"La lezione" di Marco Franzoso e i suoi consigli per la prima prova della maturità 2022

Un thriller dalla parte delle donne: è La lezione, l’ultimo libro di Marco Franzoso. A lui abbiamo chiesto anche dei consigli di scrittura per la prima prova della maturità 2022

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La lezione

Un thriller dalla parte delle donne: è così che viene definito La lezione, l’ultimo libro che Marco Franzoso ha scritto per Mondadori, un romanzo teso e spiazzante in cui le parti della vittima e del carnefice si capovolgono e la protagonista Elisabetta, nello sfogare tutta la sua rabbia, smette finalmente di essere una preda. A Marco Franzoso abbiamo fatto qualche domanda sul romanzo e chiesto qualche consiglio per gli esami di maturità. Ecco cosa ci ha raccontato.

1 - Domanda: "la mia rinascita significava l’annullamento di quell’uomo e della sua volgare brutalità. Cancellare ciò che ero stata prima e ripartire.” Chi è la vera Elisabetta: la ragazza che esiste prima di imprigionare Walder o la donna in cui si trasforma con la prigionia dell’uomo?

Franzoso: "Credo che siano due momenti della stessa personalità. Walder in qualche modo rappresenta il male con il quale condividiamo la vita di tutti i giorni. C'è sempre, solo che alle volte non riusciamo a vederlo, o vogliamo non vederlo. Elisabetta ha da sempre a che fare col male, tanto più che non a caso fa l'avvocato, e molto spesso si trova a dover difendere persone evidentemente colpevoli. Sembra però quasi non accorgersene, o comunque ha imparato a conviverci per necessità. Poi però si trova a dovere affrontare direttamente su di sé ciò che Walder rappresenta, e scopre che porta in superficie la propria parte nascosta, la propria zona d'ombra. E questo le mostra senza mezzi termini ciò che lei è davvero, molto diverso da ciò che lei pensava di essere. Forse l'incontro con Walder la fa crescere, o comunque le apre gli occhi sulla propria realtà e sulla realtà del mondo che la circonda. Le mostra ciò che si nasconde dietro l'apparenza. Le mostra chi è davvero."

La lezione, il thriller di Marco Franzoso
Fonte: ufficio-stampa

2 - Domanda: Elisabetta si trasforma attraverso Walder: quanto pesa lo sguardo dell’altro nella percezione che abbiamo di noi stessi?

Franzoso: Walder non è soltanto l'"altro", ma in questo romanzo è anche una specie di specchio. Uno specchio che va in profondità e che non riflette solo le superfici. Ma io credo che anche nella vita reale funzioni così, e se li stiamo a guardare bene, gli altri che ci circondano, ci rimandano sempre un'immagine di ciò che siamo. "Io sono l'altro", diceva Rimbaud, per manifestare come anche la nostra stessa idea di identità sia scissa. Ma oltre a questo, io credo che sempre gli altri rappresentino un una nostra proiezione. Basterebbe avere voglia di vedere davvero per comprenderlo.

3 - Domanda: La storia sembra talmente surreale che a tratti ho avuto la sensazione che Walder sia un’invenzione della mente di Elisabetta e che la persona davvero disturbata sia lei. E’ una possibilità a cui ha pensato o sono andata del tutto fuori strada?

Franzoso - Non è la prima persona a farmi questa osservazione. Dal mio punto di vista Elisabetta manifesta fin da subito, dalle prime pagine, dei piccoli e apparentemente invisibili elementi di disturbo, anche se nella lettura sfuggono via, non li notiamo quasi, perché ormai questi elementi di disturbo sembrano appartenere alla normalità della vita quotidiana di tutti noi.

Alle volte mi sembra che la normalità di oggi contenga in sé delle forme psicotiche o comunque di disagio. L'utilizzo sfrenato delle nuove tecnologie, secondo me, ne è un chiaro esempio, ma ce ne sono mille. A me, soprattutto nella prima parte, interessava raccontare la follia che si nasconde nella vita di tutti i giorni. Poi il gesto che compie è un gesto estremo, ma quasi giustificato dalla necessità di sopravvivere. È quanto avviene prima, e a mio parere, a raccontare quanto la società in cui viviamo sia una società 'disturbata', nella quale troppo spesso le esigenze della persona e dell'individuo vengono schiacciate dalla necessità di essere adatti, all'altezza, performanti, funzionali. Elisabetta io credo stia lì a dirci che forse è giunto il momento di fermarci, di guardarci intorno e di guardarci dentro, per riprendere un equilibrio più adatto alla vita che ci meritiamo. E alla persona che siamo.

