Karl Marx | Video

"I filosofi hanno interpretato il mondo; ora si tratta di trasformarlo". Con questa celebre frase Marx intende rivendicare che quello che conta non è la sola teoria quanto l'azione, in particolare l'azione rivoluzionaria che lui chiama “praxis”. Guarda il video e scopri di più

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Marx nasce a Treviri nel 1818; studia a Bonne e Berlino e dopo aver tentato la carriera accademica si dedica al giornalismo. La gazzetta Renana per la quale scrive, viene però censurata e Marx decide di trasferirsi a Parigi dove conosce Proudhon, Heine, Bakunin e soprattutto Engels che gli sarà amico e collaboratore per tutta la vita. Insieme a lui nel 1845 scrive “La sacra famiglia” mentre nel 1847 pubblica la Miseria della filosofia contro il socialismo utopistico.

Nel 1847 la Lega dei Comunisti chiede a Marx di scrivere un manifesto del loro movimento ed egli accetta pubblicando un anno dopo il Manifesto del partito comunista, una delle sue opere più importanti. Marx si stabilisce definitivamente a Londra ed è qui che scrive i “Lineamenti fondamentali della critica dell'economia politica“ e nel 1864 fonda l'associazione internazionale dei lavoratori, conosciuta come la Prima Internazionale. Nel 1867 esce il primo libro Il Capitale. Gli altri due appariranno postumi a cura di Engels nel 1885 e nel 1894. Nel 1875 scrisse la Critica del programma di Gotha. Marx muore a Londra nel 1883.

Marx: azione rivoluzionaria e democrazia comunista
I filosofi hanno interpretato il mondo; ora si tratta di trasformarlo. Con questa celebre frase Marx intende rivendicare che quello che conta non è la sola teoria quanto l' azione, in particolare l'azione rivoluzionaria che lui chiama “praxis”.

Secondo Marx l'uomo risolve i suoi problemi non solo con la speculazione quanto con una azione diretta. Insomma, la teoria deve servire alla pratica.

Marx ha cercato di realizzare una interpretazione del mondo e dell'uomo che sia, contemporaneamente, impegno di trasformazione e attività rivoluzionaria. Nel mondo attuale egli osserva che l'uomo è divis tra gli interessi particolari e privati e quelli comuni.
I tratti essenziali della civiltà moderna sono l' individualismo e l' atomismo , nel senso che il singolo è separato ed anche escluso dalla comunità. E siccome lo Stato legalizza tale situazione, riconoscendo i diritti di liberismo economico e di proprietà privata, lo Stato non è altro che la proiezione politica di una società strutturalmente asociale.

Marx ritiene che l'unico modo di realizzare una comunità solidale sia l'eliminazione delle disuguaglianze reali tra gli uomini, e in particolare il principio stesso di ogni disuguaglianza, cioè la proprietà privata dei mezzi di produzione.

Per Marx sarà proprio la classe priva di ogni proprietà, cioè il proletariato, ad essere destinata ad eseguire la condanna storica della civiltà egoistica e proprietaria, ovvero a realizzare la democrazia comunista. Per arrivare a questo l’unica via è la rivoluzione e spiega questo processo attraverso la teoria del Materialismo storico.

Le forze produttive e i rapporti di produzione –secondo Marx - costituiscono la struttura della società che è definita dal modo di produrre e distribuire ricchezza, ossia dall' economia. L' economia è la base della società e sopra questa vi sono molteplici sovrastrutture: diritto, politica, arte, religione, filosofia che sono a loro volta espressioni dipendenti dalla struttura economica .



In altri termini, è la struttura economica che determina le leggi di uno Stato, le forme artistiche, le religioni, le filosofie e non viceversa. Ecco il materialismo storico: le forze motrici della storia sono di natura materiale, cioè socio-economica e non spirituale o astratta.

Per quanto riguarda la religione, Marx la definisce "il sospiro della creatura oppressa, il cuore di un mondo spietato…è l'oppio del popolo. Dunque è il prodotto di un'umanità alienata e sofferente che cerca illusoriamente nell'aldilà ciò che le è negato di fatto nell'aldiqua. Se perciò la religione è il sintomo di una condizione umana e sociale alienata, l'unico modo di eliminarla non sarà la semplice critica filosofica alla Feuerbach, ma la trasformazione rivoluzionaria della società ; in altri termini, la distruzione delle strutture sociali che la producono.

La disalienazione religiosa ha come suo presupposto la disalienazione economica ossia l'abbattimento della società capitalistica. Con l'avvento del comunismo, non vi sarà più alcun bisogno religioso, e non esisterà più alcuna religione.

Una volta realizzata la rivoluzione il passaggio successivo è l’avvento del comunismo. Se sociale è la produzione della ricchezza, infatti, sociale dovrebbe essere anche la distribuzione della stessa.

Il comunismo, per Marx, è lo sbocco inevitabile della storia perché ogni formazione economica e sociale è un gradino di un processo che porta inevitabilmente al comunismo, inteso come forma di società in cui l'uomo , vincendo l'alienazione, si pone come padrone del proprio destino.

Nel suo libro “L’ideologia tedesca” Marx scrive: " Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presenti .

Marx individua come soggetto della storia la lotta di classe:

1) le classi si definiscono in rapporto alla proprietà o meno dei mezzi di produzione, il che fa sì che in ogni epoca vi siano sempre due classi antagonistiche;
2) la lotta di classe conduce inevitabilmente, attraverso la dittatura del proletariato, alla soppressione delle classi e ad una società senza classi e quindi senza Stato.

Nella teoria marxista la rivoluzione proletaria abbatterà le istituzioni dello Stato borghese ed in primo luogo la proprietà privata dei mezzi di produzione. In un primo momento vi sarà la dittatura del proletariato, una fase di transizione fino al completo avvento del comunismo.

All'uomo "economico" ossessionato dall'avere, Marx contrappone un uomo totale che esercita in modo creativo le sue potenzialità.

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