Mappa concettuale su comunicazione e propaganda durante il fascismo

Mappa concettuale su comunicazione e propaganda durante il fascismo: stampa, radio e cinema sotto il regime fascista. Protagonisti e cronologia

Mappa concettuale su comunicazione e propaganda durante il fascismo
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COMUNICAZIONE E PROPAGANDA SOTTO IL FASCISMO

Come è stato possibile costruire il consenso sotto il fascismo?
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La progaganda (scarica qui la mappa concettuale) è così definita dal vocabolario Treccani:

Azione che tende a influire sull’opinione pubblica, orientando verso determinati comportamenti collettivi, e l’insieme dei mezzi con cui viene svolta. 

Il Regime Fascista seppe sfruttare al meglio i “nuovi” mezzi di comunicazione di massa che permisero una rapida diffusione delle sue ideologie, plagiando cosi l’intera popolazione italiana.

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FASCISMO: LA STAMPA

Fin dai primi anni del regime la stampa fu sottoposta a un controllo formale.

Con le Leggi Fascistissime (1925-1926) Mussolini dispose che ogni giornale avesse un direttore responsabile iscritto al partito fascista e che il giornale stesso, prima di essere pubblicato, fosse sottoposto ad un controllo.

Queste stesse leggi, inoltre, istituirono L’Ordine dei Giornalisti, i cui membri dovevano far parte del partito fascista.

Nel 1937 venne istituito il Ministero Della Cultura Popolare (Min.Cul.Pop.) che aveva la funzione di controllare ogni pubblicazione sequestrando tutti quei documenti ritenuti pericolosi o contrari al regime e di diffondere i cosiddetti "ordini di stampa" con i quali si impartivano precise disposizioni circa il contenuto degli articoli, l’importanza dei titoli e la loro grandezza.

Nonostante il controllo attuato dal fascismo alcuni giornali d’opposizione come, La Stampa e Il Corriere della Sera,  riuscirono a mantenere un margine di libertà di espressione.

FASCISMO: LA RADIO

Fino agli anni ’30 il regime privilegiò l’informazione e la propaganda scritta; solo col tempo comprese la capacità di penetrazione dello strumento radiofonico, considerati gli alti tassi d’analfabetismo e la scarsa propensione alla lettura. Fu così che la radio assunse un ruolo di primo piano.

I programmi trasmessi erano costituiti per lo più da discorsi del Duce o del Führer, marce ufficiali o conversazioni sul razzismo. Mussolini, dopo un attento studio delle potenzialità pedagogiche e propagandistiche del mezzo, lanciò la campagna Il villaggio deve avere la radio (per l’ascolto di massa) in concomitanza con lo slogan hitleriano La radio in ogni casa (per l’ascolto individuale).

Nel 1933 iniziarono le trasmissioni dell’Ente Radio Rurale (1933), organo rivolto agli studenti (la domenica agli agricoltori), allo scopo di promuovere l’acculturazione di massa.

FASCISMO: IL CINEMA

Nel 1925 venne istituito L’Unione Cinematografica Educativa, meglio noto come Istituto L.U.C.E.. Si trattava di un ente di stato per la propaganda e la diffusione della cultura popolare.

L'istituto provvedeva alla creazione dei cinegiornali che venivano proiettati obbligatoriamente in tutte le sale cinematografiche italiane. Negli anni '30 a Roma nascono gli Studi di Cinecittà.

COMUNICAZIONE E PROPAGANDA DURANTE IL FASCISMO: MAPPA CONCETTUALE

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Fonte: redazione

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