Lo stress positivo: cos'è e come può aiutarti

Lo stress positivo: cos'è e quali sono le differenze con lo stress negativo. Come promuovere lo stress positivo, utile per affrontare le sfide quotidiane

Lo stress positivo: cos'è e come può aiutarti
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Introduzione

Lo stress positivo: cos'è e come può aiutarti
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Siamo abituati a pensare allo stress come ad un fattore unicamente negativo, che appesantisce la vita quotidiana fino a diventare limitante. Ma questa non è l’unica faccia dello stress: promuovere livelli ottimali di stress positivo può avere l’effetto opposto, aiutandoci ad affrontare le sfide quotidiane.

Stress positivo e stress negativo: quali differenze?

La parola stress deriva dal settore metallurgico in cui viene utilizzato come parametro per valutare quanta pressione sia in grado di sostenere un certo materiale. Nella prima metà del ‘900 il termine venne preso in prestito dal medico H. Selye per definire le risposte del nostro organismo alle richieste esterne. Lo stress viene quindi a descrivere le risposte dell’organismo a stimoli che destabilizzano l’equilibrio e l’integrità psicofisica. Questa risposta si presenta in 3 fasi:

  1. Reazione di allarme
  2. Resistenza
  3. Esaurimento

Procedendo nei suoi studi Selye si rese conto che lo stress poteva avere due effetti differenti che lo caratterizzano:

  • Eustress: si tratta di una risposta allo stress che porta ad esiti positivi e favorevoli alla salute psico-fisica della persona
  • Distress: si tratta della risposta negativa alle pressioni esterne che comporta squilibri ed esaurimento delle energie e risorse psico-fisiche

Quali sono gli effetti dello stress

Sebbene quasi tutti abbiamo in mente le conseguenze dello stress negativo, in pochi conoscono o hanno consapevolezza degli effetti dello stress positivo. Innanzi tutto, mentre il primo tende a demotivarci, a generare malesseri fisici e psicologici come l’angoscia e ad offrirci un’immagine di noi negativa, l’eustress ci permette di tenere alta la motivazione, di essere più produttivi e orientati all’obiettivo grazie anche all’immagine di sé più forte e capace che ci viene offerta.

Per poterli riconoscere e distinguere possiamo porre attenzione ad alcuni aspetti e parametri che emergono quando ci troviamo a dover rispondere a richieste e pressioni esterne:

Il DISTRESS può essere accompagnato da:

  • emergere di ansia, preoccupazioni esagerate, sentimenti negativi e talvolta rassegnazione e impotenza
  • diminuzione della motivazione, scarsità di obiettivi, difficoltà ad essere produttivi e reattivi
  • emergere di problemi di funzionamento ed un generale malessere psicofisico come mal di testa, umore depresso, insonnia, nervosismo e senso di sopraffazione
  • può essere acuto, se si presenta in concomitanza di un evento e si esaurisce in poco tempo o cronico, quando gli eventi stressogeni si susseguono senza dare spazio di recupero portando anche al Burnout

L’EUSTRESS può essere accompagnato da:

  • più alti livelli di attenzione e concentrazione
  • maggiori energie e percezione di forza e resistenza
  • più motivazione e produttività che permettono il raggiungimento di obiettivi e lo stimolo a ricercarne altri
  • maggior resilienza
  • durata a breve termine

Come promuovere lo stress positivo

Così come la percezione di molti aspetti del mondo varia da persona a persona, anche lo stress ed i suoi effetti sono soggetti ad una valutazione soggettiva. La maggior parte degli eventi e delle richieste quotidiane infatti, non sono di per sé fonte di stress negativo o positivo, bensì questa accezione varia in base alla persona, al momento di vita, agli strumenti e supporti che ha a disposizione e così via.

Spesso una variabile importante nella determinazione degli esiti dello stress sta proprio nel modo in cui il soggetto vede se stesso ed il mondo.

Per aumentare la possibilità di sperimentare maggiormente eustress piuttosto che distress si può quindi lavorare sulla modificazione o costruzione di alcuni fattori:

  • promuovere una visione di sé ed un dialogo interno positivo per migliorare l’autostima ed il senso di autoefficacia
  • lavorare costantemente sulla consapevolezza di sé, dei propri limiti e delle proprie risorse per comprendere in modo più oggettivo quando rallentare e quando invece investire più energie in un obiettivo senza arrivare al limite
  • avere sempre dei piccoli obiettivi stimolanti e gratificanti da raggiungere
  • non limitarsi nella propria comfort zone per aumentare le capacità di adattamento ai rischi e alle situazioni nuove
  • non cercare di controllare ciò che non è sotto il nostro controllo ma spostare l’attenzione sui fattori che possiamo direttamente controllare, in modo da concentrarsi su aspetti maggiormente positivi e gratificanti

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