Lavandare, analisi del testo

Lavandare, analisi del significato, analisi del significante, figure retoriche e comprensione del contenuto della poesia di Giovanni Pascoli

Lavandare, analisi del testo
getty-images

LAVANDARE, ANALISI DEL TESTO

Lavandare, analisi del testo
Fonte: getty-images

Comprensione del contenuto. Il titolo di quest’opera composta da Pascoli è “Lavandare”. Il tema non è però incentrato solo su quello che il titolo ci preannuncia, cioè la situazione delle lavandaie che lavorano nel canale per lavare i panni, ma il tema comprende anche il paesaggio circostante dei campi arati e non, e assieme a un aratro che, non essendo trainato da buoi, pare abbandonato. I due primi versi dell’ultima quartina sono le cantilene tristi delle lavandaie mentre i versi finali della poesia chiudono il ciclo tornando a parlare dell’aratro e dei campi arati ma non seminati.

LAVANDARE, ANALISI DEL SIGNIFICANTE

In questa poesia i versi sono tutti endecasillabi e sono in tutto dieci. Il ritmo è marcato dalle virgole nella prima e ultima strofa e lo è ancora di più per i versi con il punto esclamativo finale. Al verso 6, sono presenti i due punti che indicano sì una pausa, ma anche l’introduzione, come prima accennato, dei canti delle lavandaie. La rima è concatenata per lo schema ABA CBC DEDE, anche se i versi 7 e 9 presentano una quasi-rima delle parole finali. Alcune rime interne, o quasi-rime, si possono individuare come nei versi 2 e 3 con “aratro” e “dimenticato”. Le strofe sono tre: due terzine e una quartina. Il componimento poetico è una madrigale di endecasillabi.

LAVANDARE, ANALISI DEL SIGNIFICATO

La denotazione della poesia descrive un paesaggio di campagna con estensione di campi arati e non, dove, in un canale vicino, le donne si raggruppano per lavare i panni sporchi. Mentre le lavandaie lavorano, eseguono cantilene tristi e malinconiche che richiamano i paesaggi che vengono descritti nei primi versi.

La connotazione appare complessa ma ricca di significato emotivo. Al primo verso viene introdotta la vista di un campo grigio e nero, colori che rappresentano uno stato morale deprimente e negativo. I versi 2 e 3 completano il quadro del paesaggio sottolineando la solitudine e l’abbandono rappresentati da un aratro senza buoi che pare dimenticato nella nebbia leggera sui campi. La parte visiva della poesia si conclude lasciando lo spazio al rumore dell’acqua di un canale d’irrigazione smossa dalle lavandaie che sbattono con forza la stoffa e cantano, ma le cantilene non accompagnano le donne con allegria nel loro lavoro, bensì sono canti tristi e malinconici che richiamano la solitudine dell’aratro citato già all’inizio.

LAVANDARE, FIGURE RETORICHE

Una possibile metafora e similitudine usata nella poesia è infatti l’aratro che, lasciato in mezzo ai campi, rappresenta la solitudine, l’abbandono e la malinconia. È presente un fonosimbolismo con lo “sciabordare” emesso dalle lavandaie che smuovono l’acqua ed è possibile che un ossimoro sia rappresentato dal contrasto dei tonfi che fanno i panni sbattuti e le melodiche cantilene delle donne. Una metonimia può essere il campo mezzo “grigio” e mezzo “nero” il quale si riferisce alla differenza che c’è tra il campo secco e non smosso e quello appena arato, dove la terra che emerge è più umida e quindi scura.

LAVANDARE, CONTESTUALIZZAZIONE

Appurato che l’opera di Pascoli presenta dei forti ed evidenti segni di tristezza e di malinconia, pare che il poeta non avesse una visione buona delle cose che lo circondavano. Pure all’esterno, la poesia esprime un marcato senso di malessere morale, interiore, che comunica alla gente uno stato d’animo cupo, triste e pessimistico.

ASCOLTA IL PODCAST: COME FARE L'ANALISI DEL TESTO POETICO

Ascolta su Spreaker.
Un consiglio in più