Leon Battista Alberti: biografia e opere

Biografia e opere di Leon Battista Alberti, scrittore e architetto del Rinascimento, autore di De Re Aedificatoria e De Pictura
Leon Battista Alberti: biografia e opere
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1Leon Battista Alberti: biografia

Leon Battista Alberti (1404-1472), 1460: poeta, architetto, musicista, filosofo, pittore e scultore italiano
Leon Battista Alberti (1404-1472), 1460: poeta, architetto, musicista, filosofo, pittore e scultore italiano — Fonte: getty-images

Leon Battista Alberti nacque illegittimo a Genova nel 1404, pur essendo di origine fiorentina: la sua famiglia era stata infatti cacciata da Firenze qualche anno prima. Studiò prima a Venezia e poi a Padova per approdare infine a Bologna con l'obiettivo di prendere la laurea in diritto canonico. Nel 1421 muore il padre.   

Se si sommano tali fatti diventa evidente che l’adolescenza e la giovinezza di Leon Battista Alberti furono molto tormentate e comprendiamo meglio come tutta la sua prima produzione letteraria sia caratterizzata dal pessimismo. Si accentuò anche una certa vena di amarezza e di cinismo, al punto da renderlo vicino a un grande filosofo cinico come Luciano di Samosata. Le Intercenales, Musca, Canis e Momus ricalcano da vicino lo stile lucianeo.   

Queste difficoltà insieme a malattie derivate dal troppo studio, almeno secondo un’anonima biografia dell’autore giunta a noi, spinsero Alberti a dedicarsi alla matematica e alla fisica.   

2Opere di Leon Battista Alberti

Medaglia raffigurante il profilo di Leon Battista Alberti. Opera di Matteo de' Pasti conservata nel Museo del Louvre, a Parigi
Medaglia raffigurante il profilo di Leon Battista Alberti. Opera di Matteo de' Pasti conservata nel Museo del Louvre, a Parigi — Fonte: ansa

Alberti produce ottima letteratura latina e volgare nella sua prima produzione: una commedia latina dal nome Philodoxeos (1424?), De commodis literarum atque incommodis (1428-9?) e le prime Intercenales.

In volgare invece effettuò tentativi in prosa e in poesia di argomento amoroso. In prosa abbiamo Deifira, Ecatonfilea, la “Storia” di Ippolito e Lionora che richiamano per stile e temi il Boccaccio delle opere minori, sebbene Alberti non nomini mai le «tre corone».

Leggiamo anche solo l’inizio di Ecatonfilea e accostiamolo alla dedica di Boccaccio alle donne contenuta nel Decameron:

«Parmi officio di pietà e di umanità, ove io in una e un'altra di voi, bellissime fanciulle, veggo più segni d'animo oppresso da gravissime cure amatorie, ivi con quanto in me sia arte e ingegno renderle a voi facili e leggere. E testé vedendo parte di voi, figliuole mie dolcissime, sostenersi la fronte con mano e le tempie, parte compriemersi le braccia al petto, parte sospirando aggiugnersi le palme al viso, parte qui e quivi per tutto questo teatro avere gli occhi solliciti come a riconoscere fra la moltitudine quello uno amato quale voi aspettate e molto desiderate vedere, qui non posso io non avere pietate di chi così conosco essere in quelle pene in quale io tempo fu men dotta ad amare languendo vivea. E benché in voi sia ottimo ingegno e singulare prudenza a ben reggersi amando, non però dubitate, giovinette ornatissime meno di me in questo esperte, che da me udirete cose quali vi sarà gratissimo e utilissimo avermi ascoltato. Niuno si truova ottimo medico quanto colui il quale si ricorda giacere in quella infermità quale ora vuole levare ad altri. Io per insino a qui tra i miei e altrui amori già mi truovo avere senza pentimento alcuno saziato il desiderio mio con uno più che cento amanti, tale che a ogni autunno poss'io annoverare due amori. Onde per questo e' litterati uomini, quali sopra gli altri sempre a me piacquono, me fra' loro privati e amorosi ragionamenti appellano Ecatonfilea».

3Leon Battista Alberti: opere, temi e stile

L’obiettivo dell’opera, come nel Decameron, è consolare le donne dai drammi d’amore. Notiamo, inoltre, che Leon Battista Alberti dominava l’espressività in volgare letterario molto prima del suo contatto con Firenze. Poche sono le sue poesie (17 componimenti), ma sono innovative per forma e stile.

Pur non essendo un grande poeta, Leon Battista Alberti è un anello di congiunzione tra l’età delle «tre corone» e quella di Lorenzo de’ Medici. Un “ponte modulante”, per dirla in termini musicali.

