Mappa concettuale sul capitolo 24 de I promessi sposi
Mappa concettuale sul capitolo 24 de I promessi sposi, il capitolo che tratta la conversione dell'Innominato e l'incontro di Lucia e Agnese
CAPITOLO 24 PROMESSI SPOSI
Di cosa parla il capitolo 24 de I promessi sposi di Alessandro Manzoni? Vediamo la trama (scarica qui la Mappa concettuale):
Lucia si risveglia, la vecchia la invita a mangiare, arrivano don Abbondio e la moglie del sarto. Segue l'incontro con l'Innominato che chiede perdono.
La giovane è condotta in casa del sarto, dove è ospitata dalla famigliola. Lucia, che ha pronunciato un voto di castità, si rammarica di averlo fatto, ma memore della sofferenza patita durante il rapimento e della fede provata al momento della pronuncia, lo rinnova, pregando la Madonna di darle la forza di rispettarlo.
Nelle scene successive, Agnese giunge dal paese e riabbraccia la figlia. Il cardinal Borromeo decide di «rendere onore alla sventura» quindi si reca in visita alla casa del sarto. Agnese gli rivela le mancanze di don Abbondio e Lucia confessa il matrimonio a sorpresa attuato con Renzo alle spalle del curato, ma il cardinale la invita ad essere indulgente con stessa, in quanto si tratta di una colpa lieve.
Il capitolo si chiude con l'innominato che comunica ai bravi la propria conversione.
CAPITOLO 24 I PROMESSI SPOSI, LUOGHI E TEMPO
Dove è ambientato il racconto?
- Il castello dell'innominato
Il luogo è stato interpretato come un riflesso simbolico dell'indole del suo signore, che vive nella sua solitudine asserragliato su un'alta montagna. - Il paese vicino
Così leggiamo nel romanzo: «Il manoscritto non dice quanto ci fosse dal castello al paese dov’era il cardinale; ma dai fatti che siam per raccontare, risulta che non doveva esser più che una lunga passeggiata».
Quando è ambientato?
- Novembre 1628
I PROMESSI SPOSI, CAPITOLO 24: PERSONAGGI
Nel capitolo 24 de I promessi sposi intervengono diversi personaggi:
- Lucia
È la protagonista femminile, promessa sposa di Renzo. Ha una solida fede nella Provvidenza divina, incapace di serbare rancore, è dunque un personaggio statico, a differenza di Renzo che compie un percorso di maturazione all'interno della vicenda. - Agnese
È la madre di Lucia, un'anziana vedova che vive con l'unica figlia. Donna sveglia ma incline al pettegolezzo, di lei non c'è una descrizione fisica, è presentata come una donna avanti negli anni.
Viene informata della liberazione di Lucia e sale sul baroccio che la porta al villaggio dove si trova la figlia. Durante il tragitto incrocia don Abbondio che le dà veloci ragguagli sulla liberazione di Lucia e tenta di imporle il silenzio sul mancato matrimonio nel caso in cui dovesse incontrare il cardinal Borromeo. La donna, intuendo che anche questa volta don Abbondio parla per il proprio interesse, lo interrompe e prosegue il viaggio. Giunge alla casa del sarto e riabbraccia Lucia. Ha parole di dura condanna verso don Rodrigo. Incontra il cardinale e gli rivela le mancanze di don Abbondio, poi gli racconta le vicende di Renzo. - Don Abbondio
È il curato del paesino di Renzo e Lucia, colui che all'inizio della vicenda dovrebbe celebrare il matrimonio dei due promessi. L'ultima volta era apparso nel capitolo VIII. Non è un uomo molto coraggioso e dimostra in numerose occasioni la sua viltà e la sua codardia, che sono all'origine anche della scelta di farsi prete: non dettata da una sincera vocazione, ma dal desiderio di sfuggire i pericoli della vita ed entrare in una classe agiata. È comunque una figura fondamentalmente positiva, sinceramente affezionato a Renzo e Lucia, anche se la sua paura e la sua debolezza lo spingono a comportarsi in modo scorretto e a farsi complice delle prepotenze altrui, al di là delle sue stesse intenzioni. Il suo nome rimanda a sant'Abbondio, patrono di Como. - L'Innominato
È il potente bandito cui si rivolge don Rodrigo perché faccia rapire Lucia dal convento di Monza in cui è rifugiata. Manzoni dichiara di non aver trovato documenti dell'epoca che lo citino in maniera esplicita (per questo motivo è sempre indicato con il termine “innominato”), sappiamo però che la sua figura è ispirata a Francesco Bernardino Visconti (1579-1647).
A questo punto del romanzo la conversione dell'innominato è compiuta, egli, dopo aver comunicato la notizia ai suoi servitori e bravi: Andò dunque in camera, s’accostò a quel letto in cui la notte avanti aveva trovate tante spine; e vi s’inginocchiò accanto, con l’intenzione di pregare. Trovò in fatti in un cantuccio riposto e profondo della mente, le preghiere ch’era stato ammaestrato a recitar da bambino; cominciò a recitarle; e quelle parole, rimaste lì tanto tempo ravvolte insieme, venivano l’una dopo l’altra come sgomitolandosi. - I bravi
Erano gli sgherri che nel XVII secolo si mettevano al servizio di qualche signorotto locale, di cui formavano una soldataglia pronta a fargli da guardia del corpo ma anche ad aiutarlo nei suoi soprusi ai danni dei più deboli.
