anno, garantendo imparzialità.
Infine, in alcune città si affiancò al potere del podestà quello di un rappresentante del ceto popolare, dando vita al comune di popolo.
L'UOMO MEDIEVALE E LA NASCITA DEI COMUNI, MAPPA CONCETTUALE
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