Mappa concettuale sul capitolo 28 de I promessi sposi

Mappa concettuale sul capitolo 28 de I promessi sposi, dedicato alla carestia e alla discesa dei Lanzichenecchi in Lombardia. Trama e personaggi

Mappa concettuale sul capitolo 28 de I promessi sposi
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CAPITOLO 28 I PROMESSI SPOSI

In questo capitolo de I promessi sposi di Alessandro Manzoni si inizia a parlare per la prima volta delle cause della peste: la carestia nel nord Italia e la discesa dei Lanzichenecchi. Si tratta di un capitolo molto denso che andremo velocemente ad analizzare nei suoi punti focali (scarica qui la Mappa concettuale).

Nel corso del capitolo Manzoni racconta dei provvedimenti del governo di Milano dopo il tumulto di S. Martino, tra i quali la grida firmata da Antonio Ferrer.

La carestia si aggrava in tutto il Ducato. Il cardinal Borromeo soccorre con opere di carità i bisognosi in città ma la situazione si aggrava sempre di più: il numero dei morti cresce di giorno in giorno ed essi vengono prontamente sostituiti da nuovi affamati provenienti dai paesi vicini.

Nella primavera del 1629 il Tribunale di Provvisione dispone che tutti gli accattoni della città vengano raccolti nel lazzeretto ma ciò determina un aumento delle epidemie e della mortalità. Nell'estate del 1629 il raccolto di grano è abbondante e questo fa cessare la terribile carestia, consentendo agli accattoni di lasciare Milano.

Manzoni ritorna sulle vicende della guerra di Mantova e sulla discesa dei lanzichenecchi. Il passaggio dei soldati tedeschi spaventa per le ruberie e i saccheggi ma anche perché la peste cova tra le file di quelle armate. Il medico Alessandro Tadino comunica al governatore di Milano don Gonzalo il pericolo imminente ma questo risponde che il passaggio dell'esercito imperiale avviene per ragioni di alta politica, dunque non si può impedire.

Don Gonzalo viene rimosso dall'incarico di governatore da parte del re di Spagna per via del cattivo esito della guerra di Mantova e del Monferrato. Nel settembre del 1629 i lanzichenecchi avanzano nel Ducato di Milano, fino ad arrivare nel territorio di Lecco.

I lanzichenecchi erano i soldati mercenari arruolati da Legioni tedesche del Sacro Romano Impero Germanico che nella guerra di Mantova e del Monferrato si schiera con la Spagna.  Il termine deriva dal tedesco Landsknecht, servo della regione (Land = terra, patria + Knecht = servitore).

Il capitolo è interamente occupato da una digressione storica e per la prima volta non compare nessuno dei personaggi principali del romanzo. Si divide in due parti:

  • La prima descrive l'infuriare della carestia nel Milanese dopo il tumulto di S. Martino,
  • La seconda narra le successive vicende della guerra di Mantova e del Monferrato, che porteranno alla calata dei lanzichenecchi in Lombardia e al diffondersi dell'epidemia di peste.

CAPITOLO 28 DE I PROMESSI SPOSI, TEMPO E LUOGO

il tempo del racconto va dall'11 novembre 1628 all'autunno 1629.

I luoghi del racconto sono principalmente due:

  • Milano
    È la sede del governo spagnolo dell'epoca e uno dei principali centri dell'Italia settentrionale. La città è descritta da Manzoni come caotica e tumultuosa, malsana e dominata da una folla disordinata e violenta che si contrappone alla pacifica e quieta popolazione contadina dei piccoli centri. È lo scenario di due importanti episodi narrativi: il primo viaggio di Renzo, in occasione del tumulto per il pane dell'11 novembre 1628, e il secondo viaggio quando la città è sconvolta dalla peste del 1630. Lucia viene mostrata sempre all'interno della casa di donna Prassede e don Ferrante e poi nel lazzaretto.
  • Il lazzaretto
    Era il luogo di confinamento e d'isolamento per portatori di malattie contagiose, in particolar modo di lebbra e di peste.

Il tempo del racconto va dall'11 novembre 1628 all'autunno 1629.

