Jerome David Salinger: biografia, libri e pensiero
Indice
1Jerome David Salinger: vita e opere
Jerome David Salinger nacque a New York nel 1919 da padre ebreo e madre cristiana. Frequentò la Valley Forge Military Academy, che probabilmente gli ispirò la Pencey School del suo famosissimo romanzo The Catcher in the Rye, in Italia conosciuto come Il giovane Holden. Successivamente studiò alla New York University e alla Columbia University. Si dedicò molto presto alla scrittura, infatti, mentre era a New York, incontrò l’editore di una rivista chiamata “Story”, il Professor Whit Burnett, che lo incoraggiò a scrivere e che pubblicò molte delle sue storie sulla sua rivista. Quando scoppiò la seconda guerra mondiale, Salinger interruppe la sua carriera di scrittore e si arruolò nell’esercito americano, partecipò anche al D-Day, lo sbarco in Normandia il 6 giugno 1944. Dopo la guerra, nel 1946 Salinger riprese la sua carriera di scrittore e pubblicò i suoi racconti su diverse riviste.
Nei racconti narrò le esperienze vissute durante la guerra e concentrò la sua attenzione soprattutto su temi cari alle giovani generazioni, dando voce alla loro rabbia e alle loro frustrazioni. Contemporaneamente ai racconti, J. D. Salinger scrisse il suo capolavoro The Catcher in the Rye (in italiano tradotto Il Giovane Holden poiché il titolo inglese contiene un gioco di parole intraducibile), pubblicato nel 1951, che fu un enorme successo, anche se fu duramente attaccato dalla critica per il linguaggio a volte troppo volgare e per le sue idee immorali. Il successo del libro fu tale che Salinger, di carattere schivo e riservato, si ritirò dalla vita pubblica sulle colline di Cornish, nel New Hampshire, rifiutandosi di rilasciare interviste o di avere qualsiasi contatto con la gente.
Anche se lo scrittore non fu molto prolifico in seguito, negli anni ’50 e ’60 pubblicò diverse raccolte di racconti tra cui Nine Stories (Nove Storie, 1953), Franny and Zooey (1961) e Seymour (1963). L’ultimo racconto di Salinger, Hapworth 16, 1924, fu pubblicato nel 1965 su The New Yorker, dove prima erano stati pubblicati anche altri suoi scritti. Negli anni successivi fino alla morte, avvenuta nel 2010 all’età di novantuno anni, Salinger non pubblicò più nulla, evitò ogni tipo di pubblicità, ma non smise mai di scrivere. In una rara intervista del 1974 dichiarò che pubblicare i suoi scritti era per lui un’invasione della privacy, amava scrivere solo per se stesso e il suo piacere personale.
2Il giovane Holden (The Catcher in the Rye)
2.1La trama
The Catcher in the Rye è raccontato in prima persona dal protagonista sedicenne, Holden Caulfield. Holden studia alla Pencey School, in Pennsylvania, ma viene espulso a causa dei suoi brutti voti, deve lasciare la scuola cinque giorni prima delle vacanze di Natale ma disgustato dalla situazione e dalla rigida atmosfera della scuola, decide di andar via quella sera stessa, prima che i suoi genitori ricevano la lettera di espulsione
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Holden va a New York. Nel corso della storia apprendiamo che il ragazzo viene da una famiglia benestante, suo fratello maggiore è uno scrittore di successo, ha una sorella minore, Phoebe, cui è molto legato ed è ossessionato dal ricordo del fratello minore, Allie, morto di leucemia qualche anno prima. A New York Holden vive diverse disavventure e fa incontri deludenti. Si reca in un nightclub a Greenwich Village e ritorna in un infimo albergo, dove incontra una prostituta, ma poi scopre che non vuole veramente andare a letto con lei e viene picchiato dall’amico della donna perché vuole fargli pagare più di quanto pattuito inizialmente. In seguito, desideroso di compagnia, telefona una vecchia amica, Sally Hayes, che lui definisce phony (falsa). I due vanno a vedere uno spettacolo e poi a pattinare sul ghiaccio. Holden propone a Sally di fuggire insieme, ma resta deluso quando lei rifiuta, litigano e il ragazzo si reca in un bar, dove si ubriaca.
