Mappa concettuale sulla poetica di Giovanni Pascoli in Myricae

Mappa concettuale sulla poetica di Giovanni Pascoli in Myricae. Temi, stile, argomenti della poesia "delle piccole cose" del poeta italiano

Mappa concettuale sulla poetica di Giovanni Pascoli in Myricae
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MYRICAE: POETICA DI GIOVANNI PASCOLI

Giovanni Pascoli
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Myricae (scarica qui la Mappa concettuale) è la prima raccolta di poesie di Giovanni Pascoli, ma molti dei testi che la compongono erano già usciti in rivista.

Come le altre raccolte poetiche di Giovanni Pascoli, Myricae andrà espandendosi con nuovi componimenti: dalle 22 poesie della prima edizione del 1891 si arriverà alle 156 dell’ultima del 1900.

Il titolo prende a prestito un termine che viene dalla IV Bucolica di Virgilio per indicare le tamerici, umili arbusti comuni in area mediterranea, impiegati dai contadini per far ramazze o accendere il fuoco. Per Pascoli simboleggiano il mondo umile delle piccole cose legate alla terra.

La scelta del termine latino è assieme un omaggio a Virgilio, una specificazione di genere (poesia bucolica) e una dichiarazione di poetica (fondata su semplicità di materia e stile).

MYRICAE, METRICA E TEMI

Quanto alla metrica, Pascoli adopera versi di varia lunghezza, dal trisillabo all’endecasillabo, e in particolare il novenario, raro nella tradizione precedente.

Per quanto riguarda gli schemi strofici passa dal sonetto al madrigale, dall’ottava alla strofe saffica, dalla quartina alla ballata.

I temi trattati in Myricae sono diversi.

  • Nella Prefazione Pascoli suggerisce la chiave di lettura del libro, dominato dal tema funebre della rievocazione dei lutti di famiglia.
  • La dimensione privata assurge a visione del mondo, in cui al bene assicurato da madre natura si mescola il male provocato dalla malvagità dell’uomo.
  • Il tema della morte si inserisce nell’idillio bucolico spezzandolo.
  • Il nido è il luogo degli affetti e il rifugio contro la cattiveria degli uomini e la violenza della storia.

SIMBOLISMO IMPRESSIONISTICO

Pascoli ha introdotto il Simbolismo in Italia.

Gli oggetti non sono mai solo quello che sembrano, ma simboli che rimandano ad altro (per esempio, un aratro senza buoi nel campo è occasione per esprimere una condizione esistenziale di isolamento e solitudine).

È come se gli oggetti contenessero un nucleo misterioso, che il poeta intuisce e suggerisce per frammenti, con rapidi tocchi.

Al significato simbolico degli oggetti e alla frammentarietà delle immagini corrisponde anche un “disordine” nella percezione della realtà e nella sua rappresentazione.

I particolari su cui il poeta fissa la sua attenzione non sono dati oggettivi e naturalistici ma impressioni, rappresentano le cose non come «sono» ma come le «sente».

L’espediente più usato a tal fine è l’onomatopea, carattere distintivo del suo linguaggio poetico.

Per esempio il brontolio di un tuono che prelude a un temporale o il bagliore improvviso di un lampo che squarcia il buio, sono presentati in una forma poetica impressionistica, che giustappone simultaneamente una serie di immagini uditive, visive, coloristiche.

POETICA DI GIOVANNI PASCOLI IN MYRICAE: MAPPA CONCETTUALE

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Fonte: redazione

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