La lezione, un thriller dalla parte delle donne
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Domanda 4 - Chi è Walder nella vita di tutti noi?

Franzoso: Walder è il male, un male che ci appartiene, e che ci riguarda così profondamente che alle volte temiamo di volerlo vedere. Chiudiamo gli occhi per non confessarci che è lì, quando invece bisognerebbe affrontarlo, conoscerlo, comprendere di che cosa ci sta davvero parlando. La vita non è fatta solo di bianco e nero, ma soprattutto di grigi. La vita è complessa e ambivalente, noi siamo complessi e ambivalenti, e dobbiamo imparare ad accettare che spesso il nostro peggior nemico è l'alibi della perfezione. Vivere significa dare il proprio meglio dentro una complessità che non sempre governiamo, ma che brulica anche di contrapposizioni. Per esempio la contrapposizione tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere.

Io credo che dovremmo semplicemente imparare ad accertarci per ciò che siamo, esseri perfettibili, certo, ma incommensurabilmente ricchi.

È da una società, invece, che ci richiede costantemente operatività e prestazioni sempre al massimo livello, che appaiono personaggi come Walder. Attecchiscono proprio lì, trovano terreno fertile dove gli aspetti umani, la nostra sensibilità, la nostra parte emotiva, i nostri desideri, sembrano diventati degli accessori, o sono comunque messi in secondo piano.

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I consigli per la maturità 2022

  1. Prima prova maturità (lo scritto di Italiano), cos’è che secondo te non deve mancare al primo scritto dell’esame di Stato: una riflessione sull’attualità, una citazione pertinente, una riflessione personale, una frase coraggiosa…
    Una riflessione personale. Qualsiasi essa sia, ma bene argomentata. Non temete mai di dire quello che pensate, ma cercate che sia giustificato da un buon ragionamento. Così sarà inattaccabile. Oltre che essere proprio e solo 'vostro'.

  2. Un consiglio di scrittura
    Non perdersi in fronzoli. Andate sempre al dunque nel modo piu semplice possibile.

  3. Quanto vale per te il voto/giudizio esterno a scuola/lavoro così come in altri ambiti?
    Io cerco sempre di ascoltare il giudizio degli altri. Ma poi faccio di testa mia.

  4. Come ti rilassi prima di una prova importante?
    Respiro profondamente. E poi faccio un altro respiro.

  5. Hai riti scaramantici/gesti/portafortuna che funzionano e che i maturandi potrebbero rivendersi? O nei hai visti di assurdi?
    No, non ho riti scaramantici. Non servono, anzi credo che in un'occasione come l'esame di maturità, diminuiscano la concentrazione. Purtroppo l'esame prima o poi arriva davvero, e allora è meglio concentrarci su quello.

  6. Raccontaci una “lezione” importante che hai imparato nel corso della tua vita.
    Ho imparato a credere di più in me stesso. E l'ho imparato attraverso i mille errori che ho compiuto.

  7. Immagina una traccia per il tema della prima prova: quale potrebbe essere? Su cosa potrebbero essere chiamati a riflettere i maturandi?

    Non ci ho mai azzeccato. Ma forse, visto ciò che stiamo vivendo, il tema della pandemia e delle sue conseguenze, oltre a quello della guerra potrebbero essere due motivi su cui riflettere.

  8. Un libro che ti ha segnato e che consiglieresti?

    Ho deciso di fare lo scrittore proprio per la lettura che avevo fatto per la maturità. 'Il ritratto dell'artista da giovane' di James Joyce. Una folgorazione che mi ha cambiato la vita.

Quali temi saranno i protagonisti della prima prova di maturità 2022? Noi un'idea ce la siamo fatta:

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