Mappa concettuale sul capitolo 37 de I promessi sposi
Mappa concettuale sul capitolo 37 de I promessi sposi, il capitolo in cui Manzoni racconta la morte di padre Cristoforo e di Don Ferrante
CAPITOLO 37 DE I PROMESSI SPOSI
In questo capitolo dei promessi sposi di Alessandro Manzoni Renzo, lasciato il lazzaretto sotto un violento temporale, va verso il suo paese, dove arriva all'alba. Qui trova nuovamente ospitalità dall'amico, gli racconta tutti i particolari del suo viaggio e lo invita a fargli da testimone (scarica qui la Mappa concettuale).
Il mattino dopo va a Pasturo da Agnese, informandola di ogni cosa e poi torna a casa dell'amico. Dopo un giorno si reca ancora nel Bergamasco da Bortolo, avendo ormai deciso di trasferirsi lì con Lucia. Trascorso qualche giorno torna al suo paese natale, poi ritorna a Pasturo per riprendere Agnese e portarla a casa sua dove insieme aspetteranno l'arrivo di Lucia.
La giovane intanto ha lasciato il lazzaretto e fa la quarantena a Milano nella casa della mercantessa, che la informa dell'arresto di Gertrude. Lucia apprende della morte, causata dalla peste, di padre Cristoforo. Prima di lasciare Milano Lucia vorrebbe avere notizie dei suoi padroni e si fa accompagnare dalla mercantessa alla loro casa, apprendendo che anche loro sono morti per la peste.
Manzoni riprende la trattazione dell'anonimo circa la figura di don Ferrante: l'uomo attribuisce le cause del contagio della peste alle influenze astrali per cui, a suo parere, è inutile prendere precauzioni. Così, non prendendo alcuna precauzione, si ammala di peste e muore come un eroe di Metastasio, prendendosela con gli astri.
Con quest'ultimo episodio Manzoni lancia una frecciata a Metastasio (1698 - 1782), il più celebre autore di melodrammi del teatro italiano e a tutte le melodrammatiche invocazioni che i suoi eroi e le sue eroine rivolgono di continuo ai numi e alle stelle.
CAPITOLO 37 I PROMESSI SPOSI, TEMPO E LUOGO DEL RACCONTO
Il capitolo è ambientato fra l'agosto e il settembre 1630.
I luoghi sono vari:
- Il paese di Renzo e Lucia
Il nome non viene mai citato da Manzoni, sappiamo che si trova nei pressi di Lecco e che si tratta di una piccola comunità contadina, i cui abitanti sono molto uniti anche se sottomessi alla tirannia di don Rodrigo. La casa di Renzo si trova al centro del paese, mentre quella di Lucia e Agnese è posta al fondo, quasi appartata dal resto dell'abitato. - Milano
È la sede del governo spagnolo dell'epoca e uno dei principali centri dell'Italia settentrionale. La città è descritta da Manzoni come caotica e tumultuosa, malsana e dominata da una folla disordinata e violenta che si contrappone alla pacifica e quieta popolazione contadina dei piccoli centri - Monza
- Pasturo
- Bergamo
Oggi capoluogo di provincia della Lombardia, all'epoca del romanzo si trovava nel territorio della Repubblica di Venezia. Situata non lontano dal corso dell'Adda che allora per un tratto fungeva da confine naturale con il Ducato di Milano. Fin dall'inizio del romanzo ci viene detto che molti filatori milanesi emigravano nel Bergamasco perché attratti da migliori condizioni di lavoro. - Il lazzaretto
Era il luogo di confinamento e d'isolamento per portatori di malattie contagiose, in particolar modo di lebbra e di peste.
CAPITOLO 37 PROMESSI SPOSI, TEMA PRINCIPALE
Il tema principale del capitolo è ancora una volta quello della religione.
Secondo Manzoni l'intervento della Chiesa nella vita sociale oltre a rispondere al sua perpetua vocazione missionaria è funzionale a svolgere una funzione di mediazione fra le classi, e dunque nei conflitti tra interessi opposti.
