Le Grazie di Ugo Foscolo | Video
Le Grazie di Ugo Foscolo: guarda la spiegazione del poema incompiuto che Foscolo ha scritto per lo scultore Antonio Canova
LE GRAZIE
Un poema rimaneggiato dal suo autore per tutta la sua vita, eppure destinato a rimanere incompiuto. E questo nonostante il tema, al tempo della sua stesura, fosse davvero di gran moda. Stiamo parlando delle Grazie, poema di Ugo Foscolo iniziato nel 1803 e che vede protagonista le tre divinità romane, muse dispensatrici di doni per gli uomini.
È nel biennio 1812-1813 che Ugo Foscolo inizia a lavorare seriamente al componimento di cui ti abbiamo accennato in apertura. Perché? Perché in quegli stessi anni un altro importante artista, Antonio Canova, sta dando forma a una delle sue sculture più famose: le Tre Grazie, appunto.
In quegli anni Foscolo si trova nella villa di Bellosguardo, località vicino Firenze, che viene citata più volte nell'arco dell'intera composizione. Foscolo cita più volte Canova, dice che userà le parole proprio come un pittore farebbe col suo pennello, e in ultimo, proprio in quella villa immagina di allestire insieme a Canova un rito in onore delle Grazie.
STRUTTURA DELL'OPERA
Veniamo ai dettagli. Per lungo tempo la critica ha valutato quest’opera di Foscolo come piuttosto debole rispetto alle altre. Ma negli ultimi tempi qualcosa è cambiato, e studiando meglio il componimento sono stati identificati moltissimi temi importanti e profondi, su cui vale la pena di soffermarsi. L’opera si compone di tre inni scritti in endecasillabi sciolti: il primo è dedicato a Venere, il secondo a Vesta, il terzo ad Atena. I primi due, anche se con qualche lacuna, risultano comunque compiuti; il terzo no, finisce dopo soli 24 versi.
- Il primo inno, quello dedicato a Venere, si apre con un proemio che descrive il tema: il carme è dedicato alle tre figlie di Afrodite e servirà a rallegrare l'Italia piegata dal dominio straniero.
Segue poi la dedica a Canova e quella dell'immaginario altare dedicato alle muse, sul quale i due artisti celebreranno un rito in loro onore.
Quest’inno ruota attorno al concetto di bellezza e alla sua capacità di innalzare l'uomo, portandolo fuori dal suo stato primitivo e animalesco.
L’inno si conclude con il ritorno di Venere al cielo: mentre sale, affida alle Grazie il compito di portare la specie umana verso la civiltà con i doni degli dèi. - Il secondo inno è dedicato alla dea Vesta, antica divinità romana protettrice della casa. Questo è l'inno più completo e coerente, e descrive la scena del rito che abbiamo citato poco fa. Ad officiarlo ci sono tre donne amate dal poeta: Eleonora Nencini, Cornelia Rossi Martinetti e Maddalena Marliani Bignami, che impersonano rispettivamente l’arte della musica, quella della poesia e della danza.
Le donne rappresentano, insomma, la bellezza dell'arte, capace di dare beatitudine agli uomini. Foscolo, insomma, in questo modo apre un tema importante: la riflessione sull'arte e sulla poesia, che è libera e attenta ai più sfortunati. - Il terzo inno, dedicato ad Atena, è quello più incompleto. Qui le Grazie fuggono dal mondo degli uomini e trovano riparo sull’isola di Atlantide, dove Atena fa cucire per loro un velo che le nasconda dagli sguardi dei profani e dai desideri dei mortali.
In conclusione: Le Grazie è un’opera vasta e complessa, ricca di rimandi dotti, citazioni e temi importanti.
Inizialmente la critica aveva valutato l'opera come eccessivamente formale, ma col tempo ci si è accorti quanto invece il tema della politica e quello del ruolo della poesia siano presenti in tutto il poema. Insomma: nelle Grazie Foscolo non considera più la mitologia come un ideale di bellezza e perfezione, ma la cornice di un discorso più ampio, sia civile e che personale.
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