La civiltà greca: riassunto

Riassunto sulla civiltà greca. La formazione del mondo greco, l’amministrazione, la cultura, la famiglia, il ruolo delle donne e altro sulla civiltà greca

La civiltà greca: riassunto
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La civiltà greca, riassunto. La formazione del mondo greco

La civiltà greca: riassunto
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Intorno al 2000 a.C., mentre nasceva la civiltà cretese, alcune popolazioni indoeuropee invasero la penisola greca.

Gli Achei fondarono alcune città fortificate, tra le quali Micene. A causa della politica, gli Achei sottomisero tutta la penisola greca, le isole dell'Egeo e Creta. Intorno al XIII secolo scoppiò una guerra fra Achei e Troia; questa fu narrata da Omero nell'Iliade.

Con l'arrivo dei Dori, si pose fine alla civiltà micenea, perché essa aveva difficoltà nel controllare i territori conquistati. Essi conquistarono gran parte del Peloponneso, molte isole dell'Egeo e la stessa Creta. Definite le diverse regioni greche, le stirpi di queste crearono città stato autonome, governate da un re che era a capo dell'esercito e godeva di particolari privilegi. In seguito una classe di nobili guerrieri sostituì il Re nella guida della città.

Sulla via di una grande Grecia

Anche l'agricoltura era in crisi e i contadini furono costretti ad emigrare verso le coste dell'Egeo, poi del Mar Nero e dell'Italia. Nacquero così le colonie greche, che divennero importanti centri commerciali. L'evoluzione politica della città progrediva, si formò una classe di ricchi mercanti che iniziò a collaborare col governo; nacquero così i governi oligarchici. Si fondarono leggi scritte che stabilivano i diritti e i doveri dei cittadini. Si formarono così le costituzioni di Sparta e Atene, le due polis fondamentali. Sparta, potentissima militarmente, sottomise il Peloponneso e formò la lega peloponnesiaca. Atene, invece, si indirizzò verso il raggiungimento della democrazia. La sua costituzione era basata sulla divisione in classi sociali, secondo la ricchezza, permettendo così la partecipazione di tutti verso il governo. Ci furono diverse lotte tra le classi sociali, favorì ciò il sorgere della tirannia di Pipistrato. Grazie a Clistene, Atene raggiunse la democrazia. Mentre Atene e Sparta padroneggiavano, continuarono a sottomettere dei territori anche colonie greche dell'Asia minore. Queste ultime si ribellarono e chiesero aiuto alla madrepatria. Così i greci furono coinvolti in una guerra e il Re persiano Dario portò via mare il suo esercito, ma fu sconfitto ugualmente a Maratona. Dieci anni dopo i persiani riuscirono a sconfiggere Sparta e incendiarono Atene

La flotta ateniese riuscì a sconfiggere nelle acque di Salamina l'intera flotta persiana. Nel 479 a.C. i persiani marciarono contro Atene e ancora una volta furono sconfitti a Platea e i greci liberarono le colonie dell'Asia minore. Con la vittoria contro i persiani aumentò il suo prestigio e la sua democrazia, ricevette un nuovo impulso: tutti i poteri erano nelle mani del popolo. Nel 478 a.C. Atene formò una lega con le colonie greche dell’Asia minore e riuscì così a controllare tutti i traffici dell’Egeo. Anche Sparta creò una lega con le città del Peloponneso scatenando una lega tra le due polis (Sparta e Atene). Atene venne assediata da una grave, però dopo un lungo periodo arrivarono a un compromesso e firmarono la pace di Nicia.

La guerra riprese con una spedizione militare contro Siracusa, alleata di Sparta. In seguito al fallimento della spedizione, Sparta, si alleò ai persiani e sconfisse Atene sia per mare che per terra. A Leuttra l’esercito spartano fu annientato. Così le città greche, che unite avevano reso invincibile il loro paese, ne distrussero la forza lottando tra di loro per il predominio.

La grandezza della civiltà greca

E’ dal piccolo paese della Grecia dove ha avuto inizio la nostra civiltà. Qui, l’arte, la poesia e il pensiero si diffusero nel Mediterraneo con il movimento di colonizzazione. La civiltà greca, portata avanti da Alessandro Magno, si fuse con civiltà locali facendo si che nascesse la civiltà ellenistica. In Grecia nacque il primo messaggio di uguaglianza che diede vita alla democrazia. L’arte greca per il suo equilibrio, la serenità, il senso della misura tra ispirazione fantastica e realtà era una delle più importanti. L’architettura religiosa si esprime in tempietti costruiti in legno, in pietra tenera e argilla. Ad Atene sorsero dei templi importanti in onore degli dei come il Partenone e l’Eretteo. Al centro della scultura greca c’era l’uomo; due grandi scultori furono Mirone e Policleto. In quanto alla pittura non è rimasto altro che alcune descrizioni di scrittori e la ceramica greca. I greci furono i primi che cercarono di risolvere i problemi della conoscenza. Diedero origine così alla filosofia Aristotele e Platone; alla matematica e geometria Pitagora ed Euclide; alla fisica Archimede e Aristotele; alla medicina Ippocrate e Galeno; alla geografia Stradone; alla storia Erodoto e Tucidide. Il teatro, invece, fu perfezionato da Eschilo, Sofocle, Euripide e Aristofane.

