Cosa sono state le leggi razziali fasciste

Le leggi razziali: cos'è la dichiarazione della razza e quando fu pubblicata. Testo del Manifesto degli scienziati razzisti redatto da Benito Mussolini

Cosa sono state le leggi razziali fasciste
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Leggi razziali in Italia

Leggi razziali
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Il Manifesto degli scienziati razzisti o Manifesto della razza venne pubblicato il 14 luglio del 1938 su Il Giornale d’Italia con il titolo “Il Fascismo e i problemi della razza”. Il documento, firmato da dieci scienziati e scritto da Benito Mussolini, sostiene l’esistenza di diverse razze nel mondo e afferma l’idea di una “pura razza italiana” come simbolo di nobiltà per l’Italia. Il testo dichiara che gli ebrei non appartengono a questa razza e raccomanda di preservare i tratti fisici e psicologici degli italiani, evitando unioni con altre razze, per mantenere intatta tale “purezza”.

Leggi razziali: testo del Manifesto della razza

Le razze umane esistono. L’esistenza delle razze umane è una realtà materiale, percepibile con i nostri sensi.

Esistono grandi e piccole razze. Non esistono soltanto razze maggiori ma anche razze minori, caratterizzate da un maggior numero di caratteri comuni. Queste sono le vere razze.        

La popolazione dell’Italia è di origine Ariana. L’origine degli italiani attuali parte da elementi di quelle stesse razze che costituirono il tessuto vivo dell’Europa.

Esiste ormai una “pura razza Italiana”. Questo enunciato è basato sulla purissima parentela di sangue che unisce gli italiani di oggi alle generazioni che popolano l’Italia da millenni.

E’ tempo che gli Italiani si proclamino razzisti. La questione del razzismo dev’essere trattata da un punto di vista biologico e vuole additare agli italiani un modello fisico e psicologico di razza umana che si stacca completamente da tutte le altre razze extra europee.

Gli ebrei non appartengono alla razza italiana. Gli Ebrei rappresentano l’unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia perché essa è costituita da elementi razziali non europei.

I caratteri fisici e psicologici degli italiani non devono essere alterati in nessun modo. Il carattere puramente biologico degli italiani viene alterato dall’incrocio con qualsiasi razza extra-europea.

Dichiarazione sulla razza

La Dichiarazione sulla razza venne emessa il 6 ottobre del 1938 dal Gran Consiglio del Fascismo e dichiarava l’attualità urgente dei problemi razziali e la necessità di una coscienza razziale. Il problema ebraico non è che l’aspetto metropolitano di un problema generale. Il Gran Consiglio del Fascismo stabilisce:

  • il divieto di matrimoni di cittadini italiani con elementi appartenenti a razze non Ariane;
  • il divieto per i dipendenti dello Stato e di Enti Pubblici di contrarre matrimonio con donne straniere di qualsiasi razza;
  • il matrimonio di cittadini Italiani dovrà avere il preventivo consenso del Ministero dell’Interno.

L’Ebraismo mondiale è stato unanimemente ostile al fascismo durante la guerra in Etiopia e l’immigrazione di elementi stranieri ha peggiorato lo stato d’animo degli ebrei italiani. Tutte le forze antifasciste fanno capo ad elementi ebrei.

Divieto d’entrata ed espulsione degli ebrei stranieri. E’ vietato l’ingresso nel Regno agli Ebrei stranieri e l’espulsione degli indesiderabili. Il Gran Consiglio del fascismo decide di non applicare l’espulsione: agli ebrei di età superiore ai 65 anni e agli ebrei che abbiano contratto matrimonio misto italiano prima del 1 Ottobre 1938 (anno XVI dell’era fascista).

Il Gran Consiglio del fascismo decide inoltre che:

  • è di razza ebraica colui che nasce da genitori entrambi Ebrei;
  • è considerato di razza ebraica colui che nasce da padre ebreo e da madre di nazionalità straniera;
  • è considerato di razza ebrea colui che professa la religione ebraica.

I cittadini di razza ebraica non potranno:

  • essere iscritti al Partito Nazionale Fascista;
  • essere possessori o dirigenti di aziende che impieghino cento o più persone;
  • essere possessori di oltre cinquanta ettari di terreno;
  • prestare servizio militare.

Provvedimenti per la difesa della razza italiana

Il matrimonio del cittadino italiano di razza ariana con persona appartenente ad altra razza è proibito.
L’appartenenza alla razza ebraica deve essere denunziata ed annotata nei registri dello stato civile e della popolazione.
I cittadini italiani di razza ariana non possono avere alle proprie dipendenze persone appartenenti alla razza ebraica.
E’ vietato agli ebrei stranieri fissare stabile dimora nel Regno, in Libia e nei possedimenti dell’Egeo.
L’esercizio delle professioni di giornalista, medico-chirurgo, avvocato, notaio, ragioniere, architetto, perito industriale è esclusivamente riservato a cittadini italiani di razza ariana.
All’ufficio di insegnante non potranno essere ammessi cittadini di razza ebraica.
Alle scuole di qualsiasi ordine e grado non potranno essere iscritti alunni di razza ebraica.
Si provvederà all’istituzione di scuole esclusivamente per alunni ebrei.

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