Lettere persiane di Montesquieu: spiegazione e riassunto
Lettere persiane: riassunto e spiegazione del romanzo epistolare-filosofico di Montesquieu, filosofo francese vissuto durante l’Illuminismo
LETTERE PERSIANE DI MONTESQUIEU: SPIEGAZIONE E RIASSUNTO
Le Lettere persiane è un romanzo epistolare pubblicato per la prima volta nel 1721 ed è stato scritto da Montesquieu.
L’autore attraverso le parole di due viaggiatori persiani immaginari, Usbek e Rica, ironizza sulle usanze e sul modo di vivere dei francesi.
Montesquieu non risparmia né le istituzioni e né gli uomini del tempo.
La visione distaccata che Usbek e Rica hanno della Francia, li porta a criticare i costumi e la linea politica, attaccando direttamente il regime monarchico e in particolare Luigi XIV.
Le Lettere persiane sono una raccolta di lettere, sistemate in ordine cronologico, che alcuni giovani persiani si scambiano con i loro parenti e conoscenti in Oriente durante il loro viaggio in Europa.
La prima esperienza che hanno con la vita europea li lascia perplessi e disorientati. I persiani si focalizzano sullo stile di vita e sulla socievolezza degli europei.
E proprio a Parigi trovano i primi ineluttabili difetti: la superbia e la superficialità di alcuni intellettuali li lasciano esterrefatti; ma ciò su cui fanno pesare i loro giudizi negativi è l’intero sistema politico e istituzionale.
Per i viaggiatori sono immorali le ingiustizie che il popolo francese deve subire ed è insensato il fanatismo che aleggia in tutto lo Stato, e consigliano istituzioni statali che rendano giustizia ai sudditi e che possano portare l’uguaglianza.
Usbek si rivela come un personaggio contradditorio: la sua figura non deve essere vista come un critico ingenuo che lotta contro l’assolutismo europeo ma in realtà è colpevole delle più oscure forme di dispotismo nel suo paese.
Un paese in cui la tirannide è più rigida rispetto all’Europa. Inoltre, Usbek ha lasciato le sue amanti prigioniere nell’harem per tutto il tempo del viaggio. Una di loro, scrivendo a Usbek, rivela le pessime condizioni in cui si trovano le mogli e la tragicità della loro vita.
Le opinioni dei persiani possono essere condivise o meno, ma bisogna ricordare che questi viaggiatori hanno colto le caratteristiche della società francese con l’apparenza e la pochezza di chi è solo di passaggio e non è ben radicato nella vera realtà di uno Stato, facendo apparire tutto irrazionale e privo di senso.
I viaggiatori persiani mostrano solo i peggiori difetti che un’identità nazionale può avere. Anche se a volte, un diverso punto di vista, dello straniero, spesso si rivela utile: ci aiuta a capire realmente qual è il mondo in cui viviamo e come sono le nostre abitudini.
Trovandoci all’interno di un complesso meccanismo sociale, riteniamo corretto quello che facciamo anche se in realtà non lo è e se non ci fossero persone come Usbek e Rica non sapremmo mai se il nostro modo di pensare e di comportarci è giusto oppure no.
Montesquieu esprime nel libro i valori reali che nella vita vera, come ci dimostra Usbek stesso, sono molto difficili da mantenere.
Solo un continuo confronto e la lotta per i propri ideali, senza pregiudizi e apparenze, è possibile migliorare se stessi e la società in cui si vive.
L’opera, come abbiamo detto, è solamente una raccolta di lettere che Montesquieu, dice essere “cadute per caso in mano sua”; l’autore quindi si sottrae dal rivendicarle.
LETTERE PERSIANE: PERSONAGGI
Rica è il personaggio più giovane, ha lasciato la madre in Persia e durante il viaggio si vede ridente e divertito. Nel libro Rica è il complemento di Usbek, che ricopre il ruolo principale.
Rica è sanguigno e gioviale; Usbek è un uomo cupo e malinconico: ha in sé l’ostilità per i travestimenti, ma può vantare sull’elevatezza dello spirito e su un pensiero più lento e meditativo.
Il personaggio di Usbek viene descritto come l’uomo maturo che fatica ad ambientarsi in un mondo a lui estraneo, ma anche come il cupo signore di un harem invaso dal disordine.
Il viaggio che i persiani compiono è pieno di motivazioni e di stimoli: essi vanno alla conquista del sapere che per Usbek equivale al rifiuto di restare sottomesso all’autorità della sola cultura del paese natale:
“Noi siamo nati in un regno fiorente, ma non abbiamo creduto che i suoi confini dovessero essere quelli delle nostre conoscenze e che solo la luce orientale dovesse illuminarci”.
Questa causa può essere ritenuta necessaria e sufficiente ma, anche se il desiderio di sapere è un motivo sincero e non un semplice pretesto, la necessità di sfuggire al dispotismo è una causa di importanza per lo meno uguale.
LETTERE PERSIANE: CONCLUSIONI
L’orizzonte spaziale delle Lettere persiane è eccezionalmente ampio. Lo spazio geografico non comporta solo le due capitali contrapposte, Parigi e Ispahan, ma include anche le città dove risiedono i corrispondenti informatori (Smirne, Venezia, Mosca, Livorno…).
Attraverso le voci del suo libro e il fallimento di Usbek, l’autore ci porta il suo pensiero che esalta il rifiuto delle tirannie che ingabbiano i popoli per ritrovare una società migliore.