Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde: riassunto per capitoli

Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde: sintesi di tutti i capitoli del romanzo di Stevenson.

Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde: riassunto per capitoli
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LO STRANO CASO DEL DOTTOR JEKYLL E DEL SINGOR HYDE

Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde è un romanzo scritto da Robert Louis Stevenson nel 1886. La storia è ambientata a Londra nel XIX secolo ed è divisa in dieci capitoli narrati per la maggior parte dall’avvocato Utterson. Di seguito, il riassunto di ogni capitolo della storia.

CAPITOLO 1

Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde: riassunto per capitoli
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L’avvocato Gabriel John Utterson è un uomo molto schivo, freddo, non è di certo quel che si può definire uomo di mondo, né tanto meno un gran simpaticone. I suoi unici affetti sono rappresentati dalla stessa famiglia o conoscenti di lunga data. Un'amicizia particolare lo lega a Richard Enfield, suo cugino, che con lui è solito fare passeggiate la domenica. In una delle loro passeggiate domenicali capitano in una strada gremita di gente; dopo aver svoltato l'angolo si ritrovano affacciati ad un'inconsueta casa portante i segni inconfondibili di un prolungato abbandono.

Il cugino Enfield comincia a raccontare una storia: era notte, la strada completamente deserta e poca illuminata. Ad un ceto punto una bambina, che correva lunga la strada, si scontrò con un uomo che sbucò da dietro un angolo. Enfield richiamò il signore, lo guardò inferocito. Venne chiamato un medico, il quale costatò che la bambina era solo spaventata e che non mostrava contusioni ma i familiari della piccola volevano essere comunque risarciti. L'uomo, indifferente, andò verso la casa senza finestre e ne uscì con 10 sterline in contanti ed un assegno di 90 sterline, perlopiù con la firma di una persona stimata. Si pensò ad una sorta di ricatto, ma l'indomani fu verificata l'autenticità della firma e dell'assegno. L'uomo in questione è Hyde, un essere deforme nell'insieme che trasmette, come dire, ripugnanza a chi lo guarda. Di questa storia decidono di non parlarne mai più.

CAPITOLO 2

Dopo la passeggiata, Utterson, inquieto, torna a casa. Si dirige nel suo studio ed estrae dalla sua cassaforte un testamento intestato al dottor Jekyll. Tra le varie clausole del documento ce n'è una che desta attenzione: tutti gli averi del Dr. Jekyll sarebbero divenuti possedimenti del signor Hyde in caso di decesso o di scomparsa superiore a tre mesi.

Non venendo a capo di questa faccenda, si reca dal dottor Lanyon, un amico di vecchia data. Utterson viene accolto nella sala da pranzo e introduce l’argomento “Jekyll” e pare che anche Lanyon non è più in contatto con lui da molti anni e non espresse alcuna opinione a proposito del signor Hyde.

Volendo saperne di più, l’avvocato Utterson aspetta, in diversi momenti della giornata, il misterioso Hyde. Dopo alcuni giorni, una notte, dinanzi all'uscio di casa Hyde, compare il padrone con fare inquieto. Con un po’ d'esitazione, Utterson si fa avanti ed iniziano a conversare. Ciò che ottiene dall'incontro è l'indirizzo dell'uomo-creatura (sembrava a malapena un umano) e l'aver stampato nella memoria quel viso.

Non dandosi per vinto bussa alla porta di Jekyll. Viene accolto dall'anziano maggiordomo, Poole, il quale gli dice che il padrone al momento non è in casa.

Utterson domanda se fosse a conoscenza di un certo signor Hyde e Poole risponde che il signore ha piena autonomia in casa Jekyll e che spesso utilizza il laboratorio.

CAPITOLO 3

Dopo quindici giorni, il dottor Jekyll invita a casa alcuni vecchi compagni e tra questi anche l’avvocato Utterson. Rimasti soli, Utterson e Jekyll, iniziano a parlare del famoso testamento. Jekyll afferma che si tratta di affari privati e che non c'è assolutamente nulla da preoccuparsi. Utterson informa il dottore dei comportamenti abominevoli del protetto, ma Jekyll sentenzia che Hyde è una brava persona e, nel caso fosse deceduto, Utterson doveva occuparsi della gestione e della tutela dei diritti di Hyde.

CAPITOLO 4

Un anno dopo a Londra accade una dei più macabri delitti, in particolar modo per la ferocia dell'aggressore. A notare la scena è una cameriera che, dall'alto di un edificio, scorse dalla finestra un distinto signore che risaliva la strada e dall'altra parte un uomo di bassa statura sopraggiungere in senso opposto. Quando i due si incrociarono, l'anziano si inchinò e chiese indicazioni, ma con la ferocia ed i comportamenti di un pazzo, il signor Hyde cominciò a dimenare il bastone e ad accanirsi contro l'anziano. La vittima è Danvers Carew e aveva con sé una lettera indirizzata all’avvocato Utterson.

