Speciale Promessi sposi

Mappa concettuale sul capitolo 27 de I promessi sposi

Mappa concettuale sul capitolo 27 de I promessi sposi, in cui Manzoni entra nel dettaglio della guerra di mantova e del Monferrato

Mappa concettuale sul capitolo 27 de I promessi sposi
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CAPITOLO 27 I PROMESSI SPOSI

In questo capitolo de I promessi sposi di Alessandro Manzoni l'autore spiega le ragioni per cui il governatore don Gonzalo si è interessato a Renzo ed entra nel dettaglio delle dinamiche della guerra di Mantova e del Monferrato (scarica qui la Mappa concettuale).

In questo capitolo inizia anche la corrispondenza tra Renzo e Agnese ma la condizione di latitanza di Renzo e l'analfabetismo dei due, rendono complicato lo scambio epistolare. Manzoni fa una digressione sulla corrispondenza dei contadini nel Seicento e ai suoi giorni.

Agnese riesce a mandare i cinquanta scudi donati dall'innominato, informandolo per lettera del voto di Lucia. Renzo, alterato, risponde che non si metterà mai l'animo in pace. Agnese riesce a informare Lucia, ormai ospite di donna Prassede a Milano, che Renzo è in salvo. La nobildonna milanese, convinta che Renzo sia un delinquente, vuole convincere Lucia a dimenticarlo, ma la giovane continua a pensare a lui. Manzoni descrive, in chiave decisamente satirica, la biblioteca di don Ferrante.

Alla fine del capitolo l'autore ci informa che da lì sino all'autunno del 1629 i personaggi principali non si muoveranno da dove si trovano (Agnese al paese, Lucia a Milano e Renzo nel Bergamasco) e verranno poi coinvolti in due eventi drammatici sul piano storico, la calata dei lanzichenecchi in Lombardia e l'epidemia di peste.

Ricorda! La rappresentazione, sullo sfondo, di una situazione storica è uno degli ingredienti principali del romanzo storico. Scrive Manzoni:

Ora, perché i fatti privati che ci rimangon da raccontare, riescan chiari, dobbiamo assolutamente premettere un racconto alla meglio di quei pubblici, prendendola anche un po’ da lontano.

I RIFERIMENTI STORICI DEL CAPITOLO 27 DE I PROMESSI SPOSI

Come abbiamo visto, questo capitolo contiene due importanti riferimenti storici. Vediamoli nello specifico:

Il tumulto di S. Martino
È la sommossa popolare che si scatena a Milano nei giorni 11 e 12 novembre 1628, per questo detta "tumulto di S. Martino" o anche rivolta del pane. Le cause della sollevazione affondano nella carestia che affligge il territorio milanese negli anni 1627-1628 e che ha prodotto un notevole rincaro del prezzo del grano e del pane.

La guerra di Mantova e del Monferrato
La guerra di successione di Mantova e del Monferrato (1628-1631) scoppiò alla morte senza eredi di Vincenzo II Gonzaga, duca di Mantova e del Monferrato, i cui possessi vennero contesi tra Carlo Gonzaga di Nevers, sostenuto dalla Francia di Richelieu, e Ferrante Gonzaga duca di Guastalla, sostenuto dalla Spagna. In seguito entrarono nel conflitto anche Carlo Emanuele I di Savoia e l'imperatore Ferdinando II d'Asburgo al fianco della Spagna, mentre Venezia e il papa Urbano VIII sostenevano la Francia.
Lo scontro si inserisce del quadro generale della guerra dei trent'anni e fu una delle cause della terribile carestia che afflisse il Milanese ma anche della calata dei lanzichenecchi che porteranno il contagio della peste.

CAPITOLO 27 PROMESSI SPOSI: LUOGO E TEMPO DEL RACCONTO

Il capitolo è ambientato nel Dicembre 1628 e mesi successivi.

Ecco i luoghi del racconto:

  • Il paese di Renzo e Lucia
    Il nome non viene mai citato da Manzoni, sappiamo che si trova nei pressi di Lecco e che si tratta di una piccola comunità contadina, i cui abitanti sono molto uniti anche se sottomessi alla tirannia di don Rodrigo. La casa di Renzo si trova al centro del paese, mentre quella di Lucia e Agnese è posta al fondo, quasi appartata dal resto dell'abitato.
  • Milano
    È la sede del governo spagnolo dell'epoca e uno dei principali centri dell'Italia settentrionale. La città è descritta da Manzoni come caotica e tumultuosa, malsana e dominata da una folla disordinata e violenta che si contrappone alla pacifica e quieta popolazione contadina dei piccoli centri. È lo scenario di due importanti episodi narrativi: il primo viaggio di Renzo, in occasione del tumulto per il pane dell'11 novembre 1628, e il secondo viaggio quando la città è sconvolta dalla peste del 1630.  Lucia viene mostrata sempre all'interno della casa di donna Prassede e don Ferrante e poi nel lazzaretto.
  • Bergamo
    Oggi capoluogo di provincia della Lombardia, all'epoca del romanzo si trovava nel territorio della Repubblica di Venezia. Situata non lontano dal corso dell'Adda che allora per un tratto fungeva da confine naturale con il Ducato di Milano. Fin dall'inizio del romanzo ci viene detto che molti filatori milanesi emigravano nel Bergamasco perché attratti da migliori condizioni di lavoro. In questo capitolo l'autore ci informa che, per via dei rapporti politici assai tesi fra i due ducati, il governo di Venezia finge di compiere superficiali ricerche del fuggiasco Renzo su pressioni del governatore di Milano don Gonzalo, mentre in realtà non c'è alcuna intenzione di trovarlo né tantomeno di consegnarlo alle autorità milanesi. Renzo soggiorna nel Bergamasco dal novembre 1628 sino all'estate 1630.
  • Pescarenico
    Renzo, non sapendo dove si trovino Lucia e Agnese, fa recapitare la prima lettera al convento dei cappuccini di Pescarenico ma data l'assenza di padre Cristoforo la missiva si perde e non se ne sa più nulla.
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PERSONAGGI CAPITOLO 27 I PROMESSI SPOSI

