Leonardo da Vinci poeta e letterato: vita e opere letterarie dello scienziato del Rinascimento italiano

Biografia e opere letterarie di Leonardo da Vinci, il genio del Rinascimento italiano vissuto tra 1400 e 1500 , autore di opere sulla riflessione artistica e di critica all'Umanesimo.
Leonardo da Vinci poeta e letterato: vita e opere letterarie dello scienziato del Rinascimento italiano
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1Leonardo, uomo del Rinascimento

Autoritratto di Leonardo Da Vinci
Autoritratto di Leonardo Da Vinci — Fonte: istock

Vissuto a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento, la vita di Leonardo da Vinci è quella di un intellettuale trovatosi improvvisamente in balìa di quegli eventi terribili e imprevisti destinati a segnare la fine del periodo di fioritura politica e intellettuale dell’Italia

Le invasioni degli eserciti francesi e imperiali mostrano la fragilità politica degli stati regionali italiani, la loro incapacità di resistere militarmente e garantire sicurezza i propri cittadini

È in questi primi, disastrosi anni che Leonardo comincia a girovagare per le varie corti e città del centro nord alla ricerca di un posto sereno per poter esprimere la sua arte, un posto che sembra sempre più difficile da trovare e, difatti, Leonardo finisce per approdare alla corte di Francesco I , dove vive uno dei periodi più felici della sua vita.

Leonardo l’uomo simbolo di questi anni complessi, segnati tanto dalle atrocità della guerra quanto dalla capacità della cultura italiana di dar vita a personaggi in grado di produrre opere grandiose sia sotto il profilo poetico e letterario che architettonico e artistico. 

Personaggi come Leonardo, in grado di incarnare la figura di quel genio capace di tutto: dalla produzione di magnifici e complessi dipinti, alla progettazione di opere architettoniche e ingegneristiche avveniristiche e di testi letterari di una notevole originalità e profondità. 

1.1L'opera del Leonardo scrittore

Disegno anatomico dei muscoli della spalla, braccia e ossa del piede di Leonardo da Vinci; schizzo disegnato a inchiostro intorno al 1510-11. Dalla Collezione Reale, Londra
Disegno anatomico dei muscoli della spalla, braccia e ossa del piede di Leonardo da Vinci; schizzo disegnato a inchiostro intorno al 1510-11. Dalla Collezione Reale, Londra — Fonte: getty-images

Leonardo muore in Francia, ad Amboise, nel 1519, affidando all’amico Francesco Melzi tutto l’insieme dei suoi scritti che viene raccolto in ben ventotto diversi codici manoscritti, un enorme corpus di testi che è il risultato di una produzione letteraria che si stende per circa quarant’anni, dagli anni ‘80 del Quattrocento fino alla sua morte.

Si tratta di un insieme di scritti di difficile lettura poiché la maggior parte non era stata pensata per la pubblicazione e, tuttavia, attraverso di essi si può vedere la maturazione del pensiero leonardesco, la sua evoluzione e il suo farsi più complesso e composito abbracciando i campi e le materie più diverse.

Nella maggior parte dei casi si tratta di annotazioni, appunti sparsi che riescono a costruire un discorso certamente coerente, quindi capace di veicolare in maniera efficace il pensiero dell’autore, ma non organico, quindi privo della coerenza interna dei testi rifiniti per la pubblicazione

Tutto il corpus si può dividere in due grandi categorie: una di natura teorica, in cui vengono affrontati discorsi che spaziano nella maniera più ampia dalla pittura, punto di partenza delle riflessioni di Leonardo, ed arrivano all’ottica, all’anatomia, all’architettura e alle questioni più intrinsecamente e propriamente letterarie; per la seconda categoria si può parlare di una produzione letteraria in senso stretto, giacché consiste nella scrittura di enigmi, favole e “facezie”, cioè brevi aneddoti che si concludono con battute di spirito.

2Dalla riflessione artistica alla critica all'Umanesimo

Studio di una macchina volante di Leonardo da Vinci
Studio di una macchina volante di Leonardo da Vinci — Fonte: getty-images

La parte più consistente della produzione letteraria leonardesca è quella legata all’elaborazione teorica e alla riflessione sulla pratica che prende le mosse dalla sua esperienza di pittore e artista.

Dall’analisi sulla realizzazione dei colori fino ad arrivare ai ragionamenti sull’ottica, sull’idraulica e sull’anatomia, Leonardo mette insieme una serie di interessi, spunti, riflessioni la cui ampiezza e commistione trova una rappresentazione grafica negli stessi manoscritti in cui la scrittura è affiancata da disegni e rappresentazione di progetti, andando a formare un insieme armonico.