L'unica prova è il pezzo di bastone, lo stesso che Utterson aveva regalato a Jekyll anni addietro. Chiamano una vettura e si dirigono verso la casa di Hyde. Ad accoglierli fu una vecchietta dall'aria truce. Perquisiscono le stanze e trovano l'altra metà del bastone e un blocchetto d'assegni. Subito si precipitano in banca a bloccare il conto.

CAPITOLO 5

Un pomeriggio Utterson si presenta a casa di Jekyll ed entra in un atrio piuttosto buio, ma superato quest'ultimo, si ritrova dinanzi all'amico visibilmente agitato. Jekyll ascoltata la notizia e giura di non vedere mai più Hyde. Henry consegna all'amico una lettera scritta da Edward Hyde in cui c’è scritto che lui stesso ha provveduto ad un piano di fuga e che non bisogna preoccuparsi. Non riuscendo a trovare soluzione, Utterson chiede consiglio al suo fidato capocommesso, Guest; conosce Jekyll ed è esperto in grafologia. Guest riconosce la calligrafia di Jekyll.

CAPITOLO 6

Passati circa due mesi di Hyde non si hanno più notizie. Nel frattempo Jekyll sembra rinato, è più solare, rilassato, e invita tutti i giorni gli amici a pranzo. Inspiegabilmente un giorno si ritira nel suo laboratorio dicendo di non voler ricevere nessuno. Utterson tenta più volte di parlare all'amico, ma sempre con lo stesso esito.

Decide di far visita a Lantyon. Costui lo trova cambiato: aveva in viso i segni inequivocabili della morte. Chiacchierando, Lanyon sbotta dicendo che Jekyll ha combinato qualcosa di grosso, ma ciò si poteva rivelare solamente alla morte dei due rivali. Dopo alcune settimane Lanyon muore e Utterson apre il testamento; una volta rotti i sigilli, estrae una seconda lettera intestata: “Da non aprirsi che dopo la morte o la sparizione del Dr. Kekyll”.

Ciò che sembra strano è l'utilizzo della parola sparizione, la stessa che il Dr. Jekyll utilizzò nel suo testamento. Utterson non crede all'inapparente coincidenza, viene assalito dalla curiosità di procedere, ma essendo uno dei migliori amici di Lanyon, decide di mantenere la promessa.

CAPITOLO 7

Utterson ed Enfield durante la loro passeggiata si ritrovano davanti la casa del ricatto. Enfield informa che quella casa non è altro che la porta sul retro di casa Kekyll. Decidono di vederla più da vicino e, con la scusa di salutare l'amico malato, i due attraversano il cortiletto e scorgono vicino una finestra semi-aperta la figura di Henry. Henry Jekyll è malato, depresso, ma adora la compagnia di Utterson. Improvvisamente la faccia si contorce in una smorfia indescrivibile. I due restano sbigottiti e spaventati.

CAPITOLO 8

Un sera, dopo cena, Utterson riceve Poole, venuto ad informare della sparizione del suo vero padrone. Utterson, incredulo, si dirige insieme al maggiordomo verso casa Jekyll. Poole racconta che nella stanza del suo laboratorio si è insediato uno sconosciuto. Ciò che stupisce l’avvocato è il cambiamento di voce di quando si è ammalati, ma rauca, indistinta, nello stesso tempo grave; chiaramente appartenente ad un altro.

Altro cambiamento riscontrato è l'impazienza, la smania nell'avere una medicina pura che costringe il maggiordomo a correre in ogni canto della città. Era molto strano da parte del vero dottore. Poi la testimonianza di Poole nell'aver visto quel “mostro-nano” del signor Hyde che si rintanò proprio nella stanza del padrone.

Utterson e Poole con cinque colpi d'ascia buttano giù la porta del laboratorio e trovano Hyde in fin di vita. Perquisiscono la casa, ma del corpo nessuna traccia. Trovano una busta sigillata indirizzata ad Utterson scritta proprio lo stesso giorno.

CAPITOLO 9

Utterson va a casa ed inizia a leggere le due lettere, la prima del dottor Jekyll ed in allegato quella di Lanyon. Nella prima lettera Henry dà istruzioni a Lanyon riguardo un certo contenuto in una vetrinetta del laboratorio, di estrarlo e di portarlo con sé a casa. La seconda operazione richiesta è quella di consegnare il contenuto del cassetto ad una persona presentata col nome di Kekyll. Tutto qua, ma questo significava la salvezza dello strambo dottore.

