La solitudine: tema
Cos'è la solitudine e da cosa ha origine? La solitudine: tema svolto su questo sentimento nel quale l’essere umano si isola
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LA SOLITUDINE: TEMA
Che cos’è la solitudine? Il termine “solitudine” deriva dalla parola latina “solus” ossia “solo”. È una condizione e un sentimento umano nella quale l’individuo è isolato. La solitudine ha origini e cause diverse. Può derivare da un isolamento emotivo per la mancanza o la perdita di una figura cara, o da un isolamento sociale, cioè dalla mancanza di amicizie, dalla difficoltà di stabilire relazioni sociali soddisfacenti o dalla impossibilità di farlo. Perché ha origine: per il fatto che non vengono soddisfatte due importanti esigenze della nostra mente: la necessità di affetto e la necessità di vivere in un ambiente ricco di stimoli. E’ possibile individuare diverse tipologie di solitudine.
La solitudine imposta. Le circostanze di vita impongono all’uomo la solitudine ed egli non può far altro che soccombervi. Può essere causata da:
- Prigionia.
- Malattia: Beethoven con la sua sordità è stato costretto a isolarsi dal mondo.
- Essere abbandonati da una persona cara.
- Il senso della mancanza di qualcuno quando parte.
“Nel campo mezzo grigio e mezzo nero / resta un aratro senza buoi, che pare / dimenticato, tra il vapor leggero” (Giovanni Pascoli - Lavandare - Myricae, 1891).
- Scomparsa dei propri cari. Quando muore qualcuno a cui siamo molto legati sembra che venga a mancare un pezzo di se stessi e ci si sente soli.
“Di queste case / Non è rimasto / Che qualche / Brandello di muro / Di tanti / Che mi corrispondevano / Non è rimasto / Neppure tanto” (Giuseppe Ungaretti - San Martino del Carso, 1916).
- Disagio giovanile
“Sollazzo e riso, / della novella età dolce famiglia, / e te german di giovinezza, amore, / sospiro acerbo de’ provetti giorni, / non curo, io non so come; anzi da loro / quasi fuggo lontano; / quasi romito, e strano / al mio loco natio, / passo del viver mio la primavera” (Giacomo Leopardi - Il passero solitario - Canti, 1835).
- L’ignoranza.
- Mancanza di affetto. Il personaggio pirandelliano Mattia Pascal, stanco della sua vita ordinaria, sente il profondo bisogno di cambiamento. Rinnova dunque il suo stile di vita abbandonando la famiglia e girando il mondo, per poi essere vittima di una profonda solitudine.
- Presenza di nonluoghi in cui i mass media, gli slogan pubblicitari aumentano il nostro ego, rendendolo eccessivo, e provocando così l’isolamento. La solitudine imposta appare nei quadri di Edward Hopper, pittore americano vissuto nei primi anni del ‘900. Nelle sue opere è rappresentata come conseguenza della noia, del malessere e dall’incomunicabilità, fattori presenti in una città immensa come New York (per esempio: “Nottambuli”, 1942).
“La malattia più grave non è la lebbra o il cancro, ma la sofferenza dovuta al sentirsi trascurati, abbandonati e soli” - Madre Teresa di Calcutta.
La solitudine per scelta. In questo caso la solitudine permette di ritrovare se stessi, è dunque una condizione privilegiata. È causata da:
- Un pensiero diverso da quello degli altri e dal bisogno di schierarsi contro questi per sostenere le proprie idee (Italo Calvino - Il barone rampante, 1957).
- Il bisogno di conoscere maggiormente se stessi.
“La solitudine non è mica una follia, è indispensabile per star bene in compagnia” (Giorgio Gaber - La solitudine).
Gaber con questa canzone dice che saper stare da soli ci aiuta a stare meglio con gli altri, perché si ha qualcosa da offrire e da scambiare.
"La solitudine è una cosa senza la quale non si fa niente, senza la quale non si guarda più niente” (Marguerite Duras - “Scrivere” – 1994).
- Il bisogno di rimanere soli con se stessi per sfuggire il confronto con gli altri.
“Solo e pensoso i più deserti campi / vo misurando a passi tardi e lenti; / e gli occhi porto, per fuggir, intenti / dove vestigio uman l'arena stampi” (Francesco Petrarca - Solo et pensoso - Canzoniere, 1337).
- Il bisogno di provare sentimenti ed emozioni.
“Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. Ma tu hai dei capelli color d’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te” (Il Piccolo Principe - Antoine De Saint-Exupéry, 1943). Sono le parole pronunciate dalla volpe, che chiede al Piccolo Principe di addomesticarla, di farle provare sentimenti.
“La solitudine è per lo spirito, ciò che il cibo è per il corpo” (Lucio Anneo Seneca).
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