Bravi viene dal lat. pravus cioè malvagio di cui resta traccia in espressioni quali "compiere una bravata", trascorrere una "notte brava" e simili. - La vecchia del castello
È un'anziana donna che vive nel castello dell'innominato e svolge le mansioni più umili, ricevendo per lo più improperi e beffe da parte dei bravi ai quali lei ribatte con altrettanta malignità. È espressione di un'umanità dolente e stravolta dalle brutture vissute. - Il sarto
È un popolano e passava, in quelle parti, per un uomo di talento e di scienza che ama un po' ingenuamente vantarsi dell'essere una sorta di “letterato”. - La moglie del sarto
È la “buona donna” incaricata dal cardinal Borromeo di andare su una portantina al castello dell'innominato in compagnia di quest'ultimo e di don Abbondio, e ha il compito di confortare Lucia nel momento in cui verrà liberata. Nel XXIV capitolo ci viene detto che si tratta della moglie del sarto. È l'immagine della brava sposa e madre di famiglia pronta a spendersi per gli altri e a offrire il suo aiuto a chi è in difficoltà. - Il Cardinal Borromeo
È il cardinale arcivescovo di Milano che raccoglie la confessione dell'innominato e ne favorisce la clamorosa conversione, consentendo in tal modo la liberazione di Lucia e una positiva svolta nella vicenda dei due promessi. La sua figura è ispirata al personaggio storico di Federigo Borromeo (1564-1631).
nel 1607 fondò a Milano la Biblioteca Ambrosiana. Aperta al pubblico dal 1609, fu tra le prime biblioteche a consentire l'accesso a chiunque fosse in grado di leggere e scrivere. Oggi è tra le biblioteche storiche più prestigiose al mondo.
Ed è proprio in questa biblioteca che Manzoni consultò molti volumi e si documentò sulla storia del XVII secolo, raccogliendo materiale per i Promessi sposi.
Altro non gli volle venire. Cosa, di cui non solo rimase avvilito sul momento; ma sempre poi quella rimembranza importuna gli guastava la compiacenza del grand’onore ricevuto. E quante volte, tornandoci sopra, e rimettendosi col pensiero in quella circostanza, gli venivano in mente, quasi per dispetto, parole che tutte sarebbero state meglio di quell’insulso 'si figuri!' Ma, come dice un antico proverbio, del senno di poi ne son piene le fosse.
PROMESSI SPOSI CAPITOLO 24, TEMI
I temi principali di questo capitolo sono tre:
- Giustizia
È uno dei temi portanti del romanzo. Secondo Manzoni occorrono profonde riforme del sistema giudiziario che assicurino più ampie garanzie ai cittadini e consentano di perseguire nel modo dovuto i delitti, secondo la lezione di intellettuali come Pietro Verri e Cesare Beccaria, autore dell'opera Dei delitti e delle pene nonché nonno materno di Manzoni. Alla giustizia terrena, imperfetta e sempre soggetta all'errore, viene sempre contrapposta quella divina, infallibile e inesorabile. - Nobiltà e potere
Manzoni rivolge un'aspra critica ai membri dell'aristocrazia, accusati di condurre una vita gaudente e dissipata che li porta a compiere abusi e ingiustizie ai danni dei più deboli. La critica agli esponenti della nobiltà si accompagna a quella dei meccanismi del potere connessi all'aristocrazia. Nei comportamenti privati quanto nell'esercizio della pubblica autorità gli uomini di Stato dimostrano gravi mancanze, talvolta dovute a semplice incompetenza e inadeguatezza. - Chiesa e religione
Secondo Manzoni l'intervento della Chiesa nella vita sociale oltre a rispondere al sua perpetua vocazione missionaria è funzionale a svolgere una funzione di mediazione fra le classi, e dunque nei conflitti tra interessi opposti.
CAPITOLO 24 PROMESSI SPOSI, ANALISI
Il capitolo conclude il racconto della conversione dell'innominato e rappresenta uno snodo fondamentale nella vicenda poiché da questo momento in poi Lucia sarà al sicuro da don Rodrigo anche se ancora non potrà comunque riunirsi a Renzo per via della sua latitanza e perché ha fatto voto di castità.
Dopo la liberazione di Lucia, durante il viaggio di ritorno dal castello, don Abbondio torna ad essere preso dalla paura. In questo caso la preoccupazione del curato è rivolta alla possibile reazione di don Rodrigo dal momento in cui verrà a conoscenza dei fatti. «Ma, - rifletteva però, - se la notizia di questa gran conversione si sparge qua dentro, intanto che ci siamo ancora, chi sa come l’intenderanno costoro! Chi sa cosa nasce! Che s’andassero a immaginare che sia venuto io a fare il missionario! Povero me! mi martirizzano!»
Il sarto, la moglie rappresentano i valori della famiglia, dell'amore e della solidarietà, incarnano insomma valori positivi e edificanti in contrapposizione con i valori della nobiltà.
In questo capitolo si dice che i figli del sarto sono “due bambinette e un fanciullo” mentre nel capitolo XXIX i tre diventeranno due ragazzetti e una bambina! Si tratta di una delle cosiddette curiosità manzoniane.
Per quanto riguarda il personaggio di Lucia assistiamo all'emergere del conflitto tra le convinzioni religiose, che l'hanno sostenuta fino a questo momento, e l'intensità dell'amore per Renzo. Ciò conferisce alla personalità della giovane una nota realistica, la rende autentica, perché capace di soffrire.
Il finale del capitolo è dedicato all'innominato che rivela ai bravi la sua conversione e li invita a scegliere da che parte stare, andando poi a dormire, recita alcune preghiere, e riuscendo a prendere sonno a differenza della notte precedente.
MAPPA CONCETTUALE CAPITOLO 24 I PROMESSI SPOSI
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