La letteratura volgare in Italia: riassunto
La letteratura volgare in Italia: riassunto sulla società medievale e sulla letteratura volgare nel nostro paese. Caratteristiche e poetica
LETTERATURA VOLGARE
La letteratura volgare in Italia nasce nel Duecento. Infatti, al centro-nord si utilizza il volgare, la lingua d’uso della classe in ascesa, cioè della borghesia; non esistendo, però, un volgare cosiddetto nazionale si ha un policentrismo linguistico accompagnato a quello politico, perciò ogni letterato scrive nella propria lingua locale.
Infatti, Dante individua ben 14 ceppi linguistici che oltre a svilupparsi in aree geografiche diverse danno vita anche a generi letterari diversi.
La poetica in volgare nata in Italia ricerca un livello espressivo alto, influenzata molto dalla lirica provenzale, infatti furono gli stessi trovatori che abbandonata la Provenza arrivano nel nord Italia stabilendosi nelle corti feudali. Oltre al Nord, fu anche influenzata la corte siciliana di Federico II.
SCUOLA SICILIANA
Infatti, è proprio nella corte siciliana che, tra il 1230 e il 1250, sorgono imitatori della poesia trobadorica, che, però non usano più la lingua d’oc ma bensì il loro volgare locale dando vita alle prime poesie d’arte in volgare italiano, nonostante ciò la poesia siciliana riprende i temi amorosi e le forme metriche dei modelli provenzali; i più noti poeti siciliani sono Jacopo da Lentini, Guido delle Colonne e Pier della Vigna.
La poesia siciliana è però diversa da quella del Nord Italia perché si conforma intorno ad un potere monarchico assoluto a differenza delle continue lotte civili settentrionali.
I temi della poesia siciliana sono quelli tipici dell’amor cortese e quindi l’omaggio alla dama, il rapporto di vassallaggio, le lodi dell’eccellenza della donna, il paragone ad oggetti reali e bellissimi, il dolore per la lontananza.
La poesia siciliana acquistò ben presto molto prestigio e si diffuse un po’ ovunque nella penisola, in particolare in Toscana. Possediamo testi siciliani grazie alla scuola toscana, che attraverso la trascrizione da parte dei copisti ci ha permesso di conoscere la poesia siciliana.
L’ambiente politico della Toscana però non possiede una monarchia accentratrice, ma liberi comuni percorsi da conflitti, perciò nella poesia vengono riversate tematiche civili e morali.
Il poeta più famoso è Guittone d’Arezzo.
DOLCE STIL NOVO
A Firenze negli ultimi decenni del secolo, un gruppo di poeti, pur restando nel solco della lirica amorosa si allontana dalle precedenti poetiche siciliana e toscana, dando vita a una nuova tendenza definita da Dante Dolce Stil Novo.
A livello formale, tali poeti si distinguono dai loro predecessori per l’adozione di uno stile più limpido e piano, sul livello dei contenuti, si afferma la visione della donna angelicata e si approfondisce l’analisi degli effetti che l’amore provoca sull’amante, inoltre si ha una sostituzione delle corti passando dalla corte reale ad una corte ideale.
Uno dei temi centrali dello Stilnovismo è l’amore e la gentilezza, come segno di una superiore nobiltà d’animo legata alle qualità personali.
Tra i protagonisti dello Stilnovismo ricordiamo Guido Guinizzelli (Padre mio e delli altri mei); Guido Cavalcanti; Cino da Pistoia; Lapo Gianni e Dante Alighieri.
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