La violenza di genere: cos'è e come riconoscerla
Cos’è la violenza di genere, come nasce e attraverso quali comportamenti si manifesta? In questa guida la dott.ssa Deborah Disparti ci aiuta a prevenirla, riconoscerla e affrontarla.
Indice
La violenza di genere
La violenza di genere rappresenta una problematica sociale pervasiva, caratterizzata non solo dalla violenza fisica, ma anche da quella psicologica e verbale, nonché da stereotipi, giudizi e restrizioni che ancora oggi caratterizzano il panorama sociale.
Cos'è la violenza di genere
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la violenza di genere come “qualsiasi atto di violenza fondata sul genere che comporti, o abbia probabilità di comportare, sofferenze o danni fisici, sessuali o mentali per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia che si verifichi nella sfera pubblica che in quella privata”.
Sebbene la violenza di genere non sia unicamente riferita a quella che vede come vittime le donne, è chiaro e statisticamente provato come questa rappresenti la stragrande maggioranza di agiti di questo tipo. Ed è di questo tipo di violenza che, in queste righe, cercheremo di comprendere meglio.
Date le varie sfaccettature che costituiscono la violenza di genere, un concetto importante da tenere a mente nel distinguerla è il fatto che la violenza venga agita contro una persona non per il suo pensiero o comportamento, ma proprio in quanto appartenente ad un genere specifico. Questo concetto permette di distinguere crimini e violenze contro la persona (indipendente dal genere), come ad esempio un furto, ed i crimini commessi contro le donne in quanto tali, da parte di partner, ex, familiari e conoscenti di genere maschile.
Quali sono le radici della violenza di genere
La violenza di genere rappresenta una dinamica diffusa nella maggior parte delle popolazioni mondiali, e affonda le radici in concetti appartenenti ad un passato lontano, che vengono purtroppo mantenuti in vita da stereotipi, pregiudizi, atteggiamenti e schemi sociali.
Alla base di tutto ciò, possiamo riscontrare principalmente 5 fattori che contribuiscono alla continuità di questa violenza:
- Norme culturali: fin da piccoli si è esposti ad alcuni stereotipi di genere così radicati nella cultura che creano la base di credenze e aspettative nei confronti del genere femminile
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Dinamiche di potere e controllo: la violenza viene spesso utilizzata come mezzo per rinforzare la posizione di potere e controllo. Questa dinamica, di natura patriarcale, viene spesso attuata nei confronti di figli e figlie, della partner, e talvolta anche rispetto ad altri membri familiari di genere femminile e addirittura ex partner
- Misoginia interiorizzata: si intende, con il termine misoginia, odio e sdegno nei confronti del genere femminile, e, insieme alla misandria (odio e sdegno verso il genere maschile), contribuiscono a mantenere un livello di tensione alto, creano difficoltà nella creazione di fiducia e quindi nell’instaurarsi di un dialogo sano e non caratterizzato dalla violenza
- Mancanza di regolazione emotiva: questo fattore, sebbene non possa di certo essere attribuito al solo genere maschile, costituisce però un fattore di rischio importante, e, come il resto, fonda le sue radici nel patriarcato. In una cultura in cui l’uomo deve nascondere e reprimere le emozioni, non gli è concessa la possibilità di apprendere come accoglierle e gestirle, con esiti talvolta fatali per gli altri e per sé stessi: questo aspetto è infatti anche alla base dell’alta percentuale di suicidi da parte della popolazione maschile
- Ciclo di abusi: si tratta di una dinamica interpersonale e spesso intergenerazionale, che consiste nel perpetrare abusi che si sono subiti in prima persona, a causa di un mancato supporto e di una mancata elaborazione degli stessi
Come prevenire la violenza di genere
È chiaro, osservando i fattori in gioco, che la gestione della violenza di genere e l'abbandono dei valori e degli ideali tipici del patriarcato non andrebbe a vantaggio delle sole donne, ma di tutta la popolazione.
Questo, forse, è il tassello principale su cui è necessario fondare la diffusione di nuovi valori e pratiche, per evitare il dannoso ed inutile “dito puntato” contro una categoria specifica, che ha il solo effetto di aumentare gli attriti e le incomprensioni tra generi e gruppi sociali.
Per rinforzare questo messaggio e prevenire la violenza di genere ognuno di noi può fare la sua parte, nel privato o tramite iniziative pubbliche e sociali. Alcuni fattori che possono supportare tale cambiamento sono:
- La promozione della parità di genere: l’equità e la parità di genere in termini di diritti, possibilità, aspettative e doveri è alla base della creazione di un ambiente equilibrato in cui sia possibile un dialogo e non vi siano ostilità causate da ingiustizie e pregiudizi
- L’educazione emotiva e affettiva: la famiglia e la scuola devono dare la possibilità ad ogni individuo di poter riconoscere, esprimere e gestire in modo adeguato ogni manifestazione affettiva, così da poter gestire gli eventi critici della vita senza la necessità di agiti sproporzionati. Allo stesso modo, è necessaria anche un’educazione affettiva, in cui sia chiaro a chiunque quali fattori siano alla base di relazioni sane e rispettose
- Porre attenzione al linguaggio: il modo in cui parliamo e le parole che usiamo hanno un potere fortissimo. È necessario imparare ad utilizzare i termini e le espressioni giusti per non continuare a coltivare stereotipi e pregiudizi dannosi
- Riconoscere le caratteristiche della violenza: è importante prima di tutto essere consapevoli che la violenza non è solo fisica, non lascia necessariamente i segni. Bisogna quindi apprendere i campanelli d’allarme così da poter riconoscere quando ci si ritrova ad essere vittime di violenza o quando qualcuno attorno a noi la sta subendo
- Non ricadere nell’omertà: è necessario, sempre più, poter condividere, riprendere un conoscente che esprime pensieri violenti o dannosi per farglielo notare, non acconsentire ad alcuni agiti solo per far parte del gruppo, educare chi ci circonda, e denunciare quando necessario
- Saper chiedere aiuto: oltre alle denunce e agli esposti, è necessario imparare a chiedere aiuto non solo se si è vittima di violenza, ma anche se ci si rende conto di star perpetrando comportamenti violenti, o se si è testimoni di violenza. Ognuno di noi ha la possibilità di riconoscersi le proprie responsabilità, avviare un cambiamento ed essere supportarti in questo percorso, attraverso le figure esperte di salute mentale, gruppi comunitari, eventi tematici e le associazioni di competenza.
La violenza di genere non riguarda solo un genere, ma ogni individuo nella società. Costruire parità e rispetto è diritto e dovere di ognuno di noi.
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