Come diventare Graphic designer: cosa fa, come lavorare

Vuoi lavorare come graphic designer? Leggi la testimonianza di Alberto Lecaldano per scoprire cosa fa e come diventare graphic designer

Come diventare Graphic designer: cosa fa, come lavorare
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COME DIVENTARE GRAPHIC DESIGNER

Come diventare graphic designer: la storia di Alberto
Fonte: istock

Quello del graphic designer, con lo sviluppo delle professioni del web, è diventato uno dei mestieri più ambiti. Vero e proprio progettista della comunicazione visiva, non solo deve essere esperto di grafica, ma anche conoscere le basi del marketing, per intercettare i bisogni dei potenziali clienti con grafiche convincenti e che catturino l'attenzione.

Abbiamo parlato con Alberto Lecaldano, membro dell'Aiap e direttore della rivista Progetto Grafico, per capire meglio in cosa consiste questa professione e come lui l'ha iniziata.

Quando ha deciso che questa professione sarebbe diventata la sua?

Avevo più o meno 26 anni ed era l'inizio degli anni '70. Sono grafico da più di 35 anni. Eravamo agli inizi per questa professione a Roma ma, nonostante ciò, in quegli anni i clienti sapevano molto bene per cosa poteva essere utile un grafico. Sicuramente molto più di ora.

STUDIARE GRAFICA DA AUTODIDATTA

Qual è stato il suo percorso formativo? Ha seguito corsi particolari o si è affidato ad una formazione prettamente universitaria?

Sono soprattutto un autodidatta. Ho avuto un grande maestro che mi ha insegnato a capire molto sull'importanza del progetto. Su quanto sia importante che dietro ci sia un'idea e di come sia importante che quell'idea sostenga e si articoli, nel progetto in ogni minimo dettaglio. Questo maestro era Luciano Damiani, il grande scenografo. Poco aveva a che fare con la grafica. Un altro contatto interessante, ancora sul progetto, è stato quello con Maurizio Sacripanti, grande architetto. Le cose più importanti le ho imparate da giovane quando con molta passione e discreto successo mi dedicavo alla regia e a quella che allora si chiamava Scrittura scenica, cioè il progetto per la messa in scena. Quindi teatro, architettura, scrittura, progetto. Roba seria, potremmo dire. Tutte cose veramente importanti rispetto alle quali, diciamoci la verità, la grafica è piccola cosa.

GRAPHIC DESIGNER LAVORO

C'è un percorso formativo ideale che è meglio seguire per poter intraprendere questa professione oppure è meglio essere autodidatta?

Sicuramente ora ci sono validissimi corsi di università italiane e straniere. In Italia allo Iuav di Venezia o al Politecnico di Milano o all'Isia di Urbino. Ma nell'ambito formativo in questi anni o addirittura giorni tutto è in rapidissimo cambiamento. Comunque penso farebbe bene a tutti, dopo gli studi, un periodo di uno/due anni presso un buono studio. E farebbe sicuramente bene a tutti occuparsi anche d'altro oltre che di grafica.

GRAPHIC DESIGNER COSA FA

Con l'introduzione del computer e della tecnologia non pensa che la sua professione sia cambiata e che in tanti si improvvisino grafici?

È vero la professione è cambiata, ora ci sono i computer, molti si improvvisano grafici. Ma vogliamo continuare a parlarne o a piangerci sopra? Non mi sembra utile. Be', se vogliamo dirne una e, secondo me definitiva, i computer hanno consentito un controllo sulla microtipografia, sull'ortotipografia e sulla qualità tipografica precedentemente impensabile. Per cui quella attuale è veramente una situazione meravigliosa, la migliore da quando lavoro.

DIVENTARE GRAPHIC DESIGNER AUTODIDATTA

Cosa consiglierebbe ad un giovane grafico che si approccia alla professione?

Penso che un buon modo per cercare e trovare lavoro possa essere quello di avere e offrire competenze sul trattamento dei testi e anche, perché no, sulla loro redazione.

Queste competenze insieme a un'ottima conoscenza della lingua italiana possono veramente costituire un alto valore. Basta guardarsi intorno e vedere quanto siano mal fatti molti libri o come siano incomprensibili molti stampati e come, quasi sempre, vengano bistrattate le più elementari regole di composizione tipografica. Ad esempio l'accento sulla e maiuscola è spesso sostituito da un apostrofo. Consiglierei a un giovane e bravo grafico di cominciare da qui. In Italia ci sono circa 5000 editori e infinite sono le aziende che per informazione o promozione producono stampati o realizzano siti web dove, oramai è chiaro a tutti, prima della spettacolarizzazione conta la comprensione. Un mercato enorme.

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