L'Utopia di Tommaso Moro: riassunto e caratteristiche del libro
L'Utopia: riassunto e caratteristiche del libro di Tommaso Moro. Relazione libro e recensione dettagliata. Di cosa parla, sezioni, temi
TOMMASO MORO, UTOPIA
L'opera filosofica fondamentale di Tommaso Moro, Utopia, è divisa in due libri: nel primo Moro sotto forma di dialogo tratta con alcuni suoi conoscenti i problemi maggiori che affliggono l'Inghilterra del tempo. Fra i problemi individuati vengono messi in risalto la nobiltà parassitaria e i lati negativi della proprietà privati fra i quali, soprattutto, la divisione esistente tra ricchi e poveri.
Questi ultimi infatti erano fortemente dipendenti dalla nobiltà, che li costringeva a mendicare e a fare lavori mal retribuiti. Inoltre viene trattato la questione della pena di morte e il fatto che, con questa, fossero puniti anche i ladri che erano in molti casi costretti a rubare per necessità.
In generale vengono trattati tutti quei problemi a cui, nel secondo libro, tramite la narrazione di un certo Raffaele Itlodeo, Moro cerca di dare un soluzione pur sapendo che l'isola da lui ipotizzata è del tutto irrealizzabile.
UTOPIA, STRUTTURA
Utopia è un'isola molto fiorente caratterizzata da città ampie e magnifiche uguali per forma e costumi. La sua popolazione è divisa in famiglie formate da non più di quaranta membri, per ogni trenta famiglie vi è un filarco il quale è un magistrato che viene eletto ogni anno, ogni dieci filarchi si elegge un magistrato superiore, protofilarco, il quale insieme a tutti gli altri 200 colleghi elegge un principe segretamente. Le decisioni più importanti vengono prese dai protofilarchi in un consiglio ogni tre giorni.
Due protofilarchi a rotazione vengono accolti in Senato.
L'occupazione fondamentale dei cittadini di Utopia è l'agricoltura, alla quale si dedicano a turni tutti i componenti delle varie famiglie in modo che nessuno si dedichi sempre ad un lavoro pesante.
Ogni cittadino apprende anche un altro mestiere qualsiasi come ad esempio la lavorazione della lana e queste arti apprese poi generalmente vengono trasmesse di padre in figlio pur lasciando libertà di scelta.
I lavoratori non lavorano per più di sei ore al giorno e nelle restanti sei ore sono liberi di dedicarsi alle attività intellettuali spesso organizzate dallo stesso stato o di fare ciò che più gli piaccia. Sei ore sono sufficienti dal momento che tutti vengono fatti lavorare in maniera utile e produttiva e anche i lavori minori vengono ben retribuiti.
Si evita ogni tipo di spreco e i vestiti ad esempio sono tutti dello stesso materiale e forma.
Altra cosa degna di nota è che alla categoria delle persone "semplici" aggiunge la categoria dei sifogranti, persone impegnate nello studio e nella ricerca.
Nelle città tutto è equamente distribuito e organizzato, diviso in settori con grande attenzione agli ospedali.
UTOPIA DI TOMMASO MORO, RECENSIONE
Ogni aspetto della vita è pianificato e calcolato. Se un uomo, ad esempio, desidera viaggiare, può recarsi nel luogo desiderato ma deve prestare lavoro presso la famiglia che lo ospita dopo aver ottenuto un permesso.
Per i popoli di Utopia non esiste il denarom e l'argento e l'oro non valgono più del ferro. Viene quindi ritenuto stupido e inutile abbellirsi con questi materiali.
Pur non esistendo il desiderio di arricchirsi gli utopiani considerano il piacere comunque un bene purché non sia eccessivo e ritengono assurdo che una persona se ne voglia privare di sua volontà.
Chi commette colpe gravi o cerchi rifugio in Utopia non viene condannato a morte ma è costretto a vita ai lavori forzati a meno che non venga rilasciato per ottima condotta.
Le leggi sono molte di meno poichè a persone così organizzate bastano poche regole da rispettare. I processi sono fatti da un magistrato giusto senza furbi avvocati che cerchino di mascherare la verità.
Normalmente non è concesso divorzio se non in casi estremi di incompatibilità, e si cerca di evitare che le persone si sposino senza essere certe della loro scelta.
La guerra è considerata un male, ma a volte un male necessario. Per questo i cittadini, che non danno alcun valore all'uso delle armi, tuttavia si esercitano per essere pronti se capitasse l'occasione di usarle per la difesa dei propri territori e colonie.
I trattati sono ritenuti inutili poiché gli uomini normalmente non tengono mai alla parola data, e inoltre sono già uniti per natura.
Teoricamente c'è tolleranza religiosa ma viene venerato un dio comune a tutti, unico e superiore che rappresenta il divino: Mitra. È necessario che nessuno imponga alcuna religione e anche se sono accettati gli atei vengono spesso sottoposti a opera di convincimento.
In realtà Moro crede che gli utopiani riconoscano nella religione cristiana la vera religione universale.