I luoghi del racconto sono principalmente due:

  • Milano
    È la sede del governo spagnolo dell'epoca e uno dei principali centri dell'Italia settentrionale. La città è descritta da Manzoni come caotica e tumultuosa, malsana e dominata da una folla disordinata e violenta che si contrappone alla pacifica e quieta popolazione contadina dei piccoli centri. È lo scenario di due importanti episodi narrativi: il primo viaggio di Renzo, in occasione del tumulto per il pane dell'11 novembre 1628, e il secondo viaggio quando la città è sconvolta dalla peste del 1630. Lucia viene mostrata sempre all'interno della casa di donna Prassede e don Ferrante e poi nel lazzaretto.
  • Il lazzaretto
    Era il luogo di confinamento e d'isolamento per portatori di malattie contagiose, in particolar modo di lebbra e di peste.
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CAPITOLO 28 I PROMESSI SPOSI, PERSONAGGI

Per la prima voilta, abbiamo detto, in questo capitolo non compaiono personaggi principali. Ecco quindi quali sono i personaggi del racconto:

  • Don Gonzalo Fernández de Córdoba
    Personaggio storico (1590-1635) è il governatore dello Stato di Milano (1626-1629) durante il dominio spagnolo in Lombardia. Fu condottiero dell'esercito spagnolo e combattè al fianco di Carlo Emanuele I di Savoia nella guerra di Mantova. Il personaggio viene rappresentato come un politico incompetente e ambizioso, interessato più alla gloria personale e alle vicende della guerra che non alla popolazione milanese affidata al suo governo, espressione di quegli uomini di Stato del tutto inadeguati al ruolo che ricoprono.
  • Antonio Ferrer
    Personaggio storico (1564-1635) è il gran cancelliere dello Stato di Milano dal 1619 al 1635, sostituendo nel 1628 il governatore don Gonzalo Fernandez de Cordoba impegnato nell'assedio di Casale Monferrato. In questo capitolo l'autore spiega che a Milano, in seguito alla rivolta dell'11 e del 12 novembre 1628, il pane si vende nuovamente a buon prezzo e ciò in forza di provvedimenti di legge tra cui una grida a firma del gran cancelliere, in cui si minacciano pene severe a chiunque acquisti pane in misura eccedente il bisogno e ai fornai che non ne vendano al pubblico in quantità sufficiente. Manzoni osserva con la consueta ironia che, se tali gride fossero state eseguite, il ducato di Milano avrebbe avuto più galeotti della Gran Bretagna nel XIX secolo.  La figura del Ferrer è delineata in maniera ironica e impietosa dall'autore, che lo rappresenta come un testardo incompetente che con i suoi provvedimenti insensati è stato causa della rivolta.
  • Il cardinal Borromeo
    È il cardinale arcivescovo di Milano che raccoglie la confessione dell'innominato e ne favorisce la clamorosa conversione, consentendo in tal modo la liberazione di Lucia e una positiva svolta nella vicenda dei due promessi.  La sua figura è ispirata al personaggio storico di Federigo Borromeo (1564-1631).
    Nel 1607 fondò a Milano la Biblioteca Ambrosiana. Aperta al pubblico dal 1609, fu tra le prime biblioteche a consentire l'accesso a chiunque fosse in grado di leggere e scrivere. Oggi è tra le biblioteche storiche più prestigiose al mondo.
    Ed è proprio in questa biblioteca che Manzoni consultò molti volumi e si documentò sulla storia del XVII secolo, raccogliendo materiale per i 'Promessi sposi'.
  • Ambrogio Spinola
    Personaggio storico (1569-1630) è il nobile genovese che nel 1629 sostituisce don Gonzalo Fernandez de Cordoba nella carica di governatore di Milano, dopo la sua rimozione in seguito al cattivo esito della guerra e dell'assedio di Casale Monferrato. L'autore condanna con impietosa ironia la sua figura, simile a quella di don Gonzalo per la volontà caparbia di fare la guerra e la sordità ai problemi della popolazione a lui sottomessa, mentre viene criticata anche la storiografia ufficiale che ne ha esaltato la condotta militare e ne ha invece sottaciuto le gravi colpe nel sottovalutare il pericolo della peste e nel non assumere i necessari provvedimenti per arginare il contagio.

