Linguaggio del corpo durante le interrogazioni: come gestirlo
Come gestire il linguaggio del corpo durante un'interrogazione: come puoi sfruttare a tuo favore i linguaggi verbale e paraverbale
Indice
Linguaggio del corpo: cos'è
Che non esista solo il linguaggio verbale è ormai cosa risaputa: quando comunichiamo, infatti, non lo facciamo solo con le parole, ma anche con tutta una serie di altri elementi che fanno parte della comunicazione non verbale e paraverbale: in sostanza, esiste un linguaggio del corpo che è bene conoscere per presentarsi al meglio in qualunque occasione.
Linguaggio paraverbale
Il linguaggio paraverbale ha a che fare con le parole. Ma non si concentra sul contenuto, bensì sulla forma:
- Tono: Ha a che fare con l'enfasi che mettiamo nel nostro linguaggio e con l'accezione che diamo a ciò che diciamo;
- Volume: Riguarda l'intensità acustica che diamo alle nostre parole per farci ascoltare dall'altro;
- Ritmo: Si riferisce alla velocità alla quale parliamo;
- Timbro: Ha a che fare con ciò che distingue la nostra voce da quella di chiunque altro: possiamo avere una voce calda, stridula, avvolgente...
- Cadenza: Riguarda le pause che inseriamo nel nostro discorso.
Linguaggio non verbale
Il linguaggio non verbale ha a che fare con il modo in cui usiamo il nostro corpo mentre parliamo:
- Prossemica, ovvero vicinanza all'interlocutore;
- Gestualità, il modo in cui muoviamo le mani;
- Postura, cioè il modo in cui ci presentiamo;
- Mimica facciale, cioè le microrespressioni che compaiono sul nostro viso mentre parliamo.
Credere che uno solo di questi elementi lascino trasparire le nostre emozioni - ad esempio le espressioni facciali - è sbagliato: tutto l'insieme del modo in cui ci poniamo rispetto all'interlocutore dimostra esattamente il nostro stato d'animo e dà o toglie efficacia alle nostre parole.
Come gestire il linguaggio del corpo durante un'interrogazione
Perché il linguaggio del corpo ci interessa così tanto? Perché saperlo controllare può fare la differenza quando siamo chiamati a gestire un'interrogazione orale: gestirlo bene o meno può infatti far trapelare eventuali insicurezze o paure, oppure dare l'impressione di essere tranquilli e preparati. Vediamo come fare.
Linguaggio paraverbale
- Parla a volume non troppo alto - mostreresti aggressività - né troppo basso - mostreresti insicurezza;
- Scandisci bene le parole: in sostanza, non andare troppo veloce. Non devi dimostrare di aver imparato tutto a memoria, ma di aver compreso quello che stai dicendo;
- Evita i riempitivi: i vari ehm possono dare l'impressione che tu stia prendendo tempo perché agitato;
- Usa il tono di voce per enfatizzare i punti chiave: in poche parole, cerca di non portare avanti un discorso piatto, ma di dare la giusta attenzione alle cose importanti di cui stai parlando;
- Prenditi il tuo tempo. Fare pause non è un cattivo segnale, anzi: dimostra che stai dando importanza ai passaggi fondamentali del tuo discorso.
Linguaggio non verbale
- Fai attenzione alla postura: mantieni la schiena dritta e non ingobbirti davanti al professore. Questo ha un fondamento scientifico: quando siamo con le spalle chiuse, piegati su noi stessi, rilasciamo cortisolo, l'ormone dello stress. Al contrario, quando siamo dritti con la schiena e le spalle aperte, rilasciamo testosterone, l'ormone capace di dare sicurezza e padronanza di sé. Ecco perché spesso si parla di power o superpower pose;
- Non giocherellare con mani e piedi: mantieni pulita la tua figura mentre parli. Se ti serve di gesticolare per dare forza a un concetto puoi farlo, ma attento a non esagerare, perché trasmetteresti nervosismo;
- Non guardare l'orologio e non tendere verso il banco: dimostreresti di avere fretta di andartene e non faresti una buona impressione;
- Lascia sempre finire il professore quando ti fa una domanda o interviene nel tuo discorso. Non interrompere, e se succede chiedi scusa. Puoi fare cenni col capo per dimostrare che stai ascoltando e comprendendo quello che ti dice;
- Mantieni uno sguardo aperto: questo non vuol dire fissare continuamente il professore, ma dimostrare disponibilità al dialogo;
- Sì al sorriso, ma non sempre: il sorriso è un segnale di comunicazione e alleanza reciproca, dunque non bisogn abusarne. Sorridere continuamente durante il discorso potrebbe anzi avere l'effetto opposto: modificherebbe la linea della tua bocca e potrebbe essere identificato come una smorfia di tensione.
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