Nella seconda lettera è Lanyon l'interlocutore, il quale scrive di essersi attenuto alla lettera: prese il cassetto, scrutò il contenuto e ricevette a mezzanotte un uomo di bassa statura, ma di gran vivacità muscolare. Una volta presentatosi, fu invitato ad entrare e, dopo quella che sembrò una crisi, riuscì a calmarsi. Venuto in contatto con gli oggetti del cassetto cominciò a sperimentare le sostanze producendo colorati e vaporosi miscugli finché il raccapricciante ometto pose al Dr. Lanyon due possibilità: rimanere all'oscuro dei risultati raggiunti dalla scienza o vedere con quegli stessi occhi i “miracoli” che essa era capace di fare.

Lanyon, ormai confuso sul da farsi, optò per la vista del prodigioso spettacolo. Non aveva mai visto niente di simile.

Quel malevolo nanetto, dopo aver ingurgitato la pozione, diventò il dottor Jekyll. Dopo quella mostruosa metamorfosi divenne una visione permanente nella mente “notturna” di Lnyon. Inspiegabilmente sentì la morte sopraggiungere.

CAPITOLO 10

Dopo queste sbalorditive notizie, Utterson si accinge a leggere la lettera-confessione del dottor Jekyll. Egli, fiero delle proprie doti e della posizione raggiunta, come ogni uomo desiderava colmare le gioie “stravaganti” che sfortunatamente la disciplina ed il bon ton gli negavano. In ogni occasione il dottore dovette convivere in una profonda doppiezza, l'infinita lotta tra il bene e il male, fu per questo che, venuto a conoscenza della proprietà di un determinato sale, in grado di rimuovere ogni rivestimento di carne e suscitare una seconda forma corporea, decise di sperimentarla. Una volta bevuta l'effervescente sostanza, si guardò allo specchio e vide davanti a sé una figura malevola, ripugnante. Impensabilmente si innamorò dell'aspetto assunto: era finalmente libero, evaso dalla parte buona, sgombro da ogni doppiezza.

Era un altro uomo e perciò poteva darsi alla pazza gioia siccome svincolato dai limiti del decoro. Per questo affittò una casa a Soho e prese sotto custodia una governante interessata a tacere dimodoché quella fosse la dimora del Dr. Jekyll malvagio, per meglio dire del signor Edward Hyde; inoltre avvertì i domestici del suo “amico” ebbe avuto piena autonomia in casa Jekyll. Henry nel testamento lasciò tutti i suoi averi a Hyde proprio perché se non fosse riuscito a riprendere la vera identità poteva disporre dei beni della stessa persona tanto stimata.

Questa trasformazioni e fughe durarono diversi mesi finché si rese conto che continuare la vita di sempre non fosse poi tanto male. Invece no. Dopo due mesi, la tentazione lo condusse a preparare di nuovo la pozione.

In quella stessa notte, preso dalla follia e dalla smania, si accanì su di un passante, un certo Sir Danvers che di male non fece, se non chiedere indicazioni. Dopo quest'evasione clandestina decise che mai più avrebbe preso le sembianze di Hyde.

Nei mesi successivi, tra noia e monotonia, procedette tutto per il meglio. Però c'era sempre quel senso d'evasione dagli schemi ordinari che s'impadroniva di lui. Un giorno, seduto su di una panchina di un parco, ripensò a quei fatti scellerati che tanto lo stuzzicavano ed incredibilmente, senza volerlo, era tramutato in Hyde. Come preparare la pozione poiché gli ingredienti erano a casa del Dr. Jekyll? Non potette far altro che scrivere (con la grafia del Dr. Jekyll) una lettera a Lanyon descrivendo il luogo esatto dove si trovavano gli ingredienti e di ricevere alle ore 24 in casa propria un uomo mandato per suo conto. Quando il Dr. Lanyon vide che l'uomo trasformato era Henry, s'inorridì. Ormai il chiodo fisso che deturpava la mente del Dr. Jekyll era quello di ridiventare Hyde.

La parte cattiva, all'inizio faticava a disfarsi della parte buona. Ora come ora, Hyde era cresciuto, si era irrobustito tanto che comprometteva il ritorno alle origini.

I giorni che seguirono furono una vera e propria tortura poiché Jekyll si trasformò continuamente e più di una volta al giorno dovette provvedere alla preparazione della miscela per ritornare in sé. Questa situazione sarebbe durata diversi anni se la provvista di sale, risalente al primo esperimento, non fosse finita, ma soprattutto la causa di tutto sarebbe proprio l'impurità. Henry mandò più volte il suo maggiordomo nelle farmacie londinesi, ma ottenne sale puro. Questo non produceva il secondo cambiamento di colore della miscela, perciò inutilizzabile. Con l'ultima dose di quel sale riuscì a scrivere questa lettera, aspettando rassegnato la dolce morte dell'anima sopraggiungere.

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