Le tre rivoluzioni industriali: riassunto
Di Redazione Studenti.Riassunto delle tre rivoluzioni industriali in Italia: caratteristiche, cause, invenzioni, scoperte e date
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Le tre rivoluzioni industriali: riassunto

Nel corso della storia abbiamo avuto tre rivoluzioni industriali: la prima rivoluzione industriale fu quella della macchina a vapore e del carbone e si sviluppò a partire dalla fine del Settecento e caratterizzò gran parte dell’Ottocento; la seconda fu quella del motore a scoppio, dell’elettricità e del petrolio, e iniziò attorno al 1870 e divenne tipica della prima metà del Novecento; la terza è quella dell’energia atomica, dell’astronautica e dell’informatica, e ha avuto inizio al termine della seconda guerra mondiale.
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Per conoscere e ricordare i concetti, gli eventi e i principali avvenimenti della storia dalle origini a oggi.
Storia: la prima rivoluzione industriale
Mentre la Rivoluzione Francese stava sconvolgendo tutto il continente europeo, un’altra grande rivoluzione si faceva strada: la prima rivoluzione industriale. Essa rappresentò un grande cambiamento nel modo di produrre: per la prima volta si utilizzò una nuova fonte di energia, il carbone, e un nuovo mezzo, la macchina a vapore. La prima rivoluzione industriale si avviò verso il 1870 in Inghilterra e in seguito si diffuse nel resto dell’Europa e negli Stati Uniti.
La prima rivoluzione industriale scoppiò in Inghilterra perché questo paese era avvantaggiato da alcuni fattori che ne favorirono lo sviluppo economico, quali:
- era all’avanguardia negli studi scientifici e tecnici, e quindi le sue industrie furono le prime a utilizzare importanti scoperte;
- era stato attraversato nel Seicento da un grande rinnovamento politico che consentì sul suo territorio quella libera concorrenza nei commerci, ancora vietata nella maggior parte degli altri Paesi;
- era un’isola, e quindi la navigazione permetteva facili collegamenti;
- era ricco di carbone, una materia prima fondamentale per la produzione di energia;
- inoltre l’Inghilterra possedeva dei campi “aperti” cioè che potevano essere coltivati da tutti.

