Concetti di base della macroeconomia

La macroeconomia studia le variabili di un sistema economico ed ha 4 obiettivi principali: la crescita economica, il pieno impiego delle risorse, la stabilità dei prezzi e l'equilibrio nei confronti dell’estero. La domanda aggregata rappresenta la spesa totale per l’acquisto di beni e servizi effettuata da un’economia in un dato periodo e si compone di 4 elementi: consumo delle famiglie (C), investimenti delle imprese (I), spesa pubblica (G), esportazioni (X). In questo ambito la disoccupazione è un fenomeno di equilibrio o di disequilibrio

Concetti di base della macroeconomia

I 4 principali obiettivi della macroeconomia sono: la crescita economica, il pieno impiego delle risorse, la stabilità dei prezzi e l’equilibrio nei confronti dell’estero. La domanda aggregata rappresenta la spesa totale per l’acquisto di beni e servizi effettuata da un’economia in un dato periodo e si compone di 4 elementi: consumo delle famiglie (C), investimenti delle imprese (I), spesa pubblica (G), esportazioni (X). Il modello del flusso circolare del reddito permette di analizzare gli scambi più importanti che avvengono in una data economia. Il flusso ristretto mostra i flussi diretti tra famiglia e imprese. Dal flusso ristretto una parte viene prelevata nella forma di risparmio (S), reddito che le famiglie decidono di non spendere nell'immediato, un’altra per pagare le tasse (T), e un’altra ancora per le importazioni (M).

Allo stesso tempo ci sono immissioni dall’esterno: investimenti delle imprese, spesa pubblica ed esportazioni. C’è equilibrio quando i prelievi coincidono con le immissioni. È improbabile che immissioni e prelievi coincidano. Se le immissioni superano i prelievi, il reddito nazionale aumenta, la disoccupazione tende a calare, l’inflazione tende a salire, le importazioni tendono ad aumentare e le esportazioni a diminuire. Se i prelievi superano le immissioni invece accade il contrario. La crescita reale deve essere distinta dalla crescita potenziale. Il tasso di crescita reale è misurato dal tasso di crescita della produzione effettivamente realizzata, mentre la crescita potenziale è misurata con il tasso di crescita della capacità produttiva dell’economia. La crescita reale varia nel corso del ciclo economico.

Il ciclo può essere diviso in 4 fasi: ripresa, espansione, rallentamento e recessione. La durata e la dimensione di queste fasi sono variabili, per cui il ciclo è irregolare. La crescita reale è determinata dalla crescita potenziale e dalla domanda aggregata. Se la produzione reale è al di sotto di quella potenziale, la crescita effettiva può temporaneamente superare quella potenziale, ammesso che la domanda aggregata la sostenga. Nel lungo periodo invece la produzione effettiva potrà crescere solo alla velocità consentita dalla capacità produttiva. La crescita potenziale è influenzata dal tasso di crescita della quantità di risorse, capitale, lavoro, terra e materie prime, e dalla produttività di tali risorse.

La disoccupazione può essere un fenomeno di equilibrio o di disequilibrio. Si ha disoccupazione di disequilibrio in tre situazioni: quando il salario reale medio è al di sopra del livello di equilibrio (situazione che può essere dovuta al potere di mercato dei sindacati - disoccupazione da salario reale); quando c’è insufficiente domanda aggregata (disoccupazione da carenza di domanda); in seguito ad un aumento dell’offerta di lavoro senza un corrispondente aumento della domanda di lavoro. La disoccupazione di equilibrio si ha quando vi sono persone che non riescono o non sono disposte a occupare i posti disponibili. Ciò potrebbe essere dovuto a informazione imperfetta nel mercato del lavoro che dà luogo a disoccupazione frizionale, oppure a mutamenti strutturali intervenuti nell’economia che danno luogo a disoccupazione strutturale, oppure a mutamenti stagionali.

È possibile costruire funzioni di domanda e offerta aggregata che dipendano dal livello dei prezzi. La curva di domanda è decrescente rispetto al prezzo perché a prezzi più alti vi saranno più importazioni e meno esportazioni; il tasso di interesse tenderà ad essere più alto, comportando riduzione dell’indebitamento e aumento del risparmio; le persone saranno incoraggiate a risparmiare di più per conservare il valore dei loro risparmi. La curva di offerta è crescente nei prezzi perché prezzi più alti incoraggeranno le imprese a produrre di più (a meno che i costi non salgano con la stessa rapidità dei prezzi). L’entità della variazione dei prezzi e della produzione dovuta a spostamenti delle curve di domanda o di offerta aggregata dipende dalla forma delle rispettive curve.

I due principali tipi di inflazione sono: l’inflazione da domanda e l’inflazione da costi (anche inflazione strutturale). La prima si verifica in conseguenza di aumenti continui della domanda aggregata a cui non è possibile far fronte con espansioni dell’offerta. La seconda si verifica quando vi sono continui aumenti dei costi di produzione per una data quantità da produrre. Le aspettative svolgono un ruolo fondamentale nella determinazione del livello dell’inflazione. Maggiore è l’inflazione attesa, più quella effettiva aumenta. Il tasso di interesse nominale è il tasso di interesse misurato in termini monetari; il tasso di interesse reale è il tasso di interesse misurato in termini di beni che è possibile acquistare. I due sono legati al tasso di inflazione attesa attraverso l’equazione di Fisher.

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