L'Innominato: significato del nome, descrizione e caratteristiche
L'Innominato dei Promessi sposi di Manzoni: significato del nome, descrizione e caratteristiche del personaggio più complesso del romanzo.
INNOMINATO: SIGNIFICATO DEL NOME E RUOLO DEL PERSONAGGIO
L’Innominato è una delle figure più complesse e interessanti del romanzo I promessi sposi di Manzoni, nonché uno dei personaggi più importanti. E’ una figura malvagia e senza scrupoli a cui don Rodrigo si rivolge per attuare il suo piano, ossia rapire Lucia dal convento di Monza in cui è rifugiata. E’ un personaggio misterioso a cui Manzoni non dà né nome e né cognome: “un terribile uomo. Di costui non possiam dare né il nome, né il cognome, né un titolo”.
INNOMINATO: CARATTERISTICHE FISICHE
L’Innominato vive nel suo castello, vicino Lecco. E’ di statura grande, è calvo con pochi capelli bianchi. Ha la faccia rugosa e bruna. Ha sessant'anni ma ne mostra di più. Il contegno, le mosse, la durezza risentita dei lineamenti, il lampeggiar sinistro ma vivo degli occhi, indicano una forza di corpo e d'animo.
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L’Innominato appare subito come un personaggio misterioso. Ha un temperamento volitivo e costante, le parole che ne ritraggono l'esistenza hanno tutte una forza e un colorito particolare. Fin da giovane ha la smania di competere con i più forti, per il gusto di essere temuto e rispettato. Combina molti guai e per questo è messo al bando dallo stato. Pare che sia stato per un certo periodo, al servizio di alcuni principi stranieri, che avevano messo sotto il suo comando tutti i loro uomini. Tornato, aveva deciso di non restare a Milano, ma in un suo castello vicino Lecco.
Aveva parecchi uomini di fiducia, grazie ai quali tutti i potenti e tiranni locali erano costretti a scendere a patti con lui, oppure a morire. Don Rodrigo, a conoscenza della sua potenza, lo sceglie per attuare il suo piano, essendo legato a lui, in quanto aveva già svolto in passato alcuni compiti per lui.
Nel momento in cui fa rapire Lucia, l’Innominato attraversa una profonda crisi interiore. Disgustato dai passati delitti, comincia a porsi delle domande sul giudizio divino. Mentre la carrozza che trasporta la ragazza rapita saliva verso il castello, l’Innominato avverte un oscuro presentimento. Il suo bravo più spietato poi, gli rivela di aver avuto compassione per Lucia: questo fatto gli appre incredibile. Ma l'Innominato è curioso di incontrare la giovane che è in grado di suscitare tali sentimenti in lui. Le parole sulla misericordia divina che la prigioniera Lucia gli rivolge rimangono impresse nella memoria dell’Innominato.
Trascorre quella notte nel tormento, angosciato dal male fatto, dall'idea del suicidio, dal timore di essere giudicato da Dio, poi l'alba lo trova affacciato alla finestra, a guardare il risvegliarsi della gente. Egli scende in paese solo e disarmato e si reca alla canonica, dove è ricevuto con timore e titubanza, poi avviene l'incontro memorabile che vede la conversione del potente signore.