Riassunto e trama della novella "Libertà" di Giovanni Verga
Libertà di Giovanni Verga: riassunto, trama e spiegazione della novella contenuta nella raccolta Novelle Rusticane dell'autore verista
Indice
Libertà di Giovanni Verga: riassunto e trama
Libertà è una novella scritta e pubblicata nel 1883 dal celebre autore verista Giovanni Verga. La novella è presenta nella raccolta Novelle rusticane.
Qui Verga narra la storia di un fatto veramente accaduto, la ribellione dei contadini di Bronte avvenuta nei confronti dei possidenti del paese.
Libertà di Verga: riassunto della novella
A Bronte la popolazione gridava nella piazza più grande la parola "Libertà" e alcuni sventolavano un fazzoletto rosso dal campanile. Durante il tumulto, Don Antonio fu ucciso mentre cercava di fuggire e, mentre passava a miglior vita, si chiedeva perché lo avessero ferito a morte. Anche il reverendo supplicava di non essere ucciso.
Don Paolo fu ucciso davanti alla propria casa, proprio davanti alla moglie che aspettava il marito per dar da mangiare ai figli. Il figlio del notaio Neddu, un ragazzo di undici anni, fu ammazzato mentre chiedeva ancora di essere risparmiato, dopo aver visto il padre morire. Era già ferito quando supplicava i garibaldini di non ucciderlo ma un boscaiolo, finendolo, si giustificava dicendo: "Tanto sarebbe stato un notaio, succhiasangue anche lui!".
I rivoltosi ammazzavano chiunque fosse ricco, perciò la baronessa aveva fatto fortificare la sua abitazione e i suoi servi. Dall'abitazione sparavano contro la folla che comunque riusciva a sfondare il cancello per cercare la baronessa. Una volta trovata fu ammazzata, insieme ai tre figli. La rivolta cominciò a sedarsi solo verso la sera.
Per rispetto alle vittime, la domenica successiva non fu celebrata messa e si pensò a come dividere le terre dei ricchi che erano stati uccisi. Tutti si guardavano minacciosamente perché non sapevano come fare: tra di loro non c'erano periti per misurare la grandezza dei lotti di terreno o notai per registrarne la proprietà. Il giorno successivo si apprese inoltre che il generale Nino Bixio sarebbe arrivato a Bronte per cercare giustizia. Non appena arrivò iniziò infatti a fucilare i colpevoli che non erano riusciti a fuggire.
Libertà di Verga: conclusione
Successivamente a Bronte arrivarono i giudici che interrogarono i colpevoli e li portarono in città per il processo. Le cose in paese tornarono come prima, infatti ai ricchi vennero restituite le loro terre e ai poveri non restò che ritornare ai loro lavori nei campi dei benestanti.
Il processo ai colpevoli durò a lungo, fino a quando tutti gli imputati furono ascoltati da una giuria composta dai ricchi e dai nobili, i quali ogni volta si rallegravano di non essere nati e vissuti a Bronte in quegli anni. Fu infine pronunciata la sentenza e un carbonaro, a cui erano state rimesse le manette, rimase sbigottito perché non aveva assaporato la libertà di cui avevano tanto parlato.
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