La figura della donna in Verga e d'Annunzio

Come viene descritta la donna in Giovanni Verga e Gabriele d'Annunzio? Esempi letterari tratti dalle loro opere

La figura della donna in Verga e d'Annunzio
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FIGURA DELLA DONNA IN VERGA E D'ANNUNZIO

Eleonora Duse, musa di Gabriele d'Annunzio
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Gabriele D’Annunzio è un poeta vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento.

Nella sua vita ebbe principalmente due donne. La prima, che conobbe a Roma, era Maria Harduin, fuggita di casa per lui ed era una duchessa, che sposò a vent’anni. Ma D’Annunzio si allontanò dalla famiglia, dopo aver avuto tre figli da lei. Dopo aver cambiato più volte residenza e amori, incontra una grande attrice, Eleonora Duse, e con lei si stabilisce in una villa a Firenze. Ma, travolto da altri amori e debiti, deve lasciare l’Italia.

D’Annunzio è un esteta, cioè ha un atteggiamento per cui l’arte e la bellezza sono sentite come i valori più importanti della vita e nelle sue poesie c’è la presenza di molte donne, come ne La pioggia nel pineto.

Questa è considerata una delle più belle opere di D’Annunzio e parla della passeggiata del poeta con Ermione, la donna amata. Sono in una pineta lungo il mare, sotto la pioggia estiva e stanno in silenzio per ascoltare la musica delle gocce che cadono sugli alberi. Inebriati dalla pioggia e dalla melodia della natura, si abbandonano al piacere delle sensazioni e a poco a poco subiscono una metamorfosi nella natura, trasformandosi in creature vegetali.

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Un’altra opera di D’Annunzio è Canta la gioia, un componimento che mette in luce l’esaltazione della gioia di vivere - intesa come vitalità, energia di vivere - che rende l’uomo invincibile e senza limiti, libero di esplorare le sensazioni più intense, di vivere le esperienze più esaltanti. La paura del domani, il dolore e la morte sono banditi. Infatti la frase più celebre di D’Annunzio è: Ricorda di osare sempre, esortando a vivere intensamente ogni emozione, sensazione, che la vita offre e non tirarsi indietro nelle occasioni che ci vengono offerte. Nella poesia è presente una donna, chiamata Ospite, D’Annunzio dice che vuole vestire la donna di rosso, a costo che debba tingere il tessuto del suo vestito nel sangue delle sue vene e che vuole circondarla di fiori per trasformarla nell’aspetto e esaltare la gioia.

LE DONNE IN GIOVANNI VERGA

Giovanni Verga è il più importante scrittore verista che nelle sue opere racconta di molte donne. Il Verismo è un movimento letterario che si diffonde in Italia negli ultimi decenni dell’Ottocento e nei primi anni del Novecento.

Durante questo periodo Verga scrive l’opera Rosso Malpelo, che racconta di un ragazzo abituato a lavorare in una miniera, vittima di pregiudizi per via dei suoi capelli rossi. L'unico affezionato a lui è il padre, che muore nella miniera, lasciandolo solo con la madre e la sorella che lo maltrattano e mostrano diffidenza nei suoi confronti.

In seguito alla morte del suo unico amico, Ranocchio, rendendosi conto di non contare più per nessuno, Malpelo si offre per scavare un cunicolo pericoloso nella miniera.

Imboccato il cunicolo sparisce nel nulla, lasciando negli animi dei lavoratori della miniera la paura che egli possa tornare da un momento all'altro come un fantasma.

Altre opere di questo scrittore sono Una peccatrice e Storia di una capinera, due romanzi giovanili che descrivono due storie sentimentali. Anche “Nedda” narra la vicenda di una donna che vede morire nella miseria tutti i suoi cari.

Uno dei romanzi-capolavoro del Verismo è I Malavoglia. Le donne del romanzo sono Maria, che è sposata con Bastiano ed è detta Maruzza La Longa, nonostante non sia alta di statura; Filomena, detta Mena, e Lia (Rosalia) che sono le figlie di Bastiano e Maria.

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