Holden è ormai fisicamente e psicologicamente esausto e, dopo una passeggiata a Central Park, decide di andare a casa a trovare la sorellina Phoebe, mentre i suoi genitori non ci sono. Phoebe è solo una bambina, ma nonostante ciò, Holden sente che è l’unica persona in grado di comprenderlo davvero. Quando Phoebe gli chiede cosa gli piacerebbe fare da grande lui risponde che gli piacerebbe essere un catcher in the rye (frase di difficile traduzione in italiano – un prenditore nel campo di segale), rimanere sull’orlo di un burrone e salvare i bambini che giocano nel campo di segale prima che cadano dal precipizio. Quando i suoi genitori tornano a casa, il ragazzo riesce a uscire da casa senza farsi vedere e chiede ospitalità per la notte a un suo vecchio insegnante d’inglese, Mr Antolini.
L’uomo accetta, ma Holden, pensando che Mr Antolini gli stia facendo delle avance, lascia la sua casa con la scusa di dover recuperare il suo bagaglio a Grand Central Station. Il giorno successivo il ragazzo va a salutare Phoebe prima di partire per la California. Accompagna la sorella allo zoo del Central Park e mentre la guarda andare sulle giostre, si sente felice. A questo punto il racconto si ferma e nel breve capitolo finale, ritroviamo Holden in un ospedale psichiatrico accennare a un esaurimento nervoso successivo agli eventi raccontati, ma non vuole proseguire con il suo racconto.
2.2Il giovane Holden: temi e personaggi
Quando The Catcher in the Rye fu pubblicato nel 1951, diventò un vero fenomeno letterario. Fino ad ora il libro ha venduto più di sessantacinque milioni di copie nel mondo e la sua popolarità non accenna a scemare. Salinger è riuscito a dar voce alla ribellione degli adolescenti nei confronti del mondo degli adulti e della società contemporanea. Negli anni ’50 i giovani si identificarono con il protagonista del romanzo, Holden Caulfield, e con i suoi sentimenti di alienazione, confusione e difficoltà di comunicazione con gli altri. Lo scrittore mostra la sua grande abilità nel catturare perfettamente il linguaggio colloquiale, talvolta critico, tipico degli adolescenti americani di quegli anni, usa molto lo slang, espressioni talvolta sgrammaticate e anche volgari che gli procurarono un duro attacco da parte dei critici contemporanei.
Il modo spontaneo e sincero in cui Holden parla e la sua visione del mondo in qualche modo ricordano i personaggi creati dal romanziere Mark Twain, Tom Sawyer e Huckleberry Finn. Nei suoi romanzi Twain descrive i suoi personaggi vivere tante avventure nel tentativo di fuggire dalla società e dalla sua ipocrisia. Il tema della fuga è molto comune nella letteratura nord-americana, soprattutto per gli scrittori della Beat Generation come Jack Kerouac, che rifiutavano il materialismo e il conformismo degli anni del dopoguerra.
Una delle parole preferite da Holden Caulfield è phony (falso) che lui usa per indicare coloro che considera ipocriti. Holden ha difficoltà a crescere perché teme che crescendo diventerà il tipo di persona che più detesta. Considera il mondo degli adulti phony e gli unici momenti in cui si sente veramente felice sono quelli che trascorre con la sorella minore Phoebe e con i bambini in generale perché sono innocenti e puri. Holden dice a sua sorella che vorrebbe essere un catcher in the rye, per salvare i bambini che giocano in un campo di segale prima che questi cadano dal precipizio, e questo precipizio, metaforicamente, potrebbe rappresentare la soglia dell’età adulta. Holden si rende anche conto che la crescita è inevitabile, non potrà proteggere i bambini e preservare la loro innocenza, ciò per lui è una fonte di frustrazione che lo porterà all’esaurimento nervoso e al ricovero in ospedale. Holden è come un contemporaneo Peter Pan, ma la sua storia non è una favola e non ha un lieto fine.