Lo Zibaldone di Giacomo Leopardi | Video
Lo Zibaldone di Giacomo Leopardi: guarda il video in cui Emanuele Bosi ci spiega e analizza l'opera dell'autore di Recanati
LO ZIBALDONE DI LEOPARDI
Se hai seguito gli altri nostri contenuti video dedicati a Leopardi, avrai sicuramente notato che abbiamo fatto moltissimi riferimenti a un’opera in particolare: lo Zibaldone. La scrittura dello Zibaldone di pensieri – questo il titolo completo dell’opera – ha impegnato in modo continuativo Leopardi dal 1817, quando era appena diciottenne, fino al 1832 circa.
La raccolta è immensa: ti basti pensare che conta 4526 pagine manoscritte, in cui il nostro malinconico poeta ha raccolto riflessioni di ogni tipo. Se vuoi farti un’idea della sua composizione, immagina quest’opera come un gigantesco diario segreto che Leopardi ha tenuto nel cassetto per almeno 15 anni.
Ecco, il diario segreto di Leopardi diventa un po’ meno segreto nel 1827, anno in cui il suo autore sceglie il titolo e comincia a stenderne l’indice tematico e analitico. Perché? Beh, per collegare le varie parti di quest’opera monumentale, che da quel momento smette di apparire come un insieme disordinato e confuso di appunti, e assume finalmente un’autonomia propria.
Ma cosa contiene esattamente lo Zibaldone? Di tutto! Pensieri su questioni filologico-erudite, linguistiche, letterarie, filosofiche; ma anche abbozzi poetici, pagine saggistiche, note psicologiche e autobiografiche. I temi principali, che ritroviamo anche nei Canti e nelle Operette morali, sono tre:
- la questione del rapporto tra uomo e natura
- la riflessione sul piacere
- la teoria della poesia.
Il rapporto tra uomo e natura in Leopardi assume sfumature diverse nel corso degli anni. Se inizialmente la natura è benefica e generosa, più avanti diventa una madre assassina che crea gli uomini al solo scopo di distruggerli.
La teoria del piacere l’abbiamo già incontrata in molte delle poesie di Leopardi. Per il poeta il dolore nasce proprio dall’impossibilità di soddisfare il desiderio infinito dell’uomo con i piaceri finiti che ci offre la vita. L’uomo, secondo Leopardi, è condannato a una condizione di angoscia – lui la chiama noia – derivata proprio da questo vuoto esistenziale.
La teoria della poesia è l’ultimo dei temi che abbiamo citato. Si lega strettamente ai primi due, perché la poesia si colloca, insieme alle illusioni e alla natura, contro la ragione. La cosa interessante del modo in cui Leopardi tratta il tema della poesia nello Zibaldone è che sfogliando l’opera, vediamo comporsi, pagina dopo pagina, una specie di ‘vocabolario poetico ragionato’, nel quale sono presentate le parole più adatte alla scrittura in versi.
Insomma, è come se leggere lo Zibaldone ci desse una sorta di chiave di lettura privilegiata per capire la filosofia e il pensiero di Leopardi, e sentirlo un po’ più vicino a noi.