L’età di Alessandro Magno

L’unificazione della Grecia, che non era riuscita né ad Atene né a Sparta, riuscì ai Macedoni. Nel 359 a.C. divenne Re di Macedonia Filippo II il quale decise di invadere la Grecia e a Cheronea trionfò contro ateniesi e tebani. Costituì in seguito tra le città greche e la lega di Corinto. Alla morte di Filippo, salì al trono il figlio Alessandro, non ancora ventenne. Dimostrate le sue eccezionali doti di condottiero, Alessandro si diresse verso est e conquistò Tiro, la Palestina e infine l’Egitto dove fondò Alessandria. Sconfisse anche i persiani seguiti dalla morte di Dario III che fu ucciso da un sicario e Alessandro divenne anche Re di Persia. La morte lo sorprese nel 323 a.C. ancora giovane e il suo vastissimo non gli sopravvisse. Esso fu diviso in tre regni: il regno di Macedonia, il regno dei Seleucidi e il regno dei Tolomei d’Egitto. Attraverso varie vicende però tutti e tre i regni nati dall’impero di Alessandro finirono, in possesso dei Romani.

Il culto

Tempio di Zeus a Olimpia
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Il culto greco si basa su un insieme di divinità che fanno riferimento a dio massimo, Zeus. Ogni divinità rappresenta aspetti della vita: ad esempio, Ares, il dio della guerra; Afrodite, la dea della bellezza; Atena, dea della saggezza.

Essi, diventano protagonisti di alcuni racconti leggendari, i miti, che diventano fattori educativi. In questo modo, hanno origine anche le numerose celebrazioni religioni, aperte a tutto il popolo: le più importanti sono quelle agricole e pastorali. Si offrivano agli dei libagioni e sacrificavano animali come: montoni, buoi, vacche, pecore. Successivamente nacquero grandi feste religiose, con ricorrenze diverse, come, ad Atene le Atenèe annuali e le Panatèe quadriennali, in onore di Atene, protettrice della città. In Olimpia si assisteva alle Olimpiadi, durante le quali si svolgevano numerose gare sportive che acquistarono in Grecia un’importanza particolare per la formazione dell’uomo.

La città

Acropoli di Atene
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La Grecia è un paese montagnoso, dal clima secco e dall’atmosfera limpida. Il lavoro era inizialmente agricolo. Si viveva in piccoli villaggi e si coltivava faticosamente la Terra arida, mezzo fondamentale di sopravvivenza. Dall’unione di più villaggi nacquero le prime città, tra cui Atene, una delle più famose. Inizialmente le case per acquisire una maggiore sicurezza, venivano isolate su alture; insieme ad esse, venivano protetti anche i templi, che, dedicati al culto degli dei, assumevano un ruolo importante nella loro vita.

Più tardi, la città si estese in particolar modo nella parte bassa e di conseguenza la parte alta diventa un luogo sacro. Nel V secolo nella parte superiore si scagliava l’Acropoli. Nella parte sottostante si apriva l’Agorà, una vasta piazza che nel II secolo sarà delimitata da due portici sui lati sud ed est. Sul resto della piazza sorgevano negozi di artigiani e laboratori. In città il lavoro era basato essenzialmente sul commercio e sull’artigianato. In genere le strade erano strette e tortuose. I quartieri raggruppavano le varie attività commerciali e artigianali. Il commercio al di fuori della città, si svolgeva via mare. Atene possedeva un porto al Pireo, collegato direttamente alla città con una via protetta da mura. Per il controllo del patrimonio pubblico, furono istituiti appositi collegi specializzati: gli astìnomi e gli agorànomi. I primi avevano il compito di sorvegliare i costumi e la pulizia delle strade, gli altri avevano il controllo sui paesi, sulle misure adottate nei mercati, e sulla regolamentazione dei prezzi. Vario e casuale era il metodo di costruzione delle case perché erano scavate nella roccia e sul davanti venivano ampliate con una parete in muratura. Nelle zone meno scoscese invece venivano erette piccole case a un solo piano. I muri erano di legno o di mattoni crudi, quindi, molto fragili. 

