Come trovare lavoro all'estero: l'intervista a chi ce l'ha fatta

Italians in Fuga, il sito di Aldo, è un punto di riferimento per chi cerca consigli utili per trovare lavoro all'estero. Aldo ha 40 anni, ma ha lasciato il "Belpaese" quando ne aveva 19, senza tornare più indietro. Se volete fare un'esperienza di lavoro all'estero non perdete questa intervista: tanti suggerimenti e consigli da chi "ce l'ha fatta"

Come trovare lavoro all'estero: l'intervista a chi ce l'ha fatta

COME TROVARE LAVORO ALL'ESTERO - Tra i tanti italiani che hanno scelto di andare a vivere all'estero ci sono parecchie storie "di successo". C'è chi oltreconfine è riuscito a crearsi una famiglia e un lavoro vicino alle proprie aspirazioni, e ha deciso di condividere sul web consigli utili a chi vuole fare la stessa scelta. E' diventato molto noto sul web, e sono tanti i giovani che gli scrivono per avere dritte e consigli davvero pratici per emigrare in ogni angolo del mondo.

Come trovare lavoro all'estero

Aldo Mencaraglia ha una lunga esperienza da "espatriato", e il suo sito Italiansinfuga è un punto di riferimento per chi cerca consigli utili per trovare lavoro all'estero. Aldo ha 40 anni, ma ha lasciato il "Belpaese" quando ne aveva 19, senza tornare più indietro. Ha studiato a Brighton, lavorato in Gran Bretagna, Cina, Taiwan e adesso vive a Melbourne in Australia. Lo abbiamo intervistato.

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ALTO MENCARAGLIA: L'INTERVISTA:

Ciao Aldo, perché sei andato via dall'Italia? Raccontaci la tua storia.

Sono andato all'estero per curiosità. Ho avuto la fortuna di iscrivermi ad un corso universitario organizzato dal Politecnico di Torino e dall'University of Brighton, Inghilterra, negli ultimi anni 80. Questo percorso mi portò a passare, per i successivi quattro anni, un semestre in Italia ed un semestre in Inghilterra. Dopo alcune difficoltà di ambientamento iniziale mi resi conto che l'Inghilterra mi piaceva moltissimo. Conseguita la laurea inglese decisi di rimanere in Inghilterra per trovare lavoro.

Purtroppo era un periodo simile a quello recente con una recessione abbastanza severa che fece sì che non riuscissi a trovare un lavoro "da laureato". Piano piano però, con l'aiuto di molti amici, riuscii a costruirmi una carriera molto soddisfacente in Inghilterra che mi portò anche a lavorare in Cina e Taiwan. Dopo 10 anni di Inghilterra però io e mia moglie, inglese, decidemmo che il clima e la società inglese, che ammiro molto ma che ha anche alcune pecche importanti per me, non facevano al caso nostro per quello che riguardava il creare una famiglia. Partimmo quindi alla volta dell'Australia, patria di mia madre, dove viviamo tuttora, a Melbourne.

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Un giovane laureato ha più possibilità di trovare un lavoro in fretta all'estero?

Un lavoro in fretta è difficile da trovare ovunque e per chiunque. Dipende molto dalle competenze offerte ed alla domanda da parte del mercato del lavoro. Ovviamente al giorno d'oggi per alcuni tipi di lavoro una laurea, di tipo giusto, è un requisito minimo. Avendo una padronanza della lingua straniera, un giovane laureato può ampliare di moltissimo il raggio di ricerca verso mercati del lavoro magari più dinamici di quello italiano. Si ha anche la possibilità di entrare in realtà lavorative dove il giovane viene responsabilizzato molto di più che non in Italia.

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Hai notato dei cambiamenti nell'attegiamento delle nuove generazioni verso l'emigrazione, rispetto ai tuoi coetanei dei primi anni '90, quando hai cominciato a viaggiare?

Forse nei primi anni 90 andava all'estero chi aveva curiosità per il mondo oltralpe. Moltissimi miei coetanei che provarono l'esperienza all'estero, riuscirono comunque a tornare in Italia, spesso per motivi affettivi, e trovare un lavoro che permettesse loro di vivere come all'estero. Al giorno d'oggi mi sembra di capire che l'estero sia più una "scelta obbligata" a causa dei limitati sbocchi sul mondo del lavoro italiano. Quello che è più preoccupante è il fatto che la maggior parte di quelli che se ne va al giorno d'oggi non torna in Italia.

