Mappa concettuale sulla storia dell'alfabetizzazione in Italia
Mappa concettuale sulla storia dell'alfabetizzazione in Italia dal 1861 in poi. Le principali leggi in favore dell’alfabetizzazione nel paese
ALFABETIZZAZIONE IN ITALIA
La situazione dell'Italia preunitaria è caratterizzata da un forte tasso di analfabetismo (scarica qui la Mappa concettuale) che si concentra soprattutto nelle regioni meridionali.
Tra queste è lo Stato Pontificio a manifestare un particolare stato di arretratezza. Mentre nel confronto di genere sono gli uomini ad essere più alfabetizzati rispetto alle donne.
Gli alfabetizzati si concentrano in gruppi sociali numericamente esigui.
Ad aggravare la situazione c'è anche la frammentazione politica italiana e la questione attorno alla lingua italiana, che viene risolta solo al momento dell'unificazione con l'adozione del modello manzoniano.
Critici verso il modello manzoniano rimangano diversi linguisti e letterati, tra cui spicca l'Ascoli.
Graziadio Isaia Ascoli è un eminente linguista e glottologo che si scaglia contro l'idea di una lingua omogenea imposta dall'alto e che non tiene conto della storia italiana, del suo particolarismo e della sua ricchezza culturale.
LA SCUOLA DELL'OBBLIGO IN ITALIA
Il modello scolastico piemontese, plasmato su quello prussiano, viene esteso a tutto il territorio nazionale.
La legge Coppino del 1877 impone l'obbligatorietà della frequenza scolastica.
Nonostante le numerose riforme l'analfabetismo e la bassa frequenza scolastica rimangono un enorme problema fino alla prima metà del Novecento.
Un relativo miglioramento si ha in seguito alla riforma Gentile che impone, tra le altre cose, l'obbligatorietà scolastica fino ai quattordici anni, cioè fino alla fine del ciclo della scuola media.
IL DOPOGUERRA E L'ALFABETIZZAZIONE DI MASSA
Uno dei principali motivi della scarsa efficacia delle politiche scolastiche mirate all'alfabetizzazione era la diffusa povertà e perciò la necessità, per le famiglie, d'impegnare quanto prima i figli in lavori manuali pur di elevare il reddito famigliare.
Per questo l'alfabetizzazione di massa si raggiunge solo nel dopoguerra come conseguenza del boom economico e con la reale osservazione dell'obbligo scolastico.
Ad incidere sulla soluzione del problema intervengono anche mass-media come la televisione che, con programmi come Non è mai troppo tardi, si dedica all'insegnamento verso gli adulti lavoratori.
Negli stessi anni intellettuali come Pasolini si interrogano sulle nuove forme della lingua italiana.
IL PROGRAMMA TV NON È MAI TROPPO TARDI
Alberto Manzi, conduttore e autore della trasmissione, teneva delle vere e proprie lezioni a distanza in cui, con l'aiuto di video, grafiche e disegni, insegnava i rudimenti della lettura e della scrittura.
Il programma andò in onda sull'allora primo (nonché unico!) canale della Rai dal 1960 fino al 1968, anno in cui la frequenza di massa alla scuola dell'obbligo stava risolvendo il problema.
Si calcola che, grazie alle lezioni televisive di Manzi, quasi un milione e mezzo di italiani adulti sia riuscito a conseguire la licenza elementare.
ALFABETIZZAZIONE IN ITALIA: MAPPA CONCETTUALE
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