La libertà che guida il popolo: composizione, analisi e personaggi del dipinto di Delacroix
Indice
1Introduzione
La Libertà che guida il popolo (in originale La Liberté guidant le peuple) è un dipinto a olio su tela (260x325 cm) del pittore Eugène Delacroix (1798-1863). Fu realizzato nel 1830 ed è a tutt’oggi conservato al Louvre.
Si tratta non solo di uno dei massimi capolavori del prolifico pittore (sono stimate 1968 opere secondo il catalogo di Robaut) ma anche di un’opera volutamente politica, che rimane a tutt’oggi un tesoro dell’immaginario culturale della Francia post rivoluzionaria e non solo.
2Eugène Delacroix
2.1Formazione giovanile
Ferdinand Victor Eugène Delacroix nacque il 26 aprile del 1798, tra la fine della prima fase rivoluzionaria francese e l’avvento dell’impero napoleonico, a Charenton-Saint-Maurice, vicino Parigi.
È considerato il massimo esponente del Romanticismo francese, e a differenza di Ingres (1780-1867), suo rivale, prese sempre distanza dal perfezionismo tipico del neoclassicismo.
Nato in una famiglia dell’alta borghesia, Delacroix in gioventù pose le basi di una seria educazione umanistica. Finito il liceo, Delacroix si mise alla scuola del pittore Guérin, un emulo di Jacques-Louis David (1748-1825), avviandosi quindi ad una formazione neoclassica.
In questo tempo conobbe e strinse amicizia col pittore francese Théodore Géricault (1791-1824), il quale impattò fortemente sulla sua maturazione artistica: «Géricault mi permise di vedere La zattera della Medusa quando ancora ci stava lavorando [1818-1819]. Fece una tremenda impressione su di me tanto che quando uscii dal suo studio cominciai a correre come un pazzo».
Nei suoi diversi viaggi per l’Europa, ebbe sia modo di vedere da vicino opere di pittori importanti, come quelle dell’inglese John Constable (1776-1837), sia di mettersi in contatto con celebri esponenti letterari del periodo, quali Hugo (1802-1885), Stendhal (1783-1842) e Dumas (1802 - 1870).
2.2Carriera artistica
Delacroix esordì dipingendo ad appena 24 anni La barca di Dante (1822) e la presentò al Salon di Parigi nel 1822. Se da una parte ebbe consensi positivi, d’altro canto non mancarono ampie critiche e incomprensioni. Queste ultime sarebbero state una costante della sua carriera artistica.
Nel 1830 dipinse il suo capolavoro, La libertà che guida il popolo. Nel 1832 partì per il Marocco, dal quale rimase particolarmente affascinato. Il dipinto Donne di Algeri, ritratte nei loro appartamenti, fu principalmente fondamentale per lo sviluppo del gusto esotico tipico del Romanticismo.
3Storia dell’opera
3.1Creazione dell’opera
Delacroix nella Libertà che guida il suo popolo cercò di “fotografare” un evento specifico: la rivoluzione di luglio del 1830 detta anche Trois Glorieuses (i tre gloriosi). Quest’episodio portò alla fine della fase di restaurazione successiva al Congresso di Vienna, e alla caduta dell’ultimo regnante della casa dei Borbone, Carlo X (1757-1836).
3.2Note collezionistiche
Il dipinto fu esposto al Salon di Parigi nel 1831. Anche quest’opera fece esaltare il pubblico ma non senza controversie. Infatti, se da un lato il dipinto fu subito acquistato dal governo francese, dall’altro rimase praticamente nascosto fino alla Terza Repubblica perché considerato “troppo rivoluzionario”.
Il quadro fu acquistato per 3000 franchi (tra i 6 e i 8000 euro di oggi) ma, per il suo contenuto ritenuto problematico, esso fu esposto solo in due occasioni. Le traversie finirono soltanto nel 1874, quando l’opera entrò nella collezione del Louvre dov’è a tutt’oggi conservata ed esposta.
4Analisi dell’opera
4.1La libertà che guida il popolo: descrizione
L’opera ritrae una scena dove una ressa tumultuosa è orgogliosamente coinvolta in una lotta armata. Al centro del dipinto spicca una figura femminile col seno scoperto, la quale brandisce lo stendardo con la bandiera francese e una baionetta, incitando gli altri personaggi a seguirla.
