Louis-Ferdinand Céline: biografia e libri
Indice
1Il romanzo francese negli anni trenta e quaranta
Dopo il trauma del massacro di un’intera generazione, provocato dalla Prima guerra mondiale, l’idea di storia come evoluzione lineare della razionalità umana si incrinò, per infrangersi definitivamente dopo la Seconda. L’impatto sulla letteratura fu notevole: tema dei romanzi tornò a essere l’uomo, ma nella sua relazione con i grandi interrogativi posti dalla storia e dalla società. Questo valse per autori che fecero scelte politiche e stilistiche anche molto diverse, come André Malraux, Louis-Ferdinand Céline, George Bernanos, Jean Giono, Louis Aragon.
2Céline, uno scrittore cruciale, un personaggio controverso
Louis-Ferdinand Destouche nacque nel 1894 a Courbevoie, nella regione dell’Île-de-France. Diventò uno scrittore celebre solo a 38 anni, con il nome di Céline – quello della nonna materna. Ebbe un ruolo cruciale nell’innovazione del romanzo: ma l’importanza dello scrittore non riassume la complessità del personaggio e delle sue contraddizioni.
Dopo aver denunciato la guerra in Viaggio al termine della notte, apparendo a molti come uno autore «impegnato» e di sinistra, elogiato persino da Trotzky, Céline sostenne posizioni ferocemente pro-naziste, razziste e antisemite. Le espose senza remore, e con dovizia di particolari, in tre pamphlet: Bagatelles pour un massacre (Bagattelle per un massacro, 1937), L'École des cadavres (La scuola dei cadaveri, 1938), Les Beaux Draps (Le belle bandiere, 1941).
Il dibattito su questi testi è ancora di scottante attualità, perché riapre ferite mai rimarginate della storia recente. Nel 2018 l’editore Gallimard ha rinunciato a pubblicarli, in seguito alle proteste scatenate dalla notizia della loro prossima edizione.
3La vita e l’opera di Céline
Il padre di Céline proveniva dalla piccola nobiltà della Normandia, la madre da una famiglia di artigiani della Bretagna. In Mort à crédit, ispirato alla sua infanzia, Céline esagerò i disagi dell’ambiente, pur sempre piccolo-borghese, da cui proveniva, trasformandolo in sottoproletariato. La famiglia gli assicurò gli studi in commercio e lo mandò a imparare le lingue in Germania e Inghilterra, cosa rara all’epoca.
Nel 1913 si arruolò nell’esercitò e fu presto un ferito di guerra. Acclamato come eroe nazionale, finì sulla copertina di una rivista. Lasciato l’esercito, fu inviato al consolato francese a Londra e poi in Camerun.
Tornato in Francia, conobbe un docente dell’università di Rennes, di cui sposò la figlia, e intraprese gli studi di medicina. A quel periodo risalgono i primi esperimenti di scrittura: la tesi di dottorato già rivelava alcune delle sue ossessioni: igiene, salute e purezza. Intitolata La Vie et l'Œuvre de Philippe-Ignace Semmelweis, parlava di un medico igienista viennese che diventò pazzo, non riuscendo a convincere i colleghi a lavarsi le mani, per evitare infezioni.
Venne assunto dalla Società delle Nazioni, per la quale viaggiò molto. Nel 1926 sua moglie ottenne il divorzio. Tornato a Parigi, aprì uno studio medico e iniziò a scrivere un romanzo: nel 1932, quando uscì Voyage au bout de la nuit (Viaggio al termine della notte), Céline era un perfetto sconosciuto.
Il libro fu un enorme successo e provocò reazioni controverse: chi lo considerò un capolavoro, chi un orribile sfogo, con il solo scopo di scioccare a ogni costo. Quando non vinse il premio Goncourt, ma solo il Renaudot, lo scandalo che suscitò lo rese ancora più noto.
Nel 1932 venne pubblicata la sua precedente opera, L’Église, scritta per il teatro.
Nel 1936 uscì Mort à credit (Morte a credito), che ottenne un buon successo di pubblico ma deluse la critica, perché era sparito l’impegno presente nel Voyage. Da quel momento Céline si concentrò prevalentemente sul suo stile di scrittura. Nel 1957 dichiarò: «non sono fatto per le idee, per i messaggi. Sono fatto per lo stile». Questa fu una delle sue contraddizioni, poiché nel 1939 era stato condannato proprio per i messaggi antisemiti contenuti nei suoi libri.
Tornò a dedicarsi ai romanzi con Casse-pipe, il cui manoscritto andò disperso, e Guignol’s band, nel quale si allontanò ancora di più dalla sintassi tradizionale, per raccontare i luoghi della prostituzione londinese frequentati nel dopoguerra.
