La morte secondo Epicuro: perché il filosofo sostiene che la morte non è nulla? Scopri il suo ragionamento spiegato da Benedetta Santini
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EPICURO, LA MORTE NON E' NULLA

Epicuro parla della morte nella lettera a Meneceo, chiarendo che per noi uomini la morte non è nulla poiché nel momento in cui arriva non ci siamo più. Per Epicuro la filosofia serve alla felicità umana, felicità che è vin pericolo a causa di quattro mali:
- La paura degli dei;
- La paura della morte;
- Il dolore;
- L'assenza del piacere.
Questi mali possono farci soffrire perché abbiamo delle false credenze e la filosofia può aiutarci ad affrontare questi male ed è per questo che Epicuro chiama la filosofia Quadrifarmaco, perché ci aiuta a sconfiggere i 4 mali dell'umanità. Per Epicuro è molto importante il tema della morte perché è una delle ragioni per cui gli uomini sono infelici.
IL PENSIERO DI EPICURO
Si può dividere il ragionamento di Epicuro in due parti:
- la fisica;
- la natura dell'anomia.
La fisica di Epicuro è molto simile a quella di Democrito. Per il filosofo nell'universo esistono solo gli atomi e il vuoto, gli atomi sono le particelle indivisibili che si aggreganono - qui il corpo prende vita - e si disgregano - qui scompare il corpo. Gli atomi si muovono in base ai principi del movimento, ed è per questo che la teoria di Epicuro è detta anche Meccanicismo. Quando gli atomi si disgregano l'anima muore.
L'ANIMA E' MORTALE
Secondo Epicuro l'anima è la sede di ogni nostra sensazione e quando l'anima muore noi smettiamo di sentire. Mettendo insieme le due parti del ragionamento arriviamo alla conclusione: anche l'anima è mortale perché i suoi atomi si possono disgregare. Quando l'anima muore, noi non possiamo più sentire. Per questa ragione Epicuro sostiene che "la morte non è nulla".