Mappa concettuale sulle donne nel regime fascista
Mappa concettuale sulle donne nel regime fascista: la condizione femminile durante il ventennio. Il ruolo dei mass media, la politica demografica
DONNE NEL REGIME FASCISTA
Durante la Grande Guerra (1914-1918), gli uomini si trovano al fronte a combattere, l’Italia vede aumentare in maniera significativa la manodopera femminile nelle fabbriche.
Si trattò di una condizione indispensabile al fine di sostenere lo sforzo bellico e permettere alle famiglie di procurarsi di che vivere.
Nell'immediato dopoguerra il nuovo regime si impone proponendo una ristrutturazione politica e sociale.
In questa prima fase le donne, in particolar modo le intellettuali, si schierano a favore del nuovo regime che si fa promotore di alcune questioni fondamentali, come il diritto di voto femminile, il pieno accesso al mondo del lavoro e il divorzio.
DONNA FASCISTA E MASS MEDIA
Già nel 1919 il parlamento approva la prima legge sulla capacità giuridica femminile e quella sull'estensione alle donne del diritto elettorale.
Con un analfabetismo diffuso (solo quello femminile si aggira intorno al 25% nel 1921), il regime investe moltissimo nei mezzi di comunicazione di massa a partire dalle riviste.
Le principali riviste specializzate del periodo sono:
- Rassegna femminile italiana
- Almanacco della donna fascista
ORGANIZZAZIONI FEMMINILI
Nelle linee guida per l'attività dei gruppi femminili, pubblicate il 14 gennaio 1922, il regime inizia a mettere in chiaro che alle donne è riservato un ruolo importante sì, ma secondario, con una rigida suddivisione tra impegno pubblico e domestico.
Dopo il 1925 vengono ufficialmente costituite le organizzazioni femminili fasciste:
- Fasci femminili
Associazione formata da donne italiane di provata fede fascista e irreprensibile condotta morale dai 21 anni d'età in su. Il suo compito era indirizzare e coordinare tutta l'attività delle organizzazioni femminili del Partito. - Giovani Italiane
Organizzazione per bambine e ragazze dai 4 ai 17 anni, dipendente dall'Opera Nazionale Balilla, dove le ragazze possono fare sport e uscire in occasione delle adunate per il sabato fascista. - Massaie rurali
Donne che risiedono in aree rurali o che appartengono a famiglie di proprietari terrieri, coltivatori diretti, coloni, mezzadri, inquadrate e formate per educare e istruire le donne di campagna (autarchia economica, allevamento della prole).
POLITICA DEMOGRAFICA
In questo panorama politico, inizia a presentarsi l’idea che la donna debba occuparsi di attività da svolgere a casa. Deve partorire e allevare figli, ma deve anche perseguire tutta una serie di azioni che contemplano una minima libertà di base, come la gestione di piccole attività commerciali legate all’economia familiare.
I salari femminili vengono stabiliti a un terzo di quello degli uomini, per scoraggiare il lavoro femminile non domestico, viene limitato l’accesso agli impieghi pubblici alle donne, per loro le tasse universitarie costano molto di più rispetto agli studenti maschi.
Non solo: nel 1926 i contraccettivi, ogni mezzo di controllo delle nascite e l’aborto vengono dichiarati fuori legge, perché la crescita demografica è considerata indispensabile per rafforzare il Paese.
DONNE NEL REGIME FASCISTA: MAPPA CONCETTUALE
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