Nel 1944 intanto aveva abbandonato la Francia e raggiunto Pétain e i suoi in Germania, per poi andare in Danimarca, dove fu arrestato e incarcerato per quattordici mesi con l’accusa di tradimento. Nel 1950 si svolse il processo che lo condannò a un anno di carcere e a una multa. L’anno successivo fu amnistiato perché era stato ferito di guerra.
Nel 1951 poté infine tornare in Francia. Riconquistò il pubblico con le ultime tre opere, che raccontavano le peripezie del suo esilio: D’un château à l’autre, Nord e Rigodon. Grazie a esse, tornò a essere un personaggio «mediatico», spesso interpellato e invitato alla radio. Morì nel 1961 a Parigi.
4Viaggio al termine della notte (1932): trama e analisi
Ferdinand Bardamu, doppio dell’autore, racconta in prima persona il periplo che dalla Francia, dove viene ferito in guerra, lo porta nell’Africa coloniale, poi, colpito dalla malaria, a New York a lavorare alla Ford, in catena di montaggio, quindi di nuovo a Parigi, dove apre uno studio medico in banlieue e, non riuscendo a sbarcare il lunario, finisce impiegato in un ospedale psichiatrico.
La narrazione è costituita da una serie di episodi slegati tra loro, e ha un andamento circolare: inizia e finisce in Francia, si apre e si chiude con il silenzio – moi j’avais rien à dire è la frase inziale, qu’on en parle plus quella finale.
Il romanzo denuncia l’insensatezza e l’orrore della guerra, e i profitti che alcuni ne traggono, mettendo in luce i moventi economici che stanno dietro alla retorica patriottica, come anche allo sfruttamento delle colonie e dei lavoratori in fabbrica. Nessuna proposta fa da contraltare allo svelamento della nuda violenza della società, perché il disastro della guerra rivela a Bardamu la tragica verità della condizione umana: l’uomo è crudele, desidera uccidere ed essere ucciso, e il suo senso ultimo è la morte.
In questo contesto, prendere coscienza del fallimento dell’umanità è l’esperienza esistenziale fondamentale: per esprimerla, Céline compie, dal punto di vista formale, una vera e propria rivoluzione. Poiché la razionalità è un’illusione infranta, il pensiero di Bardamu non segue linee logiche, ma emozionali e corporee. Al profumo della madeleine in Alla ricerca del tempo perduto di Proust, modello per eccellenza del romanzo moderno, qui si sostituisce l’odore della merda, respirato nelle trincee di guerra e in Africa, a proposito del quale Bardamu afferma: ce qui guide encore le mieux c'est l'odeur de la merde. La più intima verità dell’uomo si percepisce attraverso il corpo e le sue manifestazioni, soprattutto le più basse.
L’autore forgia così, a partire dalla parlata popolare, una nuova lingua letteraria, che sovverte la gerarchia tra quella “alta” e quella “bassa”. Fino a quel momento, la parlata popolare era apparsa in letteratura solo relegata ai dialoghi: qui investe l’intera narrazione, è la voce del protagonista.
Apparentemente ibrido, a cavallo tra pamphlet, autobiografia e romanzo, il Voyage rimane un’opera di finzione, seppure fortemente ispirato alla vita dell’autore.
5Morte a credito (1936): trama e analisi
Il protagonista parla in prima persona e si presenta come un medico, che per alleviare i suoi problemi si è messo a scrivere. Si tratta dello stesso Ferdinand Bardamu del Voyage, che qui, in preda a una forte febbre, si mette a raccontare lo squallore nero della sua infanzia. Ferdinand vive assieme al padre, che dà in escandescenze, e alla madre zoppa in un’abitazione maleodorante, collocata sotto una galleria coperta. Finita la scuola diventa rappresentante di un gioielliere, dal quale subisce ogni genere di vessazioni e violenze. Dopo una vacanza studio, dove non impara una parola di inglese, torna in Francia, litiga con il padre e dopo aver fatto il segretario dello zio si arruola nell’esercito.
Il romanzo finisce dove inizia il Voyage: è un libro scabroso e violento, tanto che l’editore si rifiutò di stamparne alcuni passaggi, ma anche comico.
Céline spinse ancora più in là il lavoro sullo stile: la narrazione è un flusso di pensieri che non utilizza la sintassi tradizionale. Convinto che il romanziere non dovesse più “raccontare storie”, aspirava ad essere uno “stilista dell’emozione”: qui infatti è assente la carica di denuncia sociale che aveva caratterizzato il Voyage.
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Domande & Risposte
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Chi è stato Céline?
Saggista e scrittore francese che ebbe un ruolo importante nell’innovazione del romanzo ma sostenne il nazismo e l’antisemitismo.
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Cosa ha scritto Céline?
Le opere principali di Céline sono: Viaggio al termine della notte, Morte a credito, I pamphlet, Pantomima per un'altra volta e Trilogia del Nord (Da un castello all'altro, Nord e Rigodon).
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A quale corrente letteraria appartiene Céline?
Al modernismo e all’espressionismo.