Personaggi del capitolo:

  • Renzo
    Protagonista maschile della vicenda, il suo nome completo è Lorenzo ed è un filatore di seta assai abile. È descritto come un giovane di circa vent'anni, orfano di entrambi i genitori dall'adolescenza, onesto e di buona indole, ma piuttosto facile alla collera e impulsivo. Il suo carattere irascibile e irruento gli causerà spesso dei guai, specie durante la sommossa a Milano il giorno di S. Martino quando, per ingenuità e leggerezza, verrà scambiato per uno dei capi della rivolta e sfuggirà per miracolo all'arresto. Rispetto a Lucia si può considerare un personaggio dinamico, in quanto le vicende del romanzo costituiscono per lui un percorso di "formazione" al termine del quale sarà più saggio e maturo.
  • Agnese
    È la madre di Lucia, un'anziana vedova che vive con l'unica figlia. Donna sveglia ma incline al pettegolezzo, di lei non c'è una descrizione fisica, è presentata come una donna avanti negli anni.
  • Don Gonzalo Fernández de Córdoba
    Personaggio storico (1590-1635) è il governatore dello Stato di Milano (1626-1629) durante il dominio spagnolo in Lombardia. Fu condottiero dell'esercito spagnolo e combattè al fianco di Carlo Emanuele I di Savoia nella guerra di Mantova. Il personaggio viene rappresentato come un politico incompetente e ambizioso, interessato più alla gloria personale e alle vicende della guerra che non alla popolazione milanese affidata al suo governo, espressione di quegli uomini di Stato del tutto inadeguati al ruolo che ricoprono.
  • Bortolo
    È il cugino di Renzo che vive e lavora in un paese vicino a Bergamo e che offre rifugio e lavoro al protagonista dopo la sua fuga da Milano in seguito al tumulto di S. Martino, quando è braccato dalla giustizia.
  • Alessio di Maggianico
    È un cugino di Agnese che vive a Maggianico, un paesino vicino Lecco. “Contadino letterato” che aiuta Agnese a leggere e redigere la corrispondenza.
  • Lucia
    È la protagonista femminile, promessa sposa di Renzo. Ha una solida fede nella Provvidenza divina, incapace di serbare rancore, è dunque un personaggio statico, a differenza di Renzo che compie un percorso di maturazione all'interno della vicenda.
  • Donna Prassede
    È una nobildonna milanese moglie di don Ferrante che ospita Lucia. Persona estremamente bigotta, convinta di dover fare del bene al prossimo ma più per puntiglio personale che per un'autentica inclinazione caritatevole. Manzoni ci informa che donna Prassede ha cinque figlie, di cui tre sono monache e due sposate, per cui la nobile si sente in dovere di dettar legge e intromettersi nelle faccende di tre monasteri e due famiglie.
  • Don Ferrante
    Il nobile è un uomo di studio e non gli piace comandare né ubbidire, l'unica concessione che fa a donna Prassede è di scrivere per lei qualche lettera. Possiede una biblioteca che conta circa trecento volumi (un numero considerevole per l'epoca) e nella quale l'uomo trascorre molto tempo sprofondato nelle sue letture, gloriandosi di essere esperto in vari campi del sapere. Manzoni passa in rassegna le opere più significative di questa raccolta in cui emerge, secondo il suo punto di vista, la banalità della cultura dell'epoca: vi sono testi di astrologia, filosofia antica, naturalistica, magia e stregoneria, di storia e politica, e soprattutto di scienza cavalleresca. È proprio in questa materia che il personaggio viene considerato una specie di autorità (Manzoni polemizza contro la concezione distorta dell'onore e della cavalleria, fonte di tanti soprusi e ingiustizie all'epoca del romanzo).
    La biblioteca di don Ferrante si pone come vera e propria antitesi rispetto alla Biblioteca Ambrosiana istituita dal Cardinal Borromeo.

TEMI DEL CAPITOLO 27 DE I PROMESSI SPOSI

I temi principali del capitolo sono:

  • Giustizia
    È uno dei temi portanti del romanzo. Secondo Manzoni occorrono profonde riforme del sistema giudiziario che assicurino più ampie garanzie ai cittadini e consentano di perseguire nel modo dovuto i delitti, secondo la lezione di intellettuali come Pietro Verri e Cesare Beccaria, autore dell'opera Dei delitti e delle pene nonché nonno materno di Manzoni. Alla giustizia terrena, imperfetta e sempre soggetta all'errore, viene sempre contrapposta quella divina, infallibile e inesorabile.
  • Nobiltà e potere
    Manzoni rivolge un'aspra critica ai membri dell'aristocrazia, accusati di condurre una vita gaudente e dissipata che li porta a compiere abusi e ingiustizie ai danni dei più deboli. La critica agli esponenti della nobiltà si accompagna a quella dei meccanismi del potere connessi all'aristocrazia. Nei comportamenti privati quanto nell'esercizio della pubblica autorità gli uomini di Stato dimostrano gravi mancanze, talvolta dovute a semplice incompetenza e inadeguatezza.

MAPPA CONCETTUALE CAPITOLO 27 I PROMESSI SPOSI

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Fonte: redazione

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