Dal punto di vista formale la sua scrittura risente dell’influenza culturale degli ambienti umanisti con cui era senz’altro entrato in contatto negli anni fiorentini e che certamente non gli è stata estranea nemmeno in seguito.    

Si tratta di un dato importante perché l’impostazione umanista non influenza solo lo stile di scrittura, ma costituisce la vera e propria base del modello di pensiero di questo autore.

Leonardo è un umanista che applica i presupposti teorici dell’umanesimo ad attività pratiche. Non è certamente il primo ed unico esempio: prima di lui Leon Battista Alberti, grandiosa figura di architetto e letterato, aveva saputo coniugare quell’impostazione a temi eminentemente pratici.

L’elaborazione teorica di Leonardo presenta però una sua originalità profonda, basata su due fattori principali: anzitutto nella sovversione di quella che era la tradizionale gerarchia delle scienze, che metteva al primo posto quelle più puramente teoriche e in particolare la letteratura.  

Egli invece dà un posto primario proprio alla pittura, alla rappresentazione grafica che considera come il prodotto finale, concreto, di una ricerca che parte da lontano e si basa su una serie di presupposti che sono verificati matematicamente.  

L’idea di considerare valido solo ciò che è basato sulla dimostrazione matematica comporta, implicitamente, che Leonardo si trovasse a contrapporsi alla cultura retorico-letteraria di quel periodo e al suo culto per gli auctores.

La cultura classicista che si era sviluppata in quegli anni aveva infatti individuato in alcuni filosofi e poeti del passato delle vere e proprie autorità, punti di riferimento imprescindibili per la conoscenza, un’impostazione che viene di fatto sovvertita da questo autore che invece procede a una critica dell’antico approccio conoscitivo in favore di uno diretto e basato sulla matematica.

In questo senso Leonardo sembra rifarsi all’impostazione del primo umanesimo e muoversi sull’esempio di pensatori come Leonardo Bruni e Lorenzo Valla , che circa un secolo prima avevano rivoluzionato gli studi classici proprio rifiutando le interpretazioni della Scolastica, che ne appiattivano il significato, per un approccio critico e diretto ai testi antichi.

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3Le profezie, le facezie, le favole

Come si è detto, il corpus delle scritture leonardesche è coerente, nel senso che illustra i passaggi e il pensiero dell’autore, ma non è organico, perché presenta tutte le caratteristiche della scrittura non pensata per la pubblicazione, come dimostra la commistione di tra parti scritte e disegni.

Anche tra le diverse parti scritte ci sono registri diversi, scritture differenti che si intervallano tra di loro, e accanto alle riflessioni sulla pittura e sulla tecnica si trovano anche registri e schemi più tipicamente letterari; scritti brevi e pregnanti che si possono raggruppare sotto le tre tipologie della profezia, della facezia e della favola.

  • Le profezie sono degli indovinelli di poche righe, brevi frasi caratterizzate il cui senso si può cogliere solo decifrando correttamente la loro chiave metaforica; le frasi sono essenziali, gli oggetti ridotti alle loro caratteristiche essenziali in modo da aumentare l’ambiguità di lettura del significato, il sistema complessivo viene basato sulla tradizione profetica della Bibbia, cosa che le profezie leonardesche dando loro un tono sinistro e apocalittico.
  • Le facezie sono brevi racconti episodici che terminano con motti di spirito e la cui produzione si lega fortemente all’ambiente di corte.
  • Le favole invece riflettono sulle inevitabili leggi della natura e si caratterizzano per le conclusioni sentenziose e il tono complessivamente negativo, fortemente pessimista.
Autoritratto di Leonardo da Vinci (1452-1519): pittore, scultore, scrittore, scienziato e architetto del Rinascimento italiano
Autoritratto di Leonardo da Vinci (1452-1519): pittore, scultore, scrittore, scienziato e architetto del Rinascimento italiano — Fonte: getty-images

Dal punto di vista linguistico queste tre tipologie di scrittura adottano registri diversi tra loro, cosa naturalmente dovuta alle differenti finalità di ciascuno scritto, ma in linea generale si caratterizzano per la forte differenza rispetto alla prosa diffusa nell’Italia del tempo

Quella che sembra la sintassi zoppicante di un tecnico poco avvezzo alle lettere è però, anche in questo caso, una critica al modo di scrittura della prosa umanista, modellata sull’esempio dei classici e che aveva già eretto Boccaccio a modello da imitare. 

A questi, invece, Leonardo preferisce la prosa trecentesca popolare, quella del Novellino e dei cronisti del XIV secolo come Dino Compagni o i fratelli Villani

Anche in questo caso, quindi, la scrittura leonardesca va intesa come un’implicita critica a una cultura umanistica che ormai doveva apparire cristallizzata attorno a modelli superati. 

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