Leon Battista Alberti (1404-1472)
Leon Battista Alberti (1404-1472) — Fonte: getty-images

Tra il 1428 e il 1431 non si hanno notizie certe: forse ritornò a Firenze, essendo stato sospeso il bando sugli Alberti oppure soggiornò all’estero. Nel 1431 fu certamente a Roma, segretario di Biagio Molin, patriarca di Grado e reggente della cancelleria pontificia, che lo fece nominare anche abbreviatore apostolico. 

Ricordiamoci che Alberti era un figlio illegittimo e questo creava dei problemi non secondari anche per ottenere gli ordini minori, ma nel 1432 papa Eugenio IV aveva concesso con bolla all'Alberti, figlio illegittimo, di assumere gli ordini sacri e di godere i benefici ecclesiastici: in questo modo finiscono le ristrettezze economiche, ma non i dispiaceri familiari. 

Proprio la famiglia rappresenta uno tema cruciale per questo autore, che non ne creò una propria ed ebbe verso la donna un atteggiamento misogino sulla falsariga del Corbaccio di Boccaccio

4Il De familia di Leon Battista Alberti

Nel 1433-34 scrisse un’opera formidabile e luminosa sulla famiglia, il De familia, in cui convergono sia i desideri reconditi e forse inespressi di avere un proprio nido familiare, sia le tradizioni della sua famiglia di origine e, infine, come sempre, lo studio della storia e della letteratura antiche.

L’opera, divisa in quattro libri, procede attraverso un ragionamento domestico e i personaggi di questo dialogo sono tutti membri della famiglia Alberti. È un trattato tipicamente umanistico, che coniuga la teoria e l’esperienza diretta e offre preziosi spunti di riflessione affinché l’uomo possa realizzarsi nella sua felicità, il fine ideale di ogni vita.

La famiglia è il luogo ideale dove si coltivano sogni e ambizioni, dove si cresce e si matura e si diventa virtuosi al di là dei colpi della fortuna, che nulla può contro l’intelligenza: perché «la virtù non è altro che ben prodotta natura» diretta al «bene e beato vivere» dice l’autore.

La virtù che è piena realizzazione di sé e del proprio talento ha il suo nemico naturale nell’ozio, che invece rappresenta lo spreco di sé. Allora la virtù, essendo un bene condivisibile, è anche un bene “civile”, perché l’uomo, condividendola con gli altri, arricchisce la società tutta. Dunque bisogna dare il massimo in ogni ambito. Sempre. Nella vita privata e in quella pubblica.

Anche l’erudizione, lo studio, la scrittura non devono esistere per sola e sterile gloria personale, ma devono essere utili all’umanità. Il fine è migliorare la vita di tutti gli uomini: «L’ingegno dell’Alberti è squisitamente pratico; si tratta sempre con lui di scienza applicata sia in morale sia in matematica sia in architettura» (Cecil Grayson). Praticità, parola chiave. 

Proprio in base a questo principio dobbiamo a Leon Battista Alberti l’uso giustificato del volgare in quanto diretto discendente del latino e soprattutto utile a una comunicazione efficace e a largo raggio: si spiega allora la composizione della prima grammatica volgare che, essendo stata redatta in ambiente papale, prende il nome di Grammatichetta vaticana. È la prima in assoluto e non tiene conto di una tradizione letteraria, non giudica le parole nella loro estetica, ma nella loro utilità. 

5Leon Battista Alberti: la pittura, la scultura, l’architettura

Siamo a un passaggio cruciale nella vita di questo autore: si vede bene che la sua è una vita fatta di mille interessi e quindi di mille vite. Scrittore, poeta, filosofo, giurista: cosa manca se non l’arte espressa in pittura, scultura e architettura? A Roma già prima del 1434 ebbe modo di conoscere artisti dal calibro di Brunelleschi, Donatello, Masaccio, e intanto se ne andava in giro a misurare piante di templi e proporzioni di statue (famosa la sua opera Descriptio Urbis Romae, che sarebbe una passeggiata per Roma), studiava Vitruvio, aveva anche imparato a usare la prospettiva.    

Dal 1434-43 Leon Battista Alberti soggiornò a Firenze dove compose il De pictura e il De statua che sono i primi trattati di pittura e scrittura dell’era moderna, i quali applicano lo studio della matematica alla rappresentazione reale della natura e vedono nell’artista non un artigiano qualunque, ma la persona più vicina a Dio. Anche questi trattati fondono insieme sapienza e studio degli antichi con l’esperienza moderna: l’arte diventa un modo eletto di rappresentare la realtà, così da specchiare l’armonia del Creato: «Così l’arte diventa attività umanistica, esprimendo i nuovi rapporti spirituali e spaziali tra l’uomo e l’universo di cui è osservatore e ricreatore» (Cecil Grayson).