Scoperte e invenzioni
Il Settecento venne definito un’età dell’oro delle invenzioni. Infatti, ci furono numerose scoperte nel settore tessile. Questi inventori erano persone geniali, ma quasi totalmente prive di istruzione. Dopo qualche decennio, tuttavia, non fu più sufficiente la sola capacità inventiva. Nel momento in cui furono messi in atto interventi più complessi, si dovette ricorrere alla scienza.
Nel 1796 James Watt, dopo lunghe ricerche scientifiche e tecniche, inventò la macchina a vapore. James Watt era infatti un uomo di grande cultura che proveniva dalle moderne università scozzesi. La sua macchina utilizzava il vapore come forza motrice. Le industrie che fino ad allora dovevano essere collocate nei pressi di un corso d’acqua per sfruttarne l’energia attraverso il mulino, ora potevano essere costruite dove era più vantaggioso, cioè nelle città. L’energia impiegata dalle nuove industrie veniva fornita da un combustibile, il carbone, di cui l’Inghilterra era ricca. A questo punto la macchina a vapore e il carbone divennero i fattori determinanti dello sviluppo economico. In pochi decenni la macchina a vapore venne applicata ai telai e ai mezzi di trasporto. La locomotiva a vapore, per esempio, fu inventata nel 1814 da George Stephenson che fu inaugurata sul tragitto Liverpool-Manchester. Grazie a questa serie di innovazioni l’Inghilterra divenne il Paese più sviluppato del mondo, imponendo il proprio predominio anche nei commerci. Per realizzare un’attività industriale occorrono dei capitali, cioè un adeguata disponibilità di denaro. Bisogna comprare le macchine e la materia prima da lavorare, avere un locale dove effettuare le lavorazioni, pagare i lavoratori.
- l’obbligo di rimanere al chiuso tra le pareti della fabbrica;
- i rumori assordanti delle macchine;
- gli ambienti malsani delle fabbriche di cotone, mantenuti umidi per non far spezzare i fili;
- il lavoro faticosissimo nelle miniere, dove la crescente richiesta di carbone fece aumentare il numero di minatori.
La vita dei proletari e il luddismo
La vita dei proletari, come venivano chiamati allora gli operai, era difficile e squallida. I proletari erano coloro che vendevano la propria manodopera in cambio di uno stipendio. La loro esistenza non era facile. L’orario lavorativo arrivava anche alle 15 ore giornaliere. I giorni festivi erano trascorsi perlopiù a letto, nel tentativo di smaltire la stanchezza, se non la febbre. Anche donne e bambini vennero impiegati senza alcun riguardo. Anzi nei primi decenni dell’Ottocento costituivano la maggior parte dei lavoratori dell’industria tessile. Le donne e i bambini infatti si comandavano facilmente e costavano meno degli uomini. Per quanto possa oggi apparire incredibile, era normale lavorare dopo appena i 6 anni. Le nuove macchine dell’industria migliorarono le condizioni di vita dei lavoratori. Nel contempo però provocarono disoccupazione. Infatti, l’introduzione di un nuovo macchinario aveva come conseguenza la diminuzione del numero dei lavoratori impiegati.
Rivoluzione agricola
Oltre ad una rivoluzione industriale ci fu anche una rivoluzione agricola. In soli cinquant’anni la produzione agricola raddoppiò. Questo fu possibile grazie all’abolizione degli obblighi dei contadini nei confronti dei nobili che li rese liberi di coltivare la terra. Poi cambiò la tecnica di coltura: mentre nel Medioevo c’era la rotazione triennale dei campi, cioè la coltivazione si ruotava su tre campi lasciandone sempre uno a riposo; verso la metà del Settecento ci si accorse che rendeva di più coltivare con le leguminose anche la parte lasciata a riposo in precedenza. In questo modo il terreno diventava più fertile, questa tecnica venne chiamata: rotazione quadriennale. Si fece più ricorso alla chimica per la produzione di prodotti fertilizzanti. Le tecniche di irrigazione migliorarono sensibilmente. Furono costruiti nuovi mezzi: l’aratro di fabbricazione industriale, la seminatrice e la falce.
Seconda rivoluzione industriale: scoperte e fiducia nel progresso

Il decollo della seconda rivoluzione industriale avvenne attorno al 1870. Ma già dal 1850 ci furono scoperte straordinarie. Negli Stati Uniti furono perforati i primi pozzi petroliferi. La luce elettrica fece la sua comparsa nel 1878 costruita da un americano. Il telefono venne sperimentato dall’italiano Antonio Meucci, che venne perfezionato e brevettato dall’Americano Graham Bell.
Società di massa
Con la seconda rivoluzione industriale nacque la società di massa, il tipo di società in cui viviamo oggi. Nella società di massa le industrie producono una enorme quantità di prodotti tutti uguali e disponibili per un gran numero di persone. Anche la cultura e le informazioni sono alla portata di tutti attraverso mezzi di comunicazione quali: giornali, radio, televisione. I mezzi di comunicazione sono detti con un’espressione anglo-latina, mass media.
Terza rivoluzione industriale: caratteristiche
Le principali caratteristiche della terza rivoluzione industriale sono:
- alcune scoperte scientifiche e tecniche hanno aperto all’umanità prospettive che nella prima metà del Novecento erano impensabili. Per rimanere solo alle più note, l’astronautica e l’informatica;
- il principale settore dell’economia, per numero di persone che vi lavorano, è il terziario. Questo settore dell’economia comprende tutti i servizi: scuola, sanità, trasporti, telecomunicazioni;
- il mondo è diventato un villaggio globale, in quanto la cultura di massa si è diffusa quasi in ogni suo angolo. E la maggior parte della gente imita il modo di vivere degli americani.