La protagonista del quadro è Marianne, l’incarnazione della Libertà, riconoscibile per il berretto frigio, simbolo assunto dai rivoluzionari francesi sin dal 1789, e per la veste che le lascia il seno scoperto. La sua posa plastica restituisce la sensazione che ella stia correndo verso chi la guarda.
In secondo piano si possono riconoscere tutte le classi sociali unite contro l’oppressione restauratrice e una massa indistinta di uomini, volti e armi da fuoco e da taglio. La tragicità del quadro è amplificata dai tre cadaveri in primo piano. Sullo sfondo, oltre la coltre di fumo, si intravedono le torri campanarie di Notre-Dame.
4.2Stile
L’opera è sviluppata in un ambiente all’aperto, senza un sfondo architettonico, per cui la profondità viene fuori dalla sovrapposizione dei personaggi e dalla loro grandezza relativa.
Complessivamente il quadro ha una tonalità scura, data dalle tinte terree. Il blu delle divise dei soldati morti risalta rispetto all’insieme, ma il blu più brillante è quello sul tricolore.
La luce viene dall’alto a sinistra, quasi a voler incoraggiare i rivoltosi a seguire il tricolore, e un’altra proviene invece dall’alto, illuminando il cadavere del rivoluzionario mettendo in evidenza il foro di proiettile e la camicia bianca, che simboleggia sacrificio e purezza.
In questo dipinto, nonostante la dinamicità data sia dai movimenti della folla e dell’ambientazione che dai moti emotivi dei personaggi, elementi di derivazione romantica, Delacroix fornisce una composizione equilibrata tipicamente neoclassica.
5Lettura iconografica e omaggi
5.1Interpretazioni
La Marianne è l’allegoria della Libertà, la sua personificazione femminile, ed è il simbolo per antonomasia della Francia rivoluzionaria e repubblicana. Il seno scoperto a sua volta è simbolo della disponibile maternità, ovvero della protezione e del nutrimento che la Libertà può dare a coloro che la seguono.
Nello slogan rivoluzionario per eccellenza, accanto all’uguaglianza e alla fraternità, primeggia la libertà. La baionetta dice che anche la libertà non è indifesa.
La posa di Marianne è orientata come ad incitare e incoraggiare il popolo a seguirla e all’osservatore a fare altrettanto: per prendere parte all’insurrezione, senza restare indifferente.
Il bambino alla destra della figura è immagine dei più giovani disposti a combattere con coraggio contro la monarchia, mentre le altre figure salienti e riconoscibili esprimono il fatto che in questo moto rivoluzionario sono coinvolte tutte le sfere della popolazione, senza escludere nessuno.
Infine, in basso, troviamo il dramma della morte violenta che però è venato dalla consapevolezza di un sacrificio eroico e ideale necessario per il bene di tutti.
5.2Retaggi e omaggi
Il pittore per quanto riguarda la Marianne sembra essersi ispirato, secondo tutti i critici, alla Venere di Milo (130 a.C.), esposta proprio al Louvre dal 1821. Mentre, per quanto riguarda la dinamica dell’opera, tra la composizione e il tono cromatico complessivo, sembra essere debitore e interlocutore de La Zattera della Medusa del suo amico Géricault.
Da una parte ci sono alcuni omaggi diretti (il più evidente è il cadavere in basso a sinistra), ma dall’altra, come fa notare Giulio Carlo Argan, Delacroix inverte lo schema compositivo, portando le masse verso lo spettatore, mentre nella Zattera si muovono all’indietro.
Sembra che Hugo si sia ispirato al monello del quadro di Delacroix per delineare il personaggio di Gavroche ne Les Misérables (1862), mentre la stessa Statua della Libertà (1884) sembra essere calcata in modo vivido sulla figura centrale della composizione. Col tempo, specie nel XX secolo, la stessa immagine è assurta a simbolo della difesa dei diritti dell’uomo.
Il quadro è stampato vividamente nell’immaginario culturale e collettivo francese e non solo: compariva sulla banconota da cento franchi; e ora si staglia sulle monete Euro di piccolo taglio. Inoltre, fu scelta come simbolo delle contestazioni francesi del ’68 e anche del movimento dei diritti delle donne.