Inventa una storia: l'avventura di un cane e del suo padrone
Inventa una storia che abbia per protagonisti un cane e un padrone e racconta le loro avventure: esercizio su un brano di fantasia
INVENTA UNA STORIA
Inventa un brano d’avventura che abbia un cane come protagonista e il suo padrone.
Le vacanze estive tanto attese erano arrivate: era esattamente il 15 luglio e mancava solo un giorno alla mia crociera. Finiti i preparativi per il viaggio, mi misi sul letto e guardando il soffitto immaginai cosa avrei fatto a quanto mi sarei divertita sulla nave, immaginai quanto fossero grandi le stanze, la piscina, le sale.
Avevo un presentimento strano, ma non sapevo spiegarmi il motivo. La mattina seguente ci svegliammo prestissimo: alle 7:00 partimmo dal porto e ci avviammo in mare aperto. All’ora di pranzo il comandante ci avvisò che era in corso una violenta tempesta. Cercammo di non dargli troppo peso, ma la pioggia, il vento, le onde erano tamente forti che la gente pur cercando di non cadere non riusciva a tenersi in piedi.
All'improvviso, l'orrore: la nave si ribaltò con una velocità inaudita e tutti caddero in acqua. La notte sembrò scendere su di noi con furia.
Ero sfinita e non sapevo per quanto tempo sarei rimasta a galla. Era ormai notte fonda e persi i sensi fino alla mattina.
Quando riaprii gli occhi ero da sola, non sapevo dove, ma evidentemente lontano da casa. C’erano alberi e la sabbia intorno a me. Nient'altro. Cercai nelle tasche il cellulare e mi accorsi che era lì e che stranamente non si era perso tra le onde. Non sembrava funzionare. Cercai di accenderlo per telefonare ma non servì a niente.
Iniziai a gridare cercando aiuto. Ero disperata, affamata e assetata. Non sapevo per quanto sarei sopravvissuta in quel posto. Improvvisamente sentìì un rumore strano: mi voltai di scatto e fuallora che mi resi conto di non essere da sola. Mi avvicinai e tra i cespugli c’era un cane. Era piccolo e bianco con una macchia nera sull’occhio destro. Sembrava morto ma respirava ancora. Era stanco e volevo aiutarlo in qualche modo.
STORIA INVENTATA
Cercai dell’acqua per entrambi e mi avvicinai quasi al centro dell’isola: per tutto il tragitto sentii rumori strani, passi, rami che cadevano al suolo spezzati da non so cosa… Non ero sola sull’isola, ormai lo avevo capito: non c’era solo il cane.
Tornai da lui sfinita per la lunga passeggiata, ma in compenso avevo trovato l’acqua. Ero nel posto dove l’avevo lasciato eppure lui non c’era. Seduta a terra con la testa tra le mani pensavo a come andare via dall’isola.
A un tratto sentii abbaiare. Guardai avanti a me e c’era il cucciolo che mi raggiungeva: da quel momento diventammo subito inseparabili. Più cercavo di pensare a come andare via da quel luogo e più accadevano cose per farmi pensare ad altro: mi sembrava che l’isola volesse tenermi con se.
Senza rendermene conto, quasi inesorabilmente, l’isola era ormai parte di me e non c’era nessun modo per poter andere via.
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