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Cosa consigli a chi vuole trasferirsi all'estero, ma non sa da dove iniziare per cercare le informazioni necessarie? Si può partire "allo sbaraglio"?

Il consiglio più importante che vorrei dare è quello di studiare la lingua estera del paese verso il quale si sta pensando di emigrare. Senza la lingua estera i titoli di studio contano relativamente poco. Una volta sistemata la conoscenza della lingua, la ricerca delle informazioni è relativamente facile, grazie a ciò che offre Internet. Il partire allo sbaraglio può essere una soluzione per alcuni però secondo me non è il modo ideale per affrontare quello che sarà un viaggio difficile anche quando le cose vanno bene. Bisogna raggiungere un equilibrio tra la preparazione e l'avventura.

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Qual è secondo te il paese migliore per chi vuole fare una prima esperienza di studio o lavoro all'estero?

Ovviamente sono di parte ma secondo me l'Inghilterra. Il vantaggio principale è offerto dal miglioramento della lingua inglese che può poi essere usata in tutto il mondo anglosassone e comunque come lingua ufficiosa nel mondo lavorativo globale. Londra e dintorni sono a due ore di aereo dall'Italia, consentendo quindi un distacco meno difficile rispetto a nazioni tipo Australia o Canada. Qualsiasi nazione all'interno dell'Europa comunque offre il vantaggio di non richiedere un visto, fattore che ostacola l'emigrazione verso altri continenti. Infine vorrei consigliare comunque il paese più consono alla vostra mentalità. Se vi piace lo stile di vita mediterraneo, sconsiglierei di andare a provare a vivere in Svezia. Viceversa se state cercando qualcosa di diverso dall'Italia, i paesi nordici possono fare il caso vostro.

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Quali sono le professionalità che consentono di essere maggiormente competitivi sul mercato del lavoro all'estero?

Le professionalità richieste sono quelle che richiedono una base accademica di tipo tecnico-scientifica. Ingegneri e professionisti dell'informatica sono richiesti un po' dovunque. Per quello che riguarda le società del mondo occidentale, figure professionali legate al settore sanità diventeranno sempre più richieste grazie alla bomba demografica che sta esplodendo, con la generazione dei Baby Boomers che si sta avvicinando alla pensione. Da non dimenticare inoltre che alcune professioni di tipo manuale sono comunque richiestissime in paesi tipo Australia in quanto il mercato del lavoro interno non riesce a sopperire alla domanda. Un saldatore italiano avrebbe buone possibilità di ottenere un visto e trovare lavoro in Australia, a patto di sapere l'inglese.

Il futuro dei ricercatori dell'università italiana è a rischio con la Riforma Gelmini, e sono in tanti a mandare i curriculum a università straniere. Cosa ne pensi?

Vivendo in Australia, sinceramente non conosco la riforma Gelmini, quindi non sono in grado di fornire un giudizio. Il fatto di mandare un curriculum ad un'università straniera secondo me può essere visto come fatto positivo se consente all'individuo di "giocare" nella Serie A del settore di appartenenza. La globalizzazione del talento secondo me richiede una mentalità da parte dei ricercatori che li porti ad esplorare tutte le opportunità possibili, ovunque esse siano. I concorrenti per i cervelli italiani non si trovano nella stessa città, provincia o regione bensì si trovano in Cina, India o Europa dell'est.

Cosa ne pensi dei giovani che tra mille difficoltà decidono di restare comunque in Italia per cercare di farlo diventare un paese migliore?

Li ammiro molto e spero vivamente che i loro sforzi possono produrre i risultati che si meritano. Vorrei anche puntualizzare che l'esperienza all'estero non necessariamente deve essere vista come permanente. Si può anche andare oltre confine per sei mesi, un anno o alcuni anni e poi tornare in Italia con una diversa prospettiva che può aiutare a trovare soluzioni alternative.

Quale storia, tra tutte le persone che ti hanno contattato negli anni, ti ha colpito di più?

E' difficile limitarsi a descrivere una sola storia. Quello che mi ha colpito di più è la varietà delle storie di italiani all'estero. La realtà dei connazionali oltre confine è un arcobaleno di titoli di studio, motivazioni per l'espatrio, carriere avviate, difficoltà incontrate ed obiettivi raggiunti.


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