La Germania dopo la Prima guerra mondiale: riassunto
Riassunto della situazione in Germania dopo la Prima guerra mondiale: dalla crisi economica, politica e sociale tedesca all'ascesa di Hitler
La Germania dopo la prima guerra mondiale
La sconfitta militare subita nella prima guerra mondiale conduce la Germania ad una profonda crisi politica, sociale ed economica. L'imperatore Guglielmo II è costretto ad abdicare e al suo posto viene instaurata la Repubblica di Weimar, ma l'ondata di agitazioni sociali non si placa. Iniziano infatti a nascere movimenti rivoluzionari tra cui spicca maggiormente la “Lega di Spartaco” capeggiata da Rosa Luxemburg, ma le insurrezioni vengono represse nel sangue.
La costituzione della repubblica rappresenta il primo tentativo di instaurare un regime democratico in Germania, ma essa non risulta altro che un'anomala alleanza tra i democratici e i conservatori; a rinforzare questo clima di agitazioni si aggiunge una crisi economica dovuta ai debiti di guerra e le cifre che la Germania era obbligata a pagare ai debitori come risarcimento dei danni di guerra. La disoccupazione era in costante aumento come pure l'inflazione.
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LE CONSEGUENZE IN GERMANIA, PRIMA GUERRA MONDIALE
Per garantire i proprio crediti la Francia e il Belgio occuparono militarmente la zona mineraria della Ruhr, non facendo altro che accrescere il rancore dei tedeschi nei propri confronti. In questo clima si assiste alla nascita di molti partiti politici popolari tra cui il Partito Operaio Tedesco a cui aderisce anche l'ex caporale Adolf Hitler, il quale grazie al suo spirito di intraprendenza fonda poi un suo partito, il Partito Nazionalsocialista (NSDAP) meglio conosciuto come Partito Nazista.
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Il Partito Nazista era un'organizzazione militare i cui membri indossavano la camicia marrone ed erano soliti riportare l'ordine con violenza e devastazioni, proprio come i fascisti in Italia.
Nel 1923 Hitler tenta un colpo di stato (il cosiddetto Putsch di Monaco) che però fallisce e lo porta in carcere dove scrive il suo libro “Mein Kampf” (La mia battaglia) in cui prometteva un governo forte, che avrebbe ristabilito l'ordine e dato lavoro a tutti.
LA STABILIZZAZIONE FINO AL 1929
Intanto verso la fine degli anni '20 la situazione inizia a migliorare grazie alla creazione di una banca nazionale. Inoltre con l'apertura degli scambi commerciali con l'Unione Europea e il varo dei piani Dawes e Young, l'economia tedesca può ripartire e i debiti vengono dimezzati. Però la crisi americana del '29 provoca il ritiro dei capitali e quindi il conseguente crollo delle attività industriali; è in questo contesto che si assiste alla ripresa del nazionalismo più acceso.
L’ASCESA DI ADOLF HITLER
Gli ideali di patriottismo attirarono presto le simpatie di molti proprietari terrieri e industriali che temevano una rivoluzione comunista, l'ascesa del Partito Nazista quindi è fulminea: nel 1930 è già il secondo partito della Germania, e alla fine del 1932 Hitler viene chiamato a formare il nuovo governo. Durante la successiva campagna elettorale i nazisti organizzano una serie di attentati che culminano con l'incendio del Reichstag.
Alle elezioni del 5 marzo del '33 Hitler ottiene un consenso larghissimo e si fa concedere i pieni poteri, riunendo su di sé le cariche di cancelliere e presidente della repubblica, nel volgere di pochi mesi però ogni forma di democrazia viene abolita, furono soppressi i sindacati e ogni forma di libertà, fu poi creato una nuova polizia: la Gestapo.
Nasce in questo modo il Terzo Reich, e si chiude così la breve vita della Repubblica di Weimar.
Hitler intanto provvede a eliminare ogni forma di dissidenza al partito e a consolidare il sistema totalitario grazie soprattutto ai nuovi mezzi di comunicazione come il cinema e la radio, e all'inquadramento della popolazione negli aspetti educativi e ideologici del partito.
L'ideologia del partito si basavano sul principio della superiorità razziale, così come descritto in Mein Kampf, Hitler dichiara la razza ariana superiore a tutte le altre, mentre il principale nemico è il popolo ebraico, considerato come origine dei mali di tutto il mondo. Con l'emanazione delle Leggi di Norimberga la persecuzione diventa sempre più pesante: gli ebrei vengono vietati della cittadinanza, sono obbligati a esibire la stella di David sui vestiti, sono vietati i matrimoni misti, esclusione dalle attività commerciali e ricreative.
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale si arriverà alla fase della “soluzione finale”, ovvero l'internamento nei campi di sterminio al fine del loro totale annientamento. I campi di concentramento fecero la loro comparsa già dal 1933 e inizialmente erano adibiti per l'internamento di oppositori politici; il lager rappresenta un luogo in cui la legge è dettata dai più forti. I prigionieri sono raggruppati in varie categorie e vengono considerati come oggetti, vengono cioè sfruttati fino alla morte e spesso utilizzati come cavie umane per esperimenti di medicina.
Per quanto riguarda l'economia l'obiettivo principale è il raggiungimento dell'autarchia, cioè l'autosufficienza economica. L'economia del paese viene convertita in economia di guerra a partire dal settembre del 1936, secondo un progetto teso a preparare la nazione alla guerra, Hitler si muove alla conquista dello spazio vitale per la Germania, al fine di acquisire materie prime e prodotti agricoli.
Uno dei compiti principali di Hitler è l'indottrinamento dei lavoratori tedeschi per convincerli a massimizzare gli sforzi e quindi aumentare la produzione industriale in vista del nuovo conflitto. Parallelamente all'assoggettamento del mondo del lavoro si assiste al controllo anche della vita culturale: teatro, letteratura, scienza, subiscono un severo controllo, con il risultato che centinaio di opere d'arte saranno considerate “degenerate” e i migliori intellettuali e artisti lasceranno il paese.