Le Odi di Parini: riassunto
Cosa sono e di cosa parlano le Odi di Parini? Breve riassunto sulle Odi di Parini, poeta italiano tra i principali esponenti del Neoclassicismo
LE ODI DI PARINI: RIASSUNTO
Le Odi di Parini sono in tutto 19 (con diverse “evoluzioni”: prima furono 22, poi 25, poi 19) composte in un intervallo di tempo notevole – tra il 1757 e il 1795 – e divise in due gruppi. Sono considerate l’opera poetica più importante, in queste odi vi sono la polemica pariniana, la battaglia illuministica e argomenti morali. Sono state scritte in momenti diversi della sua vita per comunicare principi etici e sociali, non vuole comunicare stati d’animo.
LE ODI DI PARINI
L’ode è un genere lirico riscoperto dagli autori dell’Arcadia, proveniva dai poeti lirici latini e greci, si caratterizza da toni elevati e solenni.
- La vita rustica: è un elogio della vita agreste, contrapposto alla caotica vita condotta in città.
- La salubrità dell’aria: è un confronto tra l’aria pulita della Brianza con quella malsana di Milano, poiché in questo periodo non esistevano le strade asfaltate, ma erano delle strade di fango e letame, in questo modo l’aria si ammorbava.
- L’impostura: il poeta si scaglia contro l’ipocrisia di persone che non hanno il coraggio di essere ciò che sono, ma che fingono di essere ciò che non sono.
- L’educazione: viene affrontato il tema dell’istruzione, alcuni valori pedagogici rispetto del prossimo, elevazione dell’animo, il senso di giustizia, tutti i principi che dovevano servire a rinnovare l’uomo e la società.
- Il bisogno: l’ode riprende le tematiche già affrontate da Beccaria, per ridurre i reati bisogna migliorare le condizioni dei ceti inferiori, è la povertà che genera i delitti.
- L’innesto del vaiuolo: dedicata ad un medico, Gian Maria Ricetti, che aveva introdotto il vaccino in Italia, loda la scienza e coloro che si dedicano a favorire il progresso, migliorando la vita umana. Critica ogni forma di pregiudizio.
- L’evirazione o la musica: nel Settecento vi era una barbara pratica di castrare i giovani ragazzi affinché rimanesse loro una voce bianca, quasi una voce femminile, per cantare nelle opere di teatro. Parini denuncia questo malcostume.
- La caduta: il poeta narra di come un giorno, uscito in una giornata invernale piovosa, sia scivolato e aiutato da un viandante che riesce a sollevarlo: vi è un dialogo tra i due.
- Il pericolo: in questa ode il poeta narra della pericolosità del fascino femminile.
- Il dono: il poeta narra di una nobile donna che gli ha regalato delle tragedie dell’Alfieri.
- Alla musa: dedica quest’ode al Marchese Febo D’Adda, che era stato allievo del Parini. Era legato a questo suo allievo, quest’ultimo aveva abbandonato la poesia e si era dedicato alla famiglia ed il poeta si rivolge alla musica affinché convincesse la moglie (ispiratrice dei versi del poeta) a riportarlo all’arte della poesia.
- Sul vestire alla ghigliottina: quest’ode è caratterizzata dalla rabbia, dallo sdegno, è una polemica nei confronti della Rivoluzione Francese, all’inizio favorevole, ma dopo aver visto le atrocità commesse. Polemizza contro gli eccessi e contro la moda del periodo, cioè quella di mettere un nastro sul collo; si inorridisce di fronte alla mancanza di buongusto. Questa, secondo il poeta, è una triste pratica che va a contaminare la grazie delle nobildonne.
L’ultimo gruppo di odi risente del neoclassicismo.
Intorno al 1780-1799 a Milano, c’era stata una traduzione di un’opera scritta da un tedesco, Winckelmann, Storia dell’arte. I suoi principi neoclassicisti vennero divulgati nell’Italia settentrionale, Parini, nell’Accademia di Brera, si trova a confrontarsi con artisti neoclassici, condivide principi neoclassici. Avvicinandosi a questo stile, si distacca dai temi sociali a vantaggio di tematiche morali.
Le ultime odi sono belle stilisticamente e ritraggono l’amarezza di un uomo che vede fallire in un bagno di sangue il proprio sogno di riforma morale, fondata su principi illuministici e cristiani.
Il Neoclassicismo è un movimento culturale artistico della metà del ‘700, che si protrae fino ai primi dieci anni dell’800. Nasce e si sviluppa parallelamente all’interesse che si stava manifestando per le ricerche archeologiche, poiché in quegli anni si stavano tenendo gli scavi ad Ercolano e vennero alla luce le rovine di questa città assieme a quella di Pompei. La riscoperta della classicità ricerca il bello ideale che si doveva basare sull’eleganze, sull’equilibrio, sulla serenità, sulla grazia, sull’evitare ogni eccesso.
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