Introduzione I promessi Sposi: riassunto e spiegazione | Video

Video riassunto dell'introduzione de I promessi Sposi di Manzoni. Spiegazione con i punti chiave, personaggi e trama del capitolo

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INTRODUZIONE I PROMESSI SPOSI: RIASSUNTO E SPIEGAZIONE

Fonte: Video Interni

I promessi sposi sono la croce e la delizia di tutti gli studenti italiani, ma soprattutto argomento molto amato dai professori nel momento in cui vogliono interrogare!

Ecco qualche consiglio utile da chi li ha già letti per risparmiare tempo e fatica e concentrarti sui punti più importanti del testo.

Cominciamo dall’introduzione: la prima cosa che ti troverai di fronte è una trascrizione di un manoscritto operata da Manzoni. In realtà il manoscritto non esiste, è un semplice espediente letterario per conferire più realismo al romanzo. Manzoni non è il primo ad aver utilizzato questo espediente: lo ha fatto anche Cervantes col Don Chisciotte.

I PROMESSI SPOSI: ROMANZO STORICO

La cosa importante da ricordare è che ci troviamo di fronte ad un romanzo storico. E a tal proposito, sono due i concetti da tenere a mente:

  • I personaggi sono realmente esistiti, ed è per questo che viene specificato che tutti i nomi sono stati cambiati. Ci troviamo quindi nel ‘600 e tutte le vicende cui stiamo per assistere sono accadute per davvero. Che tipo di vicende sono?
  • Sono vicende romanzate. Si tratta di un concetto importantissimo, perché all’epoca non vi erano molti romanzi in Italia, e quindi Manzoni sta approcciando ad un genere molto nuovo per l'epoca. Anche se a te sembra che le librerie siano piene di romanzi, al tempo di Manzoni non era così, e il titolo che più circolava era Le ultime lettere di Jacopo Ortis.

Devi poi tenere a mente che i personaggi di Manzoni sono molto stereotipati. C’è fin dall’inizio una divisione tra i buoni, da una parte, e i cattivi, dall’altra.

I PROMESSI SPOSI: LA QUESTIONE DELLA LINGUA

Arrivato alla fine della trascrizione Manzoni si ferma e si chiede se valga la pena di andare avanti. La sua prima risposta è: no. Lo stile del manoscritto è un po’ troppo barocco, seicentesco, la lingua è ostica, non è chiara a tutti: per Manzoni invece è molto importante raggiungere un pubblico molto ampio, e dunque cambiare la lingua. A questo punto il nostro autore pensa che la soluzione sia trascrivere cambiando lo stile.

Perché è importante questo passaggio? Perché esprime la famosa questione della lingua, cioè trovare un italiano che sia comprensibile a tutti. L’operazione che Manzoni fa è quella di dare una dignità letteraria al fiorentino borghese parlato. Una cosa mai fatta prima, e che aveva già chiaramente provato a fare Dante nella Commedia. Si tratta però di due operazioni diverse, perché in questo caso, come abbiamo detto prima, siamo di fronte a un romanzo.

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