Le finestre erano piccole e la copertura era in terrazza. Mancavano le cucine: il cibo veniva preparato su focolari, posti fuori dalle abitazioni. Nella stagione invernale, per scaldare l’ambiente, si portava in casa la brace. Il problema più grave era la penuria dell’acqua, per la mancanza di un’adeguata rete di canalizzazione. L’igiene era molto scarsa: non a caso la peste del V secolo si diffuse ad Atene molto rapidamente.

L’urbanistica

Nonostante lo studio razionale dell’organizzazione delle città, le strade di Atene, come quelle di tutte le altre città greche, erano strette e tortuose. Lo schema studiato era vie diritte ed intersecate ad angolo retto secondo la concezione urbanistica di Ippodamo di Mileto, un architetto del V secolo a.C., da cui deriva la denominazione di struttura “ippodamèa”.

L’amministrazione pubblica

Atene è il primo esempio storico di città organizzata in forma democratica. Questo sistema comprendeva un’assemblea generale formata da uomini liberi di origine ateniese che eleggeva un Consiglio, detto Bulè, formato da 500 cittadini. Questo a sua volta nominava i sommi magistrati (Pritani) destinati a presiedere l’assemblea. Esistevano per molti altri magistrati, funzionali civili (arconti) e militari (gli strateghi). Gli arconti che avevano avuto un ruolo determinante durante il passaggio dalla monarchia alla oligarchia perdurarono i loro poteri fino al V secolo d.C.

Ad Atene le classi sociali erano tre: cittadini, meteci e schiavi. I cittadini sono tutti gli ateniesi maggiorenni. Si diventava maggiorenni a diciotto anni, ma si potevano vedere sfruttati i propri diritti di cittadino solo dopo due anni di vita militare.

Ai Metici, nonostante fossero stranieri, erano concessi i diritti di cittadino ma non potevano possedere terreni o case. Coloro che si possono ricordare sono: Lipsia e Mileto. I cittadini ritenuti pericolosi per la democrazia erano sottoposti all’Ostracismo, cioè la condanna all’allontanamento alla patria. Gli ateniesi venivano espulsi dal paese con la maggioranza di almeno 6000 voti. Per quanto riguarda l’Amministrazione pubblica spartana, la Costituzione rimane sempre aristocratica.

Il governo era costituito dalla Gerusia, cioè un gruppo di 28 nobili anziani. Oltre ad essi vi erano due re che avevano un potere rappresentativo e che potevano solo comandare l’esercito in guerra. Gli Iloti (cioè gli schiavi spartani) erano prigionieri di guerra o persone rapite dai pirati e rivendute. Non avevano diritti civili, ma Platone raccomandava di non trattarli con violenza anche se questa raccomandazione non veniva sempre eseguita.

La donna e la famiglia

Le donne greche non avevano diritti civili. Le fanciulle dipendevano dal padre; mentre quando si sposavano dal marito. Le ragazze ateniesi non potevano uscire dal gineceo, cioè la zona riservata alle donne; mentre le ragazze spartane praticavano molti sport tra cui i giochi ginnici. Le ateniesi imparavano i lavori domestici dalla madre; il marito veniva scelto dal padre. Dopo il matrimonio le spose abitavano nel gineceo e di notte veniva chiuso a chiave; potevano uscire solo per i riti religiosi o per recarsi a fare visita, comunque sempre accompagnate da una schiava. Secondo la legge era molto importante il rispetto per le persone anziane e i figli avevano l’obbligo di assistere i genitori fino alla morte. Le dame più colte (etère) erano cortigiane che sapevano cantare e danzare e venivano accompagnate come concubine, da uomini di alto livello sociale. I fanciulli spartani restavano in famiglia fino a 7 anni, venivano educati ad essere più responsabili e venivano preparati ad affrontare la guerra.

Superati i 7 anni, di essi si occupava lo Stato. Gli ateniesi restavano in casa fino a 18 anni e venivano allevati dalla madre. Le bambine fin da piccole giocavano con le bambole che venivano portate con loro alle processioni. Solo quando si sposavano le consegnavano alle dee che le custodivano. I mobili in casa erano pochi.

I greci a tavola

Nel periodo antico i greci mangiavano seduti, mentre nel VI secolo mangiavano semisdraiati su lettucci. In queste sale venivano fatti dei banchetti dove non potevano partecipare le donne fatta eccezione per le etère. Esse potevano partecipare insieme agli uomini solo ai pranzi riservate alle famiglie. I primi due pasti erano leggeri per affrontare meglio il lavoro. Le cene si svolgevano anche di notte ed erano anche più abbondanti del pranzo, infatti era costituita soprattutto da pesce e da molte varietà di carne, oltre alla verdura, alla frutta e al pane. Durante questi pasti si beveva vino, si conversava, si ascoltava e si giocava.

