Versione di greco maturità 2024: come tradurre Isocrate

Versione di Isocrate: tutto quello che devi sapere su Isocrate e per ripassare e tradurre greco. Le opere, la lingua, lo stile

Versione di greco maturità 2024: come tradurre Isocrate
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Seconda prova maturità 2024

Gli studenti del liceo classico devono affrontare, come secondo scritto di maturità, una prova mista di greco e latino ma la struttura verrà definita dal MIM  solo entro la fine di gennaio: se il Ministero, infatti, scegliesse come prima materia il latino, gli studenti si troverebbero a tradurre una versione di un autore latino. Se la scelta ricadesse su greco, la traduzione da fare sarebbe invece di quest'ultima lingua. Come prepararsi alla seconda prova della maturità 2024? Il nostro consiglio è quello di ripassare vita e stile di tutti gli autori affrontati in classe, come Isocrate, un abile oratore greco e fondatore di una scuola di eloquenza.

Per tradurre una versione di Isocrate oltre ad usare sapientemente il vocabolario è utile conoscere qualcosa di più sulla sua vita, il suo stile e le sue opere.
Grazie al nostro aiuto potrai preparati alla traccia con la guida per lo svolgimento e le informazioni da conoscere su Isocrate.

Riuscire ad inquadrare in quale periodo storico è vissuto Isocrate, sapere che argomenti trattava, qual era il suo pensiero e quali sono le caratteristiche della sua prosa e del suo stile ti può aiutare a comprendere meglio il significato della versione e quindi ti sarà più facile tradurla.

Come tradurre Isocrate

Per riuscire a tradurre con successo le versioni di Isocrate puoi trovare tutto quello che devi sapere sulla sua vita, le sue opere, la sua prosa e il suo stile nel paragrafo di seguito:

  • Biografia

    Isocrate nasce ad Atene nel 436 a.C. da una famiglia benestante che gli procura un’accurata educazione attraverso l’insegnamento di maestri sofisti Protagora e Gorgia.
    Dal 402 al 392 è costretto ad esercitare l’attività di logografo, poiché il padre cade in disgrazia durante il conflitto fra Atene e Sparta. Divenuto ricco e famoso, non ritenendosi adatto ad essere un oratore o un uomo politico, decide di dedicarsi all’insegnamento dell’arte retorica e fonda una scuola di eloquenza.
    Pur non partecipando direttamente alla vita politica, attraverso il prestigio ottenuto con la sua scuola Isocrate non perde occasione di intervenire nel dibattito politico rivolgendosi ai grandi protagonisti dell’epoca con lettere, messaggi, orazioni e consigli. Muore nel 338 all’età di novantotto anni.

    Nell’arco della sua lunga vita Isocrate ha la possibilità di assistere prima alla parabola discendente dell’imperialismo ateniese nella guerra contro Sparta, poi a tutti i tentativi, peraltro fallimentari, di superamento dei particolarismi delle poleis che, se da un lato determinarono la debolezza e il limite politico della Grecia, dall’altro aprirono inevitabilmente le porte all’egemonia macedone.
    In un primo momento Isocrate auspica una pacificazione generale delle poleis per opporre una solida coalizione sotto la guida di Atene in funzione antipersiana; in seguito, di fronte all’ascesa di Filippo II di Macedonia, Isocrate abbandona le precedenti posizioni politiche, impraticabili e quanto mai utopistiche, e preferisce proporre al re macedone di diventare il benefattore (euergetes) dei Greci, l’arbitro imparziale e la forza di aggregazione delle poleis greche.

    Per quel che riguarda la politica interna Isocrate à convinto sostenitore della democrazia dei tempi di Solone, idealizzata e vagheggiata come modello di costituzione moderata.

  • Opere 
    Sono arrivate a noi solo 21 orazioni : 6 appartenenti al genere giudiziario (le orazioni XVI-XXI), 14 di genere epidittico (Encomio di Elena, Busiride, Contro i Sofisti, Panegirico, Plataico, Evagora, Nicocle, A Nicocle, Archidamo, Sulla pace, Areopagitico, Antidosi, Filippo, Panatenaico) e lo scritto A Demonico considerato spurio. 

  • Prosa
    Strettamente connessa alla vita politica è l’arte oratoria. Isocrate, infatti, ad essa attribuisce la funzione essenziale di preparare i giovani alla vita futura come uomini e cittadini onesti e di successo. Secondo Isocrate, solo chi sa correttamente parlare ed impostare un discorso, abbellirlo e argomentarlo efficacemente dimostra la propria eccellenza intellettuale e morale e conseguentemente è portato ad agire nel modo più giusto per la comunità.

    Inoltre Isocrate è in costante attrito con l’ambiente dei Socratici ateniesi: Platone nel Fedro gli augurava ironicamente una brillante carriera e gli rimprovera allusivamente la sua “avidità di ricchezze”. Per converso nell’orazione contro i sofisti Isocrate polemizza con i filosofi suoi contemporanei (e con Platone, innanzitutto). Implicitamente o esplicitamente critici nei confronti dei metodi formativi di Isocrate, furono anche Senofonte e Aristotele.

  • Lo stile

    Ecco le caratteristiche di base dello stile (in cui si può leggere anche l’influenza dell’insegnamento del sofista Gorgia da Lentini.)

    - ragionamenti basati su costruzioni concettuali limpide, elaborate e articolate;
    - periodi lunghi, fluidi, armoniosi e chiari nei nessi (ad esempio tosuton…oson);
    - predilezione per le antitesi ( men…de, alla ou/mh monon…alla, en toij logoij…en toij ergoij) e le correlazioni (te..te; oute…oute; mhte…mhte; eite…eite; kai…kai; h…h);
    - grande attenzione alla corrispondenza tra i membri che costituiscono un periodo, per numero di vocaboli, per struttura sintattica, per ritmo;
    - periodi con molti parallelismi concettuali;
    - uso moderato delle figure retoriche;
    - ricorso ad una breve perifrasi al posto di un semplice termine;
    - largo impiego dei vari costrutti del participio ( congiunto, predicativo, sostantivato, genitivo assoluto ecc.) all’interno della stessa frase;
    - presenza di proposizioni principali coordinate per asindeto.

    Per quanto riguarda il lessico abbiamo una frequenza altissima dell’uso di sostantivi quali polij, logoj, fusij, fenomeno comune a tutta la prosa greca classica anteriore all’Ellenismo e che rispecchia le passioni e gli interessi predominanti dell’epoca.


    Fra le parole chiave di Isocrate bisogna ricordare prima di tutto paideia, concetto che va oltre la traduzione corrente di “educazione” e assume il peso e lo spessore che oggi l’antropologia dà al termine “cultura”. Altra parola notevole è progonoi, “antenati”, riferimento costante alla fonte di una tradizione culturale che ormai aveva assunto una dimensioni mitica e inattuale.

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