Lidia Poët, storia della prima donna avvocato in Italia, diventata anche una serie tv

Lidia Poët è stata la prima donna avvocato in Italia: la sua storia straordinaria, le sue battaglie e la serie tv con protagonista Matilda De Angelis

Lidia Poët, storia della prima donna avvocato in Italia, diventata anche una serie tv

Lidia Poët, storia della prima donna avvocato in Italia, diventata anche una serie tv

La storia di Lidi Poet

Il suo nome è Lidia Poët ed è la prima donna avvocato nella storia d’Italia. Una figura rivoluzionaria e mitica che ha ispirato anche una serie tv Netflix con protagonista Matilda De Angelis. D’altronde la storia di Lidia, così come quello che è riuscita a fare, è davvero straordinaria.

Chi era Lidia Poët

Classe 1855, Lidia nasce in una famiglia benestante in Val Germanasca. Bellissima e decisa, a soli 13 anni chiede a suo padre di poter frequentare il liceo come i suoi fratelli maschi, ma riceve un netto rifiuto. Lidia però non si arrende e, dopo aver conseguito il diploma magistrale riesce a conseguire la maturità al liceo. Il suo percorso di studi prosegue all’Università di Torino dove, sostenuta anche dal fratello Giovanni Enrico, già avvocato, si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza.

Prima donna a tentare la carriera di avvocato, Lidia otterrà la laurea nel 1881 con una tesi intitolata: “Condizione della donna rispetto al diritto costituzionale e al diritto amministrativo nelle elezioni”. La notizia fa clamore, ma segna anche l’inizio di una battaglia che Lidia Poët dovrà combattere per tutta la sua vita. Subito dopo la laurea infatti si iscrive all’albo dei praticanti e inizia il suo periodo di praticantato presso uno studio legale, superando brillantemente l’esame finale. Iscriversi all’Ordine però non sarà affatto semplice.

Lidia infatti rappresenta l’eccezione alla regola: la prima donna che richiede di entrare nell’Albo degli avvocati. La domanda alla fine viene accolta dall’Ordine di Torino dopo una lunga discussione, seguita anche dai giornali, che porterà alla dimissione di ben due avvocati, decisi a respingere la sua richiesta.

Le ingiustizie e la battaglia di Lidia Poët

La gioia di essere entrata nell’Alba però dura poco. Nel 1883 Giuseppe Moggi, Procuratore generale del re, decide di impugnare davanti alla Corte d’Appello la sua iscrizione perché: “Le donne possono fare le insegnanti o i medici ma, in questo caso, si tratta di “attribuzioni che, per la loro indole ed entità, sono ben diverse da quelle che riassumono il patrocinio per cui è indispensabile un mandato nobile quanto arduo che, per compierlo a dovere, richiede robusto ingegno, ampiezza di dottrina, laboriosità indefessa”.

La richiesta viene accolta e la Corte d’Appello ordina la cancellazione di Lidia dall’Albo. La decisione verrà poi confermata anche dalla Corte di Cassazione: Lidia non potrà più esercitare il suo lavoro di avvocato. Lei combatte, non si arrende, e i giornali la appoggiano, ma nonostante i discorsi infuocati e le polemiche, Lidia Poët viene esclusa dall’avvocatura.

Ma lei trova un altro modo per fare il suo lavoro. Viene assunta nello studio legale del fratello dove redige atti e scrive pareri, occupandosi soprattutto di emarginati, minori e diritti delle donne. Di fatto esercita il mestiere di avvocato, ma senza poter firmare ufficialmente i documenti.

Da quel momento passeranno diversi anni e Lidia affronterà anche la Prima Guerra Mondiale, meritandosi una medaglia d’argento per il suo lavoro di crocerossina.

Poi, nel 1919, arriverà la svolta. Grazie all’abrogazione dell’istituto dell’autorizzazione maritale Lidia otterrà la possibilità finalmente di iscriversi all’Albo e si prenderà la sua rivincita. A 65 anni otterrà ciò che aveva sempre sognato, esercitando il mestiere di avvocato a tutti gli effetti. Morirà a 94 anni, dopo una vita trascorsa a inseguire le sue passioni e a non mollare mai.

La serie tv Netflix su Lidia Poët

Eroina femminista di fine Ottocento, Lidia Poët ha ispirato una serie tv Netflix. Lo show in 6 episodi si intitola La legge di Lidia Poët e ha per protagonista Matilda De Angelis. Un giallo storico in cui passato e progresso sono mescolati alla perfezione, dove si affrontano temi chiave come le discriminazioni e il ruolo della donna.

La serie tv è ambientata a Torino nella fine del XIX secolo con la regia di Matteo Rovere, affiancato da Letizia Lamartire. Una puntata dopo l’altra gli spettatori scoprono il personaggio di Lidia e temi anche molto complessi e attuali. Tutto inizia quando la Corte d’Appello di Torino con una sentenza dichiara illegittima l’iscrizione all’Albo di Lidia Poët. Senza più soldi e impossibilitata a svolgere la professione di avvocato, Lidia accetta di lavorare nello studio legale di suo fratello Enrico.

Da quel momento Lidia inizierà a lavorare al ricorso, combattendo per fare il suo lavoro, ma soprattutto si troverà ad affrontare casi sempre più intricati, ricercando la verità dietro apparenze e pregiudizi. Accanto a lei Jacopo, un giornalista misterioso, che le passa informazioni preziose e la guida in una Torino segreta.

Il personaggio di Lidia Poët è interpretato da Matilda De Angelis, mentreEduardo Scarpetta è il giornalista Jacopo Barberis. Pier Luigi Pasino invece è Enrico Poet, il fratello di Lidia, mentre Sara Lazzaro veste i panni di Teresa Barberis, la moglie di Enrico. Troviamo poi Sinèad Thornhill che interpreta Marianna Poët, figlia di Enrico e Teresa. Dario Aita invece è Andrea Caracciolo.

 

Ogni puntata dura 43 minuti, con un caso da risolvere in una Torino che sembra più sanguinaria che mai, capace di mettere in luce numerose disuguaglianze, proprie dell’epoca, sia per quanto riguarda il genere che la classe. In questo ambiente Lidia si colloca come una vera outsider, ribelle e coraggiosa, pronta ad aiutare gli amici, a risolvere le ingiustizie e ad accogliere anche i casi più disperati. Realtà e fantasia, ovviamente, si mescolano, ma è impossibile non appassionarsi alla storia di questa donna straordinaria.

I libri su Lidia Poët

Per scoprire le avventure di Lidia Poët non c’è solo la serie Netflix, ma si possono trovare anche numerosi libri. Il più famoso è "Lidia e le altre" di Chiara Viale in cui si ripercorre la biografia, ma soprattutto l’eredità intellettuale di questa donna straordinaria.

Troviamo poi il volume di Clara Bounous intitolato "Lidia Poët. Una donna moderna. Dalla toga negata al cammino femminile nelle professioni giuridiche". "Lidia Poët , la prima avvocata" è invece il titolo del volume di laria Iannuzzi e Pasquale Tammaro in cui si ripercorre la lotta di Lidia per inseguire il suo sogno, attraverso anche le voci e le opinioni dell’epoca.

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