La cultura

La civiltà greca è una fra le più note, non solo riguardo alla sua religione, ma anche riguardo la musica, il teatro, l’arte; possiamo capire meglio la sua importanza accennando alcuni nomi famosi di poeti, come Omero e filosofi come Pitagora, Aristotele o Socrate. La musica e il teatro svolgono un compito speciale nella vita culturale greca perché con essi venivano espressi anche divertimento e celebrazioni religiose.

Le narrazioni più importanti erano teatrali; “Le narrazioni dei misteri Dionisiaci” che venivano celebrate quattro volte l’anno e la più importante veniva chiamata “Grandi Dionisiache”. Le parti venivano assegnate solo agli uomini che interpretavano anche ruoli femminili, utilizzando maschere diverse; le donne potevano solo assistere agli spettacoli. Vi erano solo tre attori, tra cui due più importanti. In questi teatri comparivano dei cori e delle parti cantate. Per i greci la musica poteva influenzare, sia positivamente che negativamente, il comportamento umano, e a volte veniva associato alla poesia.

La medicina

Anche la medicina veniva mitizzata: secondo i greci il primo medico è stato il Centauro Chitone, che poi avrebbe fatto da insegnamento per molti anni. All’inizio la medicina veniva sviluppata nei templi; in seguito, passando dai laici, si istituirono delle scuole, a partire dal V secolo a.C. Grazie ad Ippocrate si passò a studiare la medicina, da pratiche magiche a teorie filosofiche. La medicina porta con se dei doveri: mantenere il segreto professionale e tramandare la sua scienza.

La moda nell’Antica Grecia

Donne ateniesi in tunica
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La Grecia tra il 750 e il 650 a.C. ebbe un forte sviluppo in tutti i campi; in arte era il momento del passaggio del periodo detto “della formazione” a quello detto “arcaico”, particolarmente importante per la moda perché si iniziò a raffigurare la persona umana non solo nuda ma anche vestita. Secondo il mito, si deve a Cècrope l’introduzione dell’arte della tessitura in Grecia, appresa dagli egizi, che preferivano il lino mentre i greci utilizzavano sia esso che la lana e più tardi anche il cotone.

Le stoffe più belle erano molto decorate e colorate con fasce tessute e ricamate, secondo l’uso orientale; con metalli più o meno preziosi venivano realizzate le fibule per fissare i lembi delle stoffe. I due abiti greci fondamentali erano il “Chitòne” e l’“Himàtion”. Il Chitòne era una specie di tunica formata da un unico rettangolo di stoffa, la cui larghezza variava a seconda che si trattasse di un costume dorico o ionico; esso era stretto sotto il seno da una cintura sottile, talvolta accompagnata da una cintura in cuoio più larga. Nel Chitòne dorico le pieghe verticali dell’abito erano minori rispetto a quello ionico, determinando così una maggiore severità nel primo e un elegante raffinatezza nel secondo. L’Himàtion era un mantello formato anch’esso da un unico rettangolo di stoffa, fatto passare sotto il braccio sinistro e appuntato sulla spalla destra, su ambedue le spalle oppure avvolto attorno a tutto il corpo.

Oltre a questi due capi fondamentali, c’era anche la “Clamide”, una corta veste, usata solo dagli uomini, che lasciava ampia possibilità di movimento, formata sempre da un rettangolo di lana avvolto intorno alle spalle e fissato con una fibula o su una spalla o davanti al collo. La donna spartana indossava un Chitòne corto, appuntato su una spalla, stretto in vita da una larga fascia. I greci in casa camminavano scalzi, mentre fuori portavano sandali con suole di sughero, di legno o cuoio, annodati al polpaccio o alle caviglie. 

Essi di solito avevano la testa scoperta, però c’erano anche dei cappelli a forma conica come il “pilòs”. Le dame si coprivano la testa con la “tholia”, un insolito cappello a punta, oppure con un lembo della tunica o del mantello. Fino al V secolo a.C. le donne e gli uomini portavano i capelli lunghi, secondo l’uso orientale; in seguito però gli uomini cominciarono a tagliarsi i capelli e a radersi la barba, mentre le donne si increspavano i capelli e li arricchivano con fasce, diademi, spilloni, e nastri colorati. Quando partecipavano alle feste, le dame di grado sociale più elevato si adornavano con preziosi gioielli e si truccavano, malgrado l’opposizione dei moralisti; talvolta potevano servirsi di un ventaglio o di un ombrello.

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