Nota: cosa sono le grida?

Grida s. f. (pl. “le gride”), in origine bando, editto, ordine o avviso dell’autorità che si faceva gridare pubblicamente dai banditori. Dal XVI secolo la parola passò a indicare i provvedimenti legislativi emanati dai governatori di Milano durante la dominazione spagnola.

TEMI DEL CAPITOLO 28 DE I PROMESSI SPOSI

I temi principali del capitolo:

  • Giustizia
    È uno dei temi portanti del romanzo. Secondo Manzoni occorrono profonde riforme del sistema giudiziario che assicurino più ampie garanzie ai cittadini e consentano di perseguire nel modo dovuto i delitti, secondo la lezione di intellettuali come Pietro Verri e Cesare Beccaria, autore dell'opera 'Dei delitti e delle pene' nonché nonno materno di Manzoni. Alla giustizia terrena, imperfetta e sempre soggetta all'errore, viene sempre contrapposta quella divina, infallibile e inesorabile.
  • Nobiltà e potere
    Manzoni rivolge un'aspra critica ai membri dell'aristocrazia, accusati di condurre una vita gaudente e dissipata che li porta a compiere abusi e ingiustizie ai danni dei più deboli. La critica agli esponenti della nobiltà si accompagna a quella dei meccanismi del potere connessi all'aristocrazia. Nei comportamenti privati quanto nell'esercizio della pubblica autorità gli uomini di Stato dimostrano gravi mancanze, talvolta dovute a semplice incompetenza e inadeguatezza.
  • Chiesa e religione
    Secondo Manzoni l'intervento della Chiesa nella vita sociale oltre a rispondere al sua perpetua vocazione missionaria è funzionale a svolgere una funzione di mediazione fra le classi, e dunque nei conflitti tra interessi opposti.

I RIFERIMENTI STORICI DEL CAPITOLO 28

In questo capitolo ci sono tre fatti storici riportati da manzoni a cornice del racconto:

  • Il tumulto di S. Martino
    È la sommossa popolare che si scatena a Milano nei giorni 11 e 12 novembre 1628, per questo detta "tumulto di S. Martino" o anche "rivolta del pane". Le cause della sollevazione affondano nella carestia che affligge il territorio milanese negli anni 1627-1628 e che ha prodotto un notevole rincaro del prezzo del grano e del pane.
  • La guerra di Mantova e del Monferrato
    La guerra di successione di Mantova e del Monferrato (1628-1631) scoppiò alla morte senza eredi di Vincenzo II Gonzaga, duca di Mantova e del Monferrato, i cui possessi vennero contesi tra Carlo Gonzaga di Nevers, sostenuto dalla Francia di Richelieu, e Ferrante Gonzaga duca di Guastalla, sostenuto dalla Spagna. In seguito entrarono nel conflitto anche Carlo Emanuele I di Savoia e l'imperatore Ferdinando II d'Asburgo al fianco della Spagna, mentre Venezia e il papa Urbano VIII sostenevano la Francia. Lo scontro si inserisce del quadro generale della guerra dei trent'anni e fu una delle cause della terribile carestia che afflisse il Milanese ma anche della calata dei lanzichenecchi che porteranno il contagio della peste.
  • La peste
    È la terribile epidemia che si scatenò nel Nord Italia tra il 1630 e il 1631, decimando la popolazione e infuriando con particolare virulenza nella città di Milano, allora tra le più popolose della regione.  L'epidemia si propagò facilmente a causa delle terribile carestia e in seguito al passaggio dei lanzichenecchi. Si stima che in Italia settentrionale tra il 1630 e il 1631 morirono per la peste 1.100.000 persone su una popolazione complessiva di circa 4 milioni.

MAPPA CONCETTUALE CAPITOLO 28 I PROMESSI SPOSI

Scarica il file in formato PDF: mappa concettuale sul capitolo 28 de I promessi sposi: riassunto e spiegazione degli eventi, dei personaggi e dello stile.

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Mappa concettuale capitolo 28 I promessi sposi
Fonte: redazione

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