Laureate e laureati nel Rapporto Almalaurea: chi guadagna di più
Primo Rapporto di genere Almalaurea: laureate più motivate, ma i laureati guadagnano di più. Cosa emerge dal report 2022
RAPPORTO DI GENERE ALMALAUREA 2022
Sono più brave ma guadagnano di meno: è questa la sintesi del primo Rapporto tematico di genere di Amalaurea, che mostra le performance universitarie di laureate e laureati, evidenziando ancora una volta come a più alte competenze non corrisponda anche una migliore posizione nel mondo del lavoro. Un gap economico ed occupazionale, quello tra uomini e donne, che non accenna a colmarsi: le donne sono il 60% dei laureati in Italia, ma guadagnano il 20% dei loro colleghi maschi.
LAUREATE IN ITALIA: IL PROFILO
Il Report Almalaurea mostra un profilo molto specifico delle laureate:
- Il 28,3% ha almeno un genitore laureato rispetto al 34,3% degli uomini, dunque un background familiare meno favorito;
- Dimostrano migliori performance pre-universitarie (voto medio di diploma 82,5/100, mentre è 80,2/100 per gli uomini) e universitarie (concludono gli studi in corso il 60,2% delle donne, rispetto al 55,7% degli uomini;
- Si laureano con voti più alti rispetto ai maschi: 103,9 contro 102,1/110 in media;
- Prendono parte più degli uomini alle esperienze di tirocinio curriculare (61,4% rispetto al 52,1%)
- Fanno più esperienze di lavoro durante gli studi (66,0% rispetto al 64,0%) e più esperienze di studio all’estero (11,6%, rispetto al 10,9% degli uomini).
Altri elementi che emergono dal report:
- Le donne cercano per lo più lavori stabili e coerenti con gli studi;
- Cercano lavori che garantiscono loro l'indipendenza sociale ed economica;
- Cercano più degli uomini lavori che abbiano un'utilità sociale.
Per gli uomini gli elementi fondamentali sono invece:
- Prestigio sociale derivato dal lavoro;
- Possibilità di carriera.
DONNE LAUREATE: ESITI OCCUPAZIONALI
Nonostante il miglior impegno e le migliori performance all'università, il tasso di occupazione resta del tutto a vantaggio degli uomini:
- Tra i laureati di primo livello a cinque anni dal titolo è pari all’86,0% per le donne e al 92,4% per gli uomini;
- Tra quelli di secondo livello è pari rispettivamente a 85,2% e 91,2%.
La pandemia da Covid-19 ha peggiorato la tendenza, che a cinque anni dal titolo, in presenza di figli si amplifica ulteriormente. Il CV delle donne, in genere, nel 2021 risulta meno richiesto di quello degli uomini, con un divario che si accentua nel quarto trimestre 2021 (richiesti 193mila CV di laureati e quasi 152mila di laureate).
Le donne dichiarano livelli di efficacia della laurea nel lavoro svolto più elevati di quelli degli uomini: 68,0% e 61,7% tra i laureati di primo livello e 69,2% e 67,7% tra quelli di secondo livello a cinque anni dal titolo.
La retribuzione resta però del tutto a svantaggio delle donne: a cinque anni dalla laurea, gli uomini percepiscono, in media, circa il 20% in più:
- tra i laureati di primo livello 1.374 euro per le donne e 1.651 euro per gli uomini;
- tra quelli di secondo livello rispettivamente 1.438 euro e 1.713 euro.
Nel Report di genere Almalaurea emerge anche un altro importante fattore: le donne considerano altamente il ruolo della famiglia nelle loro vite. Per questa ragione non solo migrano meno, ma spesso lo fanno per scelte legate alla propria famiglia di origine.
Le lauree STEM sono meno scelte, ma il divario sta diminuendo. Maria Cristina Messa, Ministro dell’Università e della Ricerca, commenta così il dato:
Il fatto che i divari tra laureate e laureati in materie STEM siano più contenuti è sicuramente un segno positivo e la prova che le misure che stiamo adottando, dall’orientamento verso le materie scientifiche al supporto con quote premiali per le borse di studio in favore delle ragazze che scelgono questi percorsi di studio, ci stanno indirizzando sulla strada giusta.Leggi anche:
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