Basilica di Sant'Andrea di Mantova. Architetto: Leon Battista Alberti
Basilica di Sant'Andrea di Mantova. Architetto: Leon Battista Alberti — Fonte: getty-images

Quindi Leon Battista Alberti non fu mai succube degli antichi, servile nei loro confronti, ma seppe realmente ampliare le possibilità espressive e conoscitive a tutto tondo, senza pregiudizi di sorta, incarnando più di molti retori il vero spirito umanista. Altra cosa interessante: il primo concorso letterario della storia in senso moderno. Nel 1441 Leon Battista Alberti e Piero de’ Medici bandirono il Certame coronario, una gara di poesia in lingua volgare, che ebbe numerosi partecipanti ma che non ebbe vincitori. Era il segno, tuttavia, che il volgare stava riprendendo autorità, con piena dignità letteraria.

Nel 1443 ritorna a Roma e quando nel 1447 viene eletto papa Niccolò V, Leon Battista Alberti viene impiegato nella restaurazione degli edifici romani e in altri progetti del Vaticano e non solo e viene incoraggiato anche dagli Estensi. Numerosi furono i progetti e le restaurazioni che coniugavano (ancora una volta) la lezione degli antichi e il gusto dei moderni.

L’influenza maggiore sui suoi contemporanei (e non solo) la ottenne però con il trattato sull’architettura De re aedificatoria (1452) che gli fruttò l’appellativo di «Vitruvio fiorentino».

«Architettore chiamerò io colui, il quale saprà con certa, e maravigliosa ragione, e regola, sì con la mente, e con lo animo divisare; sì con la opera recare a fine tutte quelle cose, le quali mediante movimenti dei pesi, congiungimenti, e ammassamenti di corpi, si possono con gran dignità accomodare benissimo all'uso de gli homini». Alberti.

6Leon Battista Alberti, una figura poliedrica

Chiesa di San Sebastiano, Mantova. Architetto: Leon Battista Alberti
Chiesa di San Sebastiano, Mantova. Architetto: Leon Battista Alberti — Fonte: getty-images

Un altro trattato geniale di questo autore è Ludi matematici che gli danno un posto di rilievo anche in questa disciplina fondamentale per l’agrimensura e la cartografia. L’architettura resta però sempre la migliore della arti per Alberti, perché è pragmatica, al servizio dell’uomo.

Dunque, chi è stato Leon Battista Alberti? Nel 1500 circolava una Vita anonima che lo esaltava come un superuomo. Forse è esagerato. Eppure mi ha fatto venire in mente un aforisma attribuito a Johann Sebastian Bach, il grande compositore tedesco: «Lavoro incessante, analisi, riflessione, molta scrittura, infinita autocorrezione: questo è il mio segreto». Superuomo perché super-lavoratore, dotato di un’energia incredibile e di una costanza invidiabile, Leon Battista Alberti fu un uomo universale, se così si può dire, per la vastità dei suoi interessi e per il modo eccellente in cui riuscì a perfezionarli.

È una figura quindi atipica, se vogliamo. Eppure la fortuna di questo umanista così eclettico durò quasi esclusivamente grazie all’architettura e all’arte, meno che in letteratura, pagando forse proprio la sua versatilità. Ma in ultima istanza direi che la lezione più bella di questo umanista è l’assoluta coerenza dell’uomo con i suoi valori e il fatto che con il duro lavoro si può riuscire in ogni ambito.

7Come concepisce Alberti l’attività dell’architetto?

Umanista nell'accezione più ampia del termine, Alberti considerò la professione di architetto quella più aderente al modello dell'uomo integrale, cioè la massima valorizzazione dell'uomo ottenibile coltivando ogni aspetto della persona umana.  

Anche se la sapienza degli artigiani e il gusto del committente influiscono sull'edificio da realizzare, è nella mente dell'architetto che si crea la prima immagine del progetto, e la sua attività consiste proprio nella progettazione razionale e nella realizzazione pratica.  

Secondo Alberti la scienza dell'architettura fu uno degli aspetti dell'arte del governo, e l'architetto incarna la connessione tra l'ideale e il reale.  

Alberti non diresse personalmente nessun cantiere, limitandosi a fornire ai costruttori direttive e programmi ai quali attenersi, ma in ogni sua opera era riscontrabile la matrice letteraria con la quale interpretò e rielaborò gli elementi della cultura classica che ispirarono ogni edificio.  

    Domande & Risposte
  • Quando è nato Leon Battista Alberti?

    Il 14 febbraio del 1404.

  • Dove è nato Leon Battista Alberti?

    Genova.

  • Quali sono le opere architettoniche progettate dall’Alberti più famose?

    La facciata di Palazzo Rucellai, la facciata della Basilica di Santa Maria Novella e il Tempietto del Santo Sepolcro a Firenze, il Tempio malatestiano a Rimini e la Basilica di Sant’Andrea a Mantova.