Mappa concettuale sulla Grande Depressione del 1873
Mappa concettuale sulla storia della grande depressione del 1873, detta anche lunga depressione, che si protrasse fino al 1895.
GRANDE DEPRESSIONE DEL 1873
La Grande Depressione fu un periodo di crisi dell’economia globale durato all’incirca dal 1875 al 1895.
Questa fase coincide temporalmente con la Seconda rivoluzione industriale, che fu invece un periodo di forte espansione, cambiamento e innovazione dei sistemi produttivi.
Oggi tra gli studiosi si è propensi a ritenere che più che di una vera crisi economica, come la crisi del 1929 o quella più recente del 2008, la “Grande Depressione” fu in realtà un periodo di assestamento dovuto alle trasformazioni del periodo.
SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E GRANDE DEPRESSIONE
A metà dell’Ottocento nei paesi occidentali si verificò un secondo ciclo di impetuoso sviluppo industriale ed economico, noto come Seconda rivoluzione industriale.
Alla base di questa crescita ci fu un forte progresso tecnologico, che portò a un rapido sviluppo dei settori della chimica, siderurgia, del settore alimentare e della medicina.
Il motore di queste trasformazioni economiche fu l'affermarsi del sistema di produzione capitalista, e, dunque, la divisione tra proprietari dei mezzi di produzione e lavoratori salariati.
Le dottrine economiche del periodo, specie quelle liberiste, ritenevano che lo sviluppo economico e il mercato mondiale non andassero regolamentati, in quanto ritenuti in grado di auto-regolarsi, e avevano fiducia in un progresso illimitato.
Tuttavia emergevano anche voci critiche come la filosofia marxista, la quale postulava che il capitalismo, per sua stessa natura, sarebbe incorso in crisi cicliche e sistemiche.
EFFETTI DELLA GRANDE DEPRESSIONE
A partire dal 1873 nelle borse europee si verificò un'ondata di vendite da parte degli investitori, seguì il fallimento di una tra le più importanti banche americane - la Jay Cooke & Company - causando fallimenti a catena di banche e imprese rimaste senza finanziamenti.
La conseguenza principale fu uno squilibrio tra domanda e offerta, con un'ingente quantità di merci che non trovavano più acquirenti (sovrapproduzione) e il licenziamento di molti lavoratori.
L'andamento dei prezzi fu in costante calo per tutto il periodo. Uno dei motivi della crisi fu la presenza di nuovi paesi produttori, come Germania e Stati Uniti, che aumentavano la concorrenza sul mercato internazionale.
Particolarmente colpito fu il settore agricolo europeo, che entrò in crisi per via della forte concorrenza dell’agricoltura statunitense. Molti dei lavoratori agricoli rimasti disoccupati furono costretti ad emigrare: in Italia, tra il 1876 e il 1896, oltre 4 milioni di persone lasciarono il paese.
Nonostante le difficoltà, il prodotto interno lordo dei principali paesi industrializzati si mantenne in crescita, mentre i prezzi dei beni registrarono un costante calo (deflazione).
FINE DELLA GRANDE DEPRESSIONE
Nel 1896 il periodo di difficoltà economica sembrò giungere al termine, e iniziò un nuovo periodo di sviluppo industriale e tecnologico durato fino al 1914.
Un periodo che, grazie anche all’assenza di conflitti militari di rilievo, venne poi ribattezzato Belle Époque.
Gli Stati e i governi iniziarono a intervenire in modo più diretto nell’economia, proteggendo con tariffe doganali i propri prodotti dalla concorrenza estera (protezionismo).
Le imprese si erano invece organizzate in cartelli di settore per regolare la concorrenza tra di loro, mentre nascevano grossi accorpamenti industriali (i trust) che agivano talvolta in regime monopolistico.
Le teorie sulla libertà del mercato erano state sconfessate nei fatti.
Una delle conseguenze di questa nuova fase fu l’accendersi della competizione economica e politica tra le nazioni, che avrebbero dato il via all’età dell’Imperialismo e alle tensioni internazionali da cui sarebbe scaturita la Prima guerra mondiale.
GRANDE DERESSIONE DEL 1873: MAPPA CONCETTUALE
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