La depressione c'è anche se non si vede. Ecco i vip che ne hanno parlato

La depressione non sempre è riconoscibile all'esterno, ma questo non vuol dire che non ci sia: ecco tutti i personaggi famosi che hanno parlato di salute mentale

La depressione c'è anche se non si vede. Ecco i vip che ne hanno parlato
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La depressione e la testimonianza di personaggi noti

Alessandra Amoroso durante un'esibizione del 74° Festival di Sanremo.
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Il concetto per cui la sofferenza mentale esista anche quando non è percepita dall’esterno genera ancora difficoltà nell’opinione pubblica, e per questo motivo la testimonianza di personaggi famosi rispetto alle loro esperienze è sempre più importante.

La depressione esiste anche se non si vede

La depressione, così come molte altre psicopatologie o situazioni di sofferenza mentale, non sempre è riconoscibile e visibile all’esterno. Sebbene alcune conseguenze di questa malattia possano influire sulla partecipazione scolastica, lavorativa e sociale, tanto quanto sulla cura di sé e del proprio ambiente, è necessario sapere che esistono diversi livelli di gravità del disturbo ma anche diversi livelli di funzionamento.

Infatti, lo stesso disturbo psicologico può manifestarsi con modalità molto differenti in persone diverse, ma anche in modi differenti per la stessa persona in diversi momenti della sua vita. Una persona con molte risorse, un ambiente supportivo e un alto funzionamento nella gestione di pensieri ed emozioni potrebbe non manifestare particolari difficoltà o cambiamenti nello svolgimento delle attività quotidiane. Questo aspetto fa si che queste persone non ricevano le cure ed il supporto necessario, e che addirittura vedano invalidato il proprio malessere perché non è visibile dall’esterno, generando così dei fattori di rischio per un aggravamento della situazione.

Il concetto che ognuno dovrebbe avere chiaro perciò è che nessuno ha il diritto di sindacare sulla qualità o quantità di sofferenza di un’altra persona, anche se dall’esterno ci appare in uno stato di benessere. A questo si aggiunge la necessità di riconoscere che un funzionamento alto non implica necessariamente una sofferenza minore rispetto alle situazioni di basso funzionamento.

Il ruolo dei personaggi famosi nella sensibilizzazione della salute mentale

Oltre alla tendenza a giudicare lo stato di benessere di una persona in base alle impressioni esterne, esistono altre due credenze errate rispetto alla salute mentale:

  • le persone di successo, che godono di una buona rete e di stabilità economica non hanno diritto a soffrire come chi è meno fortunato, o comunque hanno un minor diritto di esprimere questa sofferenza;
  • parlare della propria sofferenza mentale ci rende deboli e di minor valore agli occhi altrui e per questo andrebbe evitato farlo.

Queste due credenze sono ancora molto radicate nella nostra società, ma a provarne la scorrettezza vi sono le testimonianze di molti personaggi famosi, e il palco dell’Ariston in questo Sanremo 2024 è stato la sede per una più ampia diffusione di questi messaggi.

Troviamo, ad esempio, Alessandra Amoroso, che racconta dell’effetto generato dall’odio sui social sulla sua salute mentale, dando il via ad una condizione di depressione che l'ha spinta ad allontanarsi dalla sua carriera e da ciò che amava, e di come la psicoterapia le abbia permesso di trovare le risorse per gestire questa sofferenza e riappropriarsi, pian piano, della propria vita.

Accanto a lei, tra le altre voci, troviamo quella di Theø dei La Sad, che ci tiene a condividere il fatto che la depressione non sparisca improvvisamente nei momenti felici, e di come questa vada ad appesantire quei momenti unici nella vita, senza che sia percepibile dall’esterno, proprio come è successo a lui durante la partecipazione al festival.

Il fatto che molti personaggi famosi si espongano in merito a queste tematiche è essenziale al fine di:

  • sdoganare la comunicazione sulla salute mentale e sulle psicopatologie
  • aumentare l’empatia nei confronti di chi soffre
  • diminuire il giudizio che si basa unicamente sulla percezione esterna della persona
  • attirare l’attenzione sui campanelli d’allarme per riconoscere in sé e negli altri la presenza di sofferenza psicologica
  • normalizzare la richiesta d’aiuto e la psicoterapia

Per riprendere le parole dei La Sad "non parlarne è un suicidio", a sottolineare proprio come la risonanza su questi temi sia un importante tassello verso la prevenzione primaria e secondaria delle psicopatologie.

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