Ascolta su Spreaker.PERSONAGGI CAPITOLO 37 PROMESSI SPOSI
Ecco i personaggi principali del capitolo:
- Renzo
Protagonista maschile della vicenda, il suo nome completo è Lorenzo ed è un filatore di seta assai abile. È descritto come un giovane di circa vent'anni, orfano di entrambi i genitori dall'adolescenza, onesto e di buona indole, ma piuttosto facile alla collera e impulsivo. Rispetto a Lucia si può considerare un personaggio dinamico, in quanto le vicende del romanzo costituiscono per lui un percorso di "formazione" al termine del quale sarà più saggio e maturo. - Bortolo
È il cugino di Renzo che vive e lavora in un paese vicino a Bergamo e che offre rifugio e lavoro al protagonista. - L'amico di Renzo
Di lui non ci viene fatto il nome, sappiamo soltanto che è ha più o meno l'età di Renzo, che i due sono vicini di casa e che la sua famiglia è stata sterminata dalla peste. - Agnese
È la madre di Lucia, un'anziana vedova che vive con l'unica figlia. Donna sveglia ma incline al pettegolezzo, di lei non c'è una descrizione fisica, è presentata come una donna avanti negli anni. - Lucia
È la protagonista femminile, promessa sposa di Renzo. Ha una solida fede nella Provvidenza divina, incapace di serbare rancore, è dunque un personaggio statico, a differenza di Renzo che compie un percorso di maturazione all'interno della vicenda. - La mercantessa
È una donna di circa trentanni, vedova di un mercante di Milano che durante la peste del 1630 perde in pochi giorni il marito e tutti i figli, ammalandosi poi a sua volta. Viene portata al lazzaretto e messa nella stessa capanna in cui è ricoverata Lucia. Tra le due nasce un'affettuosa amicizia tanto che la donna si dice pronta, quando anche lei sarà completamente guarita, a riportare Lucia al suo paese per riaffidarla alla madre Agnese, e ad offrire alla giovane sposa il suo corredo, per lei ormai del tutto inutile non essendole rimasto più nessuno. - Padre Cristoforo
È uno dei frati cappuccini del convento di Pescarenico, padre confessore di Lucia e impegnato ad aiutare i due promessi. Viene trasferito a Rimini, a causa dell'ingerenza di don Rodrigo, dove il frate si recherà in ossequio al voto di obbedienza, e da qui andrà a Milano dopo lo scoppio della peste, per accudire gli ammalati nel lazzaretto. - Gertrude
È la monaca del convento di Monza dove si rifugiano Agnese e Lucia in seguito alla fuga dal paese e al fallito tentativo di rapire la giovane da parte di don Rodrigo. È figlia di un ricco e influente principe di Milano, e grazie alle sue nobili origini gode di grande prestigio e di una certa libertà all'interno del convento. Il personaggio è ispirato alla figura storica di Marianna de Leyva (1575-1650), figlia di Martino conte di Monza e costretta a farsi monaca dal padre contro la sua volontà per motivi di decoro aristocratico. - Donna Prassede
È una nobildonna milanese moglie di don Ferrante. Persona estremamente bigotta, convinta di dover fare del bene al prossimo ma più per puntiglio personale che per un'autentica inclinazione caritatevole. Manzoni ci informa che donna Prassede ha cinque figlie, di cui tre sono monache e due sposate, per cui la nobile si sente in dovere di dettar legge e intromettersi nelle faccende di tre monasteri e due famiglie. - Don Ferrante
Il nobile è un uomo di studio. Possiede una biblioteca che conta circa trecento volumi (un numero considerevole per l'epoca) e nella quale l'uomo trascorre molto tempo sprofondato nelle sue letture, gloriandosi di essere esperto in vari campi del sapere. Manzoni passa in rassegna le opere più significative di questa raccolta in cui emerge, secondo il suo punto di vista, la banalità della cultura dell'epoca: vi sono testi di astrologia, filosofia antica, naturalistica, magia e stregoneria, di storia e politica, e soprattutto di scienza cavalleresca. È proprio in questa materia che il personaggio viene considerato una specie di autorità.
ANALISI CAPITOLO 37 PROMESSI SPOSI
Il violento temporale che si scatena all'inizio del capitolo e che accompagna Renzo nel suo viaggio di ritorno è presentato come una pioggia purificatrice che porta via il contagio.
Storicamente la peste cominciò a perdere di intensità nell'autunno del 1630, cessando del tutto solo nei primi mesi del 1631.
In questo capitolo viene detto per la prima e unica volta nel romanzo che Agnese è vedova, particolare fino a questo momento taciuto, mentre del defunto marito della donna, nonché padre di Lucia, non viene mai detta neppure una parola in tutto l'arco della narrazione.
L'episodio di don Ferrante con il suo strampalato ragionamento filosofico è ironico, tuttavia Manzoni si rifà all'ignoranza in materia di peste già affrontata nei capp. XXXI-XXXII, in cui si diceva che anche i medici davano credito ad assurde teorie come gli untori o le influenze astrali.
MAPPA CONCETTUALE CAPITOLO